Premio Osvaldo Licini by Fainplast 2025: la pittura italiana tra memoria, linguaggio e sperimentazione

Con la proclamazione dei quattro artisti selezionati, la V edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast entra nel vivo, confermando il proprio ruolo strategico nel panorama dell’arte contemporanea italiana. Promosso ad Ascoli Piceno e ispirato alla figura visionaria di Osvaldo Licini, il Premio si distingue per una formula di selezione partecipata, capace di restituire una mappatura autentica delle energie più vitali della pittura attuale. Anche per il 2025, l’identità del vincitore sarà svelata in autunno, quando l’artista più segnalato tra i quattro finalisti sarà protagonista di una mostra personale a cura di Alessandro Zechini, allestita presso la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini.

La giuria diffusa, composta da oltre 40 professionisti tra curatori, critici, direttori di museo, artisti e giornalisti, ha espresso le proprie segnalazioni in modo autonomo, riservato e anonimo, garantendo pluralismo e meritocrazia. Un processo trasparente che punta a valorizzare il merito e a sostenere visioni singolari, pratiche radicate nel fare e nella riflessione, senza rincorrere le logiche dell’hype ma riconoscendo le profondità di linguaggi capaci di confrontarsi con il tempo presente.

I quattro artisti selezionati per il 2025 esprimono una pluralità di approcci alla pittura, in dialogo costante con la memoria, lo spazio, la materia e la sperimentazione. Paola Angelini, con la sua pittura stratificata e riflessiva, riattiva la relazione tra gesto pittorico e stratificazione della storia. Le sue opere vivono in bilico tra figurazione e astrazione, mescolando immagini della memoria e riferimenti alla tradizione in una composizione densa e in continua trasformazione. La tela è per lei un campo aperto, attraversato da tensioni narrative e gestuali che interrogano il ruolo stesso del dipingere.

Adelaide Cioni, invece, introduce un lessico fatto di forme essenziali, cromie intense e un approccio ludico e liberatorio alla pittura. La sua ricerca restituisce leggerezza al segno, innescando una riflessione sottile sulla percezione visiva e sul linguaggio. Tra pittura, disegno e installazione, la sua pratica attiva una dimensione fisica e sensoriale dello sguardo, in cui il colore diventa veicolo di esperienza diretta e immaginazione.

Matteo Fato, terzo selezionato, indaga la pittura come spazio concettuale e processuale, riflettendo sulla costruzione dell’immagine e sulle sue implicazioni materiali e simboliche. Le sue opere mettono in scena il backstage dell’atto pittorico, coinvolgendo cornici, supporti, materiali grezzi e strumenti da lavoro. Una ricerca che punta a svelare il meccanismo del fare, rendendolo visibile e parte dell’opera stessa, in una tensione costante tra rappresentazione e oggetto.

Infine, Sebastiano Impellizzeri si distingue per una pittura densa, fisica, che si espande oltre i limiti della tela. Colore e luce sono i veri protagonisti del suo linguaggio, che si muove tra introspezione e tensione erotica, con un forte impatto emotivo e simbolico. Le sue installazioni pittoriche interrogano i confini tra visibile e occulto, evocando la pittura come esperienza immersiva e transitoria, carica di presenza e assenza, di sensualità e spiritualità.

L’edizione 2025 conferma la volontà del Premio di sostenere non solo l’opera finita ma anche i processi di ricerca, le traiettorie non lineari e le pratiche che rendono la pittura un dispositivo critico, capace di interrogare lo spazio e il tempo in cui si inscrive. In cinque edizioni, il Premio Osvaldo Licini ha coinvolto quasi 200 esperti e raccolto quasi 400 segnalazioni, mappando 21 artisti di grande rilievo nazionale e internazionale. Un progetto che si è affermato nel tempo come strumento di osservazione, connessione e valorizzazione delle eccellenze italiane nel campo della pittura.

L’edizione attuale si inserisce inoltre in un momento storico in cui la pittura torna a rivestire un ruolo centrale nel dibattito artistico, in virtù della sua capacità di rinnovarsi, ibridarsi e restare medium di resistenza e riflessione. La varietà delle poetiche selezionate – dalla leggerezza lirica alla densità materica, dalla gestualità alla concettualizzazione dello spazio pittorico – restituisce una fotografia autentica della vitalità del contemporaneo, svincolata dalle mode ma attenta ai nodi urgenti della visione.

Il Premio, fortemente sostenuto dalla Fainplast, impresa radicata nel territorio marchigiano, si pone come modello virtuoso di filantropia culturale privata, capace di dialogare con le istituzioni pubbliche e con le reti professionali dell’arte. Una collaborazione esemplare tra impresa, territorio e sistema dell’arte, nel segno della ricerca, della qualità e dell’impegno verso il futuro.

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