Con la personale Sguardo a distanza, in programma dal 12 maggio al 12 giugno 2025 presso la Blue Gallery di Venezia, Giuseppe Modica torna a restituire alla pittura il suo ruolo originario di strumento di riflessione, contemplazione e visione. In unโepoca dominata dallโimmagine istantanea e dalla semplificazione del reale, lโartista propone invece una prospettiva meditata, che assume la โdistanzaโ non come mancanza, ma come condizione necessaria per comprendere il mondo.
Curata da Silvio Pasqualini, la mostra raccoglie una selezione di opere recenti in cui Modica โ nato a Mazara del Vallo nel 1953, formatosi tra la Sicilia e Roma โ sviluppa una poetica pittorica fatta di geometrie luminose, orizzonti remoti e strutture sospese, capaci di tenere insieme la precisione della costruzione e lโevocazione di un tempo interiore. Le sue immagini si articolano in un equilibrio instabile tra concretezza architettonica e rarefazione metafisica, evocando paesaggi mentali dove lo spazio รจ sempre al contempo misurabile e immaginato.
Il titolo stesso della mostra, Sguardo a distanza, suggerisce una duplice lettura. Da un lato, la distanza รจ un dispositivo ottico: la pittura di Modica alterna primi piani rigorosi a profonditร dilatate, in cui lโorizzonte โ ora paesaggio, ora mare, ora struttura muraria โ agisce come linea di tensione prospettica. Dallโaltro, la distanza รจ condizione esistenziale e conoscitiva: per osservare il reale, per attraversarlo e comprenderlo, รจ necessario prenderne le misure, collocarsi altrove, nel tempo e nello sguardo.
Come scrive Pasqualini, ยซguardare a distanza significa non solo ricordare, ma fare unโesperienza corretta e precisa delle coseยป. La pittura di Modica si fa allora riflessione doppia: riflessione come specchio โ immagini riflesse nellโacqua o su superfici vetrate sono frequenti nel suo lavoro โ ma anche come pensiero, tempo del ricordo e della trasformazione. In questa logica, la sua opera recupera e rielabora la lezione di Piero della Francesca, la cui scientificitร prospettica si coniuga a una visione spirituale dello spazio, e di Mondrian, nella sua capacitร di organizzare il mondo attraverso il ritmo e la geometria.
Non a caso, Modica costruisce le sue composizioni su piani razionali e orizzonti simbolici, in cui finestre, aperture, scorci urbani e architetture sospese diventano dispositivi visivi per interrogarci sul tempo, sulla memoria e sullโidea stessa di rappresentazione. Il blu โ elemento cromatico ricorrente e fondativo โ agisce qui non solo come richiamo autobiografico alla luce della Sicilia, ma come principio strutturante, che attraversa la tela come un respiro, una soglia, una traccia dellโinfinito.
Le opere esposte raccontano un paesaggio interiore che si nutre di realtร , ma che dalla realtร si allontana per raggiungere un punto di sospensione. Ne รจ esempio la presenza di sagome navali, fortezze immaginarie, costruzioni solitarie: immagini dense, mai descrittive, in cui ogni elemento si carica di una funzione evocativa. Come in una pittura di de Chirico, lo spazio si fa metafora, il tempo si dilata, la visione non รจ mai immediata ma attraversata da un pensiero che la modula e la amplifica.
Secondo Claudio Strinati, che ha seguito a lungo il lavoro di Modica insieme ad altri intellettuali come Leonardo Sciascia, Maurizio Fagiolo dellโArco e Antonio Tabucchi, lโartista rappresenta oggi una delle voci piรน coerenti della pittura italiana contemporanea, capace di coniugare la profonditร della tradizione con una ricerca pittorica aperta alla complessitร del presente. Nella sua opera si avverte una tensione umanistica e metafisica che guarda al passato non come rifugio, ma come strumento di orientamento.
La mostra si inserisce con forza nel programma della Blue Gallery, che trova nel lavoro di Modica una sintonia ideale: non solo per il richiamo cromatico e concettuale al โbluโ, ma per quella volontร condivisa di riportare la pittura al suo statuto piรน alto, come luogo in cui arte e pensiero si incontrano.