La Repubblica di San Marino parteciperà alla 61ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia con il progetto Sea of Sound, firmato dall’artista nordirlandese Mark Francis e curato da Luca Tommasi. La mostra sarà ospitata nella nuova sede del Padiglione sammarinese, la Tana Art Space, situata tra l’Arsenale e i Giardini, un ex deposito di legna e carbone oggi riconvertito in spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea. L’organizzazione è affidata a FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.A., con la supervisione del commissario Valentina Garavini e il supporto della Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura.
Il Padiglione di San Marino rinnova così la propria presenza alla Biennale confermando una direzione di ricerca che unisce sperimentazione visiva, riflessione concettuale e dialogo interdisciplinare. La partecipazione di Mark Francis si inserisce perfettamente nel tema scelto dalla direttrice Koyo Kouoh, In Minor Keys, che invita a esplorare il rapporto tra armonia e introspezione, tra ascolto e risonanza interiore. L’opera dell’artista nordirlandese, infatti, da decenni indaga i rapporti tra arte, suono e scienza, trasformando la pittura in un linguaggio di vibrazioni e frequenze, capace di rendere visibile ciò che solitamente appartiene al dominio dell’udito.
Il progetto Sea of Sound rappresenta una nuova tappa nel percorso di Francis, che sin dagli anni Novanta ha sviluppato una pittura astratta in grado di fondere percezione visiva e percezione sonora. Le sue tele si presentano come paesaggi dinamici, attraversati da trame, campi energetici e strutture ritmiche che evocano onde, eco e interferenze. L’artista non intende descrivere il suono, ma evocarlo attraverso il colore e la forma, creando un’esperienza sinestetica in cui la vista diventa un atto di ascolto.
L’allestimento del Padiglione si sviluppa in due ambienti complementari. Nella prima sala, una proiezione video introduce lo spettatore all’universo immaginativo di Francis, guidandolo in un campo visivo che si comporta come un organismo sonoro in espansione. Nella seconda sala, una serie di dipinti inediti di grande formato, realizzati a olio su tela e alluminio, permette di immergersi nella sua ricerca più recente. Le opere, caratterizzate da una raffinata costruzione materica, trasformano la superficie pittorica in una trama di rifrazioni, luci e densità cromatiche che sembrano pulsare al ritmo di un battito invisibile.
La pittura di Francis si fonda su un dialogo costante tra intuizione e metodo. Pur essendo di natura astratta, ogni composizione è il risultato di una riflessione sul rapporto tra struttura e casualità, controllo e abbandono. I pattern che emergono dalle sue tele rimandano tanto alle mappe sonore e agli studi scientifici sulle onde acustiche, quanto ai processi naturali di diffusione e propagazione. In questo equilibrio tra ordine e caos, la pittura diventa una forma di conoscenza sensibile, un modo per esplorare la relazione tra percezione umana e ritmo cosmico.
Il titolo Sea of Sound sintetizza l’essenza del progetto: un’immersione in un mare di suoni e vibrazioni, reali o immaginate, che attraversano lo spazio e il corpo. È un invito ad ascoltare il silenzio tra le note, a percepire l’eco di una realtà in continuo movimento. Francis concepisce il suono come metafora della nostra connessione con il mondo: un flusso invisibile che attraversa le cose e le lega in una rete di risonanze.
L’identità visiva del Padiglione di San Marino trae ispirazione da un’opera dell’artista, nella quale le tre torri del Monte Titano si trasformano in simboli di libertà e indipendenza, propagando onde che si diffondono nello spazio come segnali di creatività. Questa immagine diventa metafora dell’ascolto e della trasmissione, in perfetta armonia con il tema del “mare dei suoni” evocato dal progetto.
Con la partecipazione di Mark Francis, San Marino consolida la propria vocazione a essere laboratorio di idee e linguaggi contemporanei. Il progetto coniuga la tradizione pittorica con una sensibilità scientifica e percettiva, offrendo al pubblico una riflessione sull’ascolto come atto estetico e politico. Sea of Sound non è soltanto una mostra di pittura astratta, ma una vera e propria esperienza sensoriale che invita a riscoprire il valore del silenzio, della risonanza e dell’equilibrio in un mondo dominato dal rumore e dalla velocità.



