La Galleria Susanna Orlando dedica, a partire dal 5 luglio, una nuova mostra a Raffaele Bueno, artista fiorentino classe 1945, tra le figure più appartate e singolari della scena artistica toscana del secondo Novecento. Il progetto espositivo, curato dall’architetto Andrea Ponsi, s’intitola “Raffaele è Ganzo” e rimarrà aperto fino al 17 agosto.
La mostra rinnova il rapporto di lungo corso tra Bueno e la galleria versiliese, iniziato nel 2011 con la collettiva Micromegalico, curata da Adolfo Natalini. A distanza di quattordici anni, sarà un altro architetto, Andrea Ponsi — amico e attento conoscitore dell’opera di Bueno — a raccontare il mondo sospeso, ironico e immaginifico dell’artista fiesolano.
Raffaele è Ganzo, il titolo della mostra, nasce da una frase pronunciata dallo stesso Bueno nel suo studio immerso nel verde dei Bosconi, poco fuori Firenze. Un’esclamazione spontanea davanti alle proprie opere che ha finito per diventare il nome di questa esposizione, dal tono colloquiale e disarmato, in linea con il carattere schivo ma ironico dell’artista.
In mostra una selezione di opere che ripercorrono oltre sessant’anni di attività, dalle prime tavole del 1962, come il Nudo di nonna, fino ai lavori più recenti. Tra i titoli in esposizione compaiono Il fascino discreto della malavita, Miù luci della ribalta, San Girolamo, Raffaele farfalla, Oriente/Occidente e altre composizioni che restituiscono l’universo visionario di Bueno, fatto di piccole scene, teatrini quotidiani e visioni fuori dal tempo.
Accanto ai dipinti, la mostra propone anche un percorso più personale, attraverso oggetti, scritte, sculture e cimeli dello studio dell’artista. Tra questi, il Tirassegno, le frasi del poeta visivo Lamberto Pignotti e una monumentale scultura di quasi quattro metri, il Grande squalo, presentata per la prima volta in galleria.
Raffaele Bueno, nato a Fiesole nel 1945, è stato definito da Philippe Daverio “uno degli artisti più influenti della sua generazione”. Ha fatto parte del gruppo informale degli Etruschi, insieme a figure come Giovanni Ragusa, Roberto Barni, Maro Gorky e Matthew Spender. La sua pittura, fatta di piccoli formati e gesti misurati, restituisce mondi interiori stratificati, ricchi di rimandi autobiografici e suggestioni provenienti da viaggi e letture.
La mostra, oltre a ripercorrere la carriera di Bueno, offre uno sguardo sulla sua poetica dell’attesa e della lentezza, in un tempo artistico in cui, come scriveva Huysmans, “non si dipinge per vivere, ma si vive per dipingere”.
Andrea Ponsi, curatore del progetto, è architetto, designer e scrittore viareggino di formazione internazionale, noto per il suo approccio analogico e narrativo al progetto architettonico e urbano.
Vorrei inviare a Raffaele Bueno un carissimo saluto ricordando i momenti passati assieme con Giovanni, Ettore e Michele Ragusa. Un abbraccio e complimenti per il tuo ganzo fare !! Laura Viliani