L’ottavo episodio di Street Art: Urban Stories, il podcast ideato da Wunderkammern e condotto da Giuseppe Pizzuto, si concentra su un tema cruciale per comprendere la trasformazione dell’arte urbana contemporanea: l’evoluzione del mercato della street art e l’impatto crescente del digitale. Protagonista della puntata è Deodato Salafia, imprenditore culturale, collezionista e fondatore del gruppo Deodato, una delle realtà più attive in Europa nella promozione dell’arte urbana e digitale.
Negli ultimi decenni, la street art ha subito una radicale metamorfosi: da pratica spontanea, illegale e spesso effimera, si è trasformata in uno dei segmenti più dinamici del mercato dell’arte. Se all’inizio il gesto del writer o dell’artista urbano era destinato a dissolversi nel tempo e nello spazio della città, oggi alcune di quelle stesse opere – o versioni rielaborate per il circuito commerciale – vengono battute all’asta per milioni di euro.
Artisti come Banksy, Basquiat, Kaws o Obey hanno progressivamente spostato il confine tra arte di strada e arte da collezione. Alcuni di loro hanno mantenuto una forte componente critica nei confronti del mercato, altri ne hanno invece saputo sfruttare le logiche per costruire un linguaggio nuovo, capace di adattarsi sia al muro che alla cornice. In entrambi i casi, si è assistito alla nascita di un ecosistema in cui gallerie, case d’asta, fondazioni e piattaforme digitali giocano un ruolo sempre più strategico.
L’ingresso del digitale ha accelerato questa trasformazione. Le opere di street art vengono oggi documentate, archiviate, riprodotte e vendute anche in formato digitale o NFT, moltiplicando le possibilità di fruizione e investimento. Le piattaforme online permettono di seguire le aste in tempo reale, scoprire nuovi artisti, accedere a opere da ogni parte del mondo. Parallelamente, la tecnologia ha introdotto nuove sfide: come si definisce l’autenticità di un’opera digitale? Qual è il confine tra riproduzione e originale? E come si concilia la natura pubblica e gratuita della street art con la sua conversione in bene esclusivo?
In questo scenario, il ruolo delle gallerie specializzate è diventato cruciale. Curano, promuovono e posizionano artisti in un mercato sempre più competitivo, spesso accompagnandoli nella transizione tra spazio urbano e spazi espositivi. Alcune realtà, come il gruppo Deodato, hanno puntato su un modello ibrido, capace di valorizzare la dimensione fisica dell’opera ma anche la sua potenzialità digitale, intercettando un pubblico internazionale di collezionisti, appassionati e investitori.
Il rapporto tra street art e mercato resta però complesso. Da un lato, l’acquisizione di opere urbane da parte di privati o istituzioni può rappresentare una forma di tutela e valorizzazione. Dall’altro, esiste il rischio di snaturare la vocazione originaria dell’arte urbana, che nasce come gesto libero, condiviso e spesso effimero. Il mercato può offrire visibilità e sostenibilità agli artisti, ma può anche irrigidire un linguaggio che si è sempre nutrito di spontaneità e contesto.
Il confronto tra arte urbana e digitale ha aperto nuove strade anche sul piano creativo. Alcuni artisti stanno esplorando linguaggi ibridi, installazioni interattive, esperienze in realtà aumentata o opere pensate per vivere sia nello spazio fisico sia online. In questo modo, la street art continua a reinventarsi, mantenendo vivo il suo carattere sperimentale anche all’interno di un sistema ormai strutturato.
L’episodio offre dunque l’occasione per riflettere su una delle dinamiche più attuali del mondo dell’arte contemporanea: come si costruisce oggi valore attorno alla street art? Quali sono i meccanismi che regolano domanda e offerta? E quale ruolo possono avere i nuovi strumenti digitali nel garantire maggiore accessibilità, tracciabilità e trasparenza?
Street Art: Urban Stories prosegue così la sua esplorazione delle trasformazioni dell’arte urbana, interrogando i confini tra libertà espressiva, visibilità e mercato. L’episodio è disponibile su Spotify, Amazon Music/Audible, Deezer e Spreaker.


