Riaperto il Museo Diocesano a Camerino, a nove anni dal devastante terremoto

A Camerino, in provincia di Macerata, ha finalmente riaperto il Museo Diocesano G. Boccanera, ospitato all’interno del Palazzo Vescovile. A nove anni dalla sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso, che ha causato gravi danni e diverse vittime tra i confini di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio, lo scorso 16 ottobre 2025 è stato restituito al pubblico il cuore della città, un luogo identitario rinnovato nell’allestimento e nel racconto visivo.

Il Museo Diocesano nasce nel 1965, grazie all’importante attività di raccolta e collezione del professor Giacomo Boccanera. Danneggiato già nel 1997 da un terremoto, ha subito un riordino e un ampliamento a cura della professoressa Maria Giannatiempo Lopez, che ne ha permesso la riapertura l’8 dicembre 2004.

Il sisma del 2016 ha svuotato il centro storico di Camerino, lasciandolo nel silenzio fino ad oggi. Il carcere e il tribunale non ci sono più, ma l’Università è ancora attiva e, con essa, gli studenti che negli ultimi anni hanno ripopolato la città a poco a poco. In questo scenario, la riapertura del Museo Diocesano segna un’ulteriore ripartenza del centro come luogo vivo culturalmente e socialmente. Il nuovo percorso espositivo accompagna il visitatore attraverso la storia del territorio e della comunità, passando per le diverse forme artistiche: dai dipinti su tavola agli affreschi e agli stendardi, dalle grandi tele alle sculture in legno e in pietra, fino alle oreficerie e ai paramenti sacri.

A partire dal Rinascimento, Camerino si è sempre distinta come città viva e ricca, punto di riferimento in cui si intrecciano realtà culturali, istituzionali e religiose. Nel corso del Quattrocento la corte camerinese era una delle poche in Italia all’altezza di quella dei Montefeltro di Urbino; sono, infatti, moltissimi i pittori usciti da Camerino che incontrano fortuna in tutta Italia e altrettanti gli artisti e i letterati che vengono richiamati dalla raffinata corte rinascimentale.

Museo Diocesano Tiepolo totale Courtesy Museo Diocesano di Camerino

Dunque, il patrimonio conservato nel museo è di straordinario rilievo e mette in mostra la ricchezza culturale e spirituale del territorio attraverso i secoli: ne sono un esempio la scultura trecentesca di Sant’Anatolia del Maestro dei Magi di Fabriano, l’Annunciazione di Luca Signorelli, l’Apparizione della Madonna con il Bambino a San Filippo Neri di Giovan Battista Tiepolo, le sculture lignee di Lucantonio di Giovanni Barberetti e la Conversione di San Paolo del Baciccio. 

Durante la mattinata del 16 ottobre nel centro di Camerino, a piazza Cavour, si sono alternati gli interventi dei protagonisti di questa impresa di ricostruzione e rinnovamento. In primis, S. Ecc.za Mons. Francesco Massara, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, ha sottolineato l’importanza dell’aver lavorato in sintonia con tutti gli organi competenti che hanno contribuito alla riapertura del Museo Diocesano e del Palazzo Arcivescovile.

Il Sindaco di Camerino Roberto Lucarelli ha condiviso la gioia di rivedere la piazza piena di gente, in particolare di giovani, gli stessi che nove anni fa scappavano spaventati dal sisma. Anche il Sen. Avv. Guido Castelli, commissario straordinario di Governo alla ricostruzione dei territori colpiti dalla sequenza sismica iniziata il 24 agosto e terminata il 30 ottobre del 2016, ha ribadito che la riapertura è il frutto di una ricostruzione condivisa da istituzioni diverse – il Comune, la Diocesi, L’Università – che hanno unito le forze per un obiettivo comune: restituire alla città un luogo simbolo di incontro, di conoscenza e memoria e un centro di identità, bellezza ed arte.

“Il ritorno alla vita del Museo Diocesano e dell’intero Palazzo Arcivescovile è un dono immenso. Non si tratta solo di spazi espositivi, ma di luoghi che custodiscono la nostra memoria collettiva. Tavole rinascimentali, sculture sono testimonianza di fede e di arte che parlano della nostra identità più profonda” afferma Barbara Mastrocola, Direttrice del Museo.

Il Dott. Francesco Acquaroli, Presidente della Regione Marche, ha manifestato la sua felicità nel vedere la città di Camerino ritornare a vivere e ha espresso il profondo desiderio di ripristinare tutte le attività commerciali fondamentali per la vita del centro storico, a partire dalla piazza principale.

“Siamo orgogliosi di essere parte di questa rinascita e di essere un punto di riferimento per tante famiglie di Camerino” afferma il Presidente di Banca Mediolanum Giovanni Pirovano, una presenza importante in questa giornata, che ha visto anche l’apertura di una nuova filiale proprio sotto il portico del Palazzo, un ulteriore spunto per la ripresa sociale ed economica della città. 

Dopo le varie dichiarazioni, arriva finalmente il momento di tagliare il nastro: tutti i rappresentanti delle istituzioni sono in posizione, le macchine fotografiche pronte a scattare e le forbici sono in mano al Mons. Massara, ma ad inaugurare il museo è un uomo dello staff, chiamato dallo stesso Arcivescovo per recidere la fascia tricolore e accogliere i primi visitatori. Un gesto simbolico per ribadire ancora una volta l’importanza del camminare insieme, uniti per riportare in vita tutta Camerino, a cominciare dai suoi luoghi simbolo.

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