Il decimo episodio di Street Art: Urban Stories, il podcast ideato da Wunderkammern e condotto da Giuseppe Pizzuto, esplora le connessioni tra street art, comunicazione, editoria e turismo culturale. Insieme a Christian Omodeo, fondatore della libreria parigina Le Grand Jeu, e a Anna Fornaciari e Anastasia Fontanesi, ideatrici del progetto Travel On Art, si affrontano alcune delle trasformazioni più significative dell’arte urbana nell’era digitale e post-digitale.
Negli ultimi anni, la street art ha vissuto una crescita esponenziale in termini di visibilità e diffusione, grazie anche al ruolo sempre più centrale dei social media. Instagram, Facebook, YouTube e TikTok hanno reso possibile la condivisione istantanea di opere che, per loro natura, esistono nello spazio pubblico e sono spesso temporanee. Questa esposizione ha portato l’arte urbana a raggiungere pubblici ampi e trasversali, superando i confini geografici e professionali, trasformandosi in contenuto virale e riconoscibile.
La street art è oggi, più che mai, un fenomeno comunicativo. Le opere non vengono solo fotografate, ma diventano tappe di percorsi urbani, strumenti di narrazione, scenari per storytelling visivi. Alcuni murales diventano veri e propri landmark, parte integrante dell’immaginario di una città. Le dinamiche social amplificano il potenziale comunicativo dell’arte urbana, ma al tempo stesso ne pongono nuovi limiti e interrogativi: quanto l’algoritmo condiziona la produzione artistica? L’arte pensata per i social rischia di perdere la sua forza critica?
A questa visibilità crescente si è affiancato anche un rinnovato interesse da parte dell’editoria indipendente e specializzata. Negli ultimi anni sono aumentate le pubblicazioni dedicate alla street art: cataloghi, saggi critici, guide, raccolte fotografiche, fanzine. Questi strumenti svolgono un ruolo essenziale nella documentazione e nella memoria di un’arte che, spesso, si cancella con il tempo o viene rimossa. Ma rappresentano anche uno spazio di approfondimento, che permette di andare oltre la superficie dell’immagine e restituire la complessità dei contesti in cui le opere nascono.
La fanzine, in particolare, si conferma ancora oggi uno dei formati più coerenti con lo spirito della street art: libera, accessibile, autoprodotta, spesso distribuita in circuiti alternativi, nasce da una logica di condivisione orizzontale e si muove tra fotografia, critica e racconto visivo.
Parallelamente, l’aumento della visibilità ha stimolato la nascita di nuove forme di turismo culturale legate alla street art. Città come Berlino, Lisbona, Londra, Buenos Aires, Napoli o Marsiglia sono oggi mete di viaggi tematici, itinerari urbani, tour guidati alla scoperta dei quartieri rigenerati attraverso l’arte pubblica. Questo approccio al viaggio permette di esplorare il tessuto urbano in modo diverso: non più solo monumenti e musei, ma strade, vicoli, piazze, fabbriche dismesse che diventano luoghi di narrazione contemporanea.
Il legame tra arte urbana e viaggio introduce anche un altro elemento chiave: la relazione tra artista e territorio. Molti interventi di street art sono site-specific e nascono da un dialogo diretto con il contesto, la comunità, la storia del luogo. Viaggiare alla scoperta della street art significa quindi entrare in relazione non solo con l’opera, ma con l’identità profonda di un quartiere o di una città.
Street Art: Urban Stories chiude così il suo primo ciclo di episodi con una riflessione trasversale che unisce pratiche artistiche, strumenti editoriali e nuove modalità di esplorazione urbana. L’arte urbana non è più solo un gesto solitario, ma una forma culturale complessa, che comunica, connette e racconta il presente. L’episodio è disponibile su Spotify, Amazon Music/Audible, Deezer e Spreaker.


