A un passo dal famoso Passeig de Gracia a Barcellona è impossibile non notare ‘Nube y Silla’, Nuvola e Sedia, installazione che si erge imponente sopra la facciata della Fondazione Antoni Tàpies, museo fondato dallo stesso artista intorno agli anni ‘80 con lo scopo di promuovere l’arte moderna e contemporanea a Barcellona. L’edificio, presistente come sede della casa editrice spagnola Montaner e Simon, è un chiaro esempio di architettura modernista catalana e fu in seguito ristrutturato dagli architetti Roser Amadó e Lluís Domènech Girbau. Grazie a questo intervento, gli ambienti interni ripresero il concetto di ‘white cube’ , ampi e luminosi, permettendo di ospitare annualmente mostre dedicate ad Antoni Tàpies.
In particolare, fino al 12 gennaio ha luogo la retrospettiva ‘Antoni Tapies. La Pràctica dell’Art’, incentrata sulle percezioni dell’artista tramite la sperimentazione di diversi media e la conseguente creazione di numerose opere, realizzate nell’intero arco della sua carriera. Elemento distintivo è la totale assenza di un percorso espositivo cronologico, pertanto è possibile iniziare la visita partendo da una delle tre sale a scelta. Inoltre, la disposizione di tali opere è sapientemente pensata per rendere la loro contemplazione uno dei punti forti dell’esposizione stessa.
Sono presenti quadri di grandi dimensioni, elemento comune della pratica artistica di Tàpies, ad esempio salta immediatamente all’occhio l’opera ‘Ni Portes Ni Finestres’, una tavola in legno alta tre metri e larga due e mezzo in cui l’artista relaziona diversi media, quali la pittura a olio nera assemblata a uno schienale di ferro bianco, presumibilmente parte di un letto ospedaliero e un lenzuolo, anch’esso bianco. A conclusione dell’opera delle scritte, di fondamentale importanza per Tàpies che ne risaltano l’elemento olistico della sua pratica. Difatti, categorizzare l’artista catalano all’interno di uno specifico stile è quasi impossibile, lui stesso non ha mai voluto aderire ufficialmente a nessuna corrente artista anche se influssi del surrealismo, dell’espressionismo astratto e soprattutto dell’arte informale hanno contribuito a plasmare la sua figura artistica.
I riferimenti storici sono un altro fattore presente ne la ‘Pràctica de l’Art’ come in ‘Caixa de la Camiseta Roja’ una composizione di cartone, pittura nera, corda con intrecciata una camicia rossa la quale potrebbe essere un’allusione al comunismo e in particolare a chi perse la vita durante le dure repressioni del regime franchista. Più filosofico invece è l’approccio alla creazione dell’installazione ‘Pila de Plats’, una pila di piatti da cucina a cui viene attribuito un valore artistico alla Duchamp, ovvero Tàpies eleva l’oggetto comune a forma d’arte da contemplare nel contesto culturale.
Intima e introspettiva infine è la sala del seminterrato dove sono esposti tutti i quadri di piccole dimensioni, caratterizzati da uno stile più surrealista e cupo, come il celebre ‘Parafaragamus’, rappresentazione emblematica delle prime influenze di Tàpies nell’ambiente culturale catalano, come la fondamentale unione artistica con il poeta spagnolo Joan Brossa con cui Tàpies avrà modo di esplorare la sua personale visione dell’arte.
Con la mostra ‘Pratica dell’Art’ ognuno è libero d’immergersi del mondo di Antoni Tapies creando un ricordo straordinario alla scoperta di uno degli artisti spagnoli più visionari dell’era contemporanea.