Misticismo, magia e non solo: a Londra una mostra sull’origine e il potere iconografico dei tarocchi

Lo scorso 2 ottobre, a conclusione del progetto di riqualificazione e ampliamento firmato Haworth Tompkins, ha riaperto le sue porte al pubblico il Warburg Institute di Londra, un evento sancito dalla mostra Memory & Migration volta ad inaugurare il programma espositivo della nuova Kythera Gallery. 

Dal 31 gennaio 2025 al 30 aprile il centro di studi umanistici ospiterà Tarot: Origins & Afterlives, una panoramica internazionale sulla storia e il ruolo socio-culturale dei tarocchi dal XV al XXI secolo curata da Jonathan Allen e Martina Mazzotta, Associate Fellows dell’Istituto, congiuntamente con il suo Direttore Bill Shermann. 

Sebbene la loro storia sia avvolta nel mistero fin dall’etimologia del lemma e dal luogo di origine, elementi indiziari sembrano rivelare come gli Arcani Minori giunsero in Europa dall’Asia orientale  nel XIV secolo, mentre gli Arcani Maggiori fecero la loro comparsa nella prima metà del Quattrocento presso le corti nobiliari dell’Italia settentrionale. È da questo contesto che pervengono i primi esemplari impiegati come carte da gioco a scopo intrattenitivo e propedeutico per l’élite rinascimentale, trovando poi ampia diffusione nel resto del Vecchio continente tra XVI  e XVII secolo

L’odierna associazione con l’occultismo e l’arte divinatoria si affermò in ambiente francese solo al termine del Settecento mediante le speculazioni maturate dagli esoteristi Antoine Court de  Gébelin e Jean Baptiste Alliette, meglio noto come Etteilla. Il primo, nell’VIII volume dell’opera  Le Monde primitif (1781), ne sviluppò una personale ricostruzione storica, tracciando una  corrispondenza tra gli stessi e la tradizione egizianista dei mitici Libri di Thot, di cui avrebbero distillato le conoscenze attraverso le simboliche immagini; il secondo, in Manière de se récréer  avec le jeu de cartes nommées tarots (1783-85), ne espose il primigenio metodo per l’uso in cartomanzia.

A cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento il fascino dei tarocchi come strumento  destinato ad una gnosi esoterica crebbe esponenzialmente, determinando la nascita di due scuole interpretative basate sugli insegnamenti di Gérard Encausse e di Oswald Wirth. 

Il loro emergere dai bassifondi del ludus ha stabilito la genesi di un vero e proprio campo di studi, la Tarologia, e ha consentito di riscontrarne l’immenso valore creativo che stimolò  molteplici artisti contemporanei a proporne una personale interpretazione: da Franco Gentilini ad  Aldo Renato Guttuso, da Salvador Dalì a Niki de Saint Phalle che, coadiuvata da personalità come Jean Tinguely, fu autrice del celebre Giardino dei Tarocchi a Garavicchio. 

Ancora oggi, scoprire cosa riserva il futuro e riflettere sugli archetipi interiorizzati che segnano la modalità di agire di un individuo nel presente si prospetta per alcuni come una possibilità affascinante, mentre per i più scettici una “stramberia” priva di fondamento scientifico. Al di là  della posizione soggettiva in merito alla validità del metodo, è innegabile come i tarocchi rappresentino un prodotto culturale stratificato di cui la mostra Tarot: Origins & Afterlives ambisce a ripercorrere le tappe essenziali dell’evoluzione temporale ed estetica, onorando l’interesse dimostrato dallo stesso Aby Warburg mediante le ricerche maturate e la preziosa  biblioteca riunita, fonte d’eccellenza per la storia della magia e delle arti occulte

L’esposizione presenta al pubblico alcuni pezzi provenienti dalle collezioni personali del padre dell’iconologia, molti dei quali inediti, oltre a prestiti da archivi privati e istituzioni  internazionali. Hanno sorvolato il Tamigi per prendere parte all’evento i mazzi Visconti di Modrone, Brera-Brambilla e Pierpont-Morgan, tra i più antichi esemplari pervenuti ascrivibili al XV secolo e rientranti nel celebre gruppo Visconti-Sforza. È possibile ammirare una selezione di stampe riproducenti i dibattuti Tarocchi del Mantegna, conservate al British Museum, la serie dipinta da Austin Osman Spare nel 1906 della The Magic Circle Collection e le carte Livre de Thot ideate espressamente per la divinazione dall’esoterista Etteilla nel XVIII secolo, ora presso la Wellcome Collection. 

Frieda Harris original painting of Death card for Aleister Crowleys Thoth Tarot 1937 43 Image credit Courtesy of Warburg Institute

Esibiti per la prima volta in Inghilterra anche i dipinti originali di Frieda Harris per i Tarocchi di Thoth di Aleister Crowley e, per l’occasione, è stata predisposta una Tarotkammer o “camera  delle curiosità”, destinata ad accogliere i mazzi contemporanei realizzati da artisti emergenti. Tra essi figurano Courtney Alexander, attivista per i diritti degli afroamericani e della comunità  LGBTQ, in cui gli Arcani Maggiori sono impersonati da rilevanti figure black come l’astrofisico Neil deGrasse Tyson o la ballerina Missy Elliott; il collettivo londinese dal tratto psichedelico Plastique Fantastique, artefici di carte che indagano il trinomio uomo-animale-tecnologia e  Candida Powell-Williams, ispirata dal linguaggio geometrico, biomorfico e simbolico delle  pratiche occulte.

Un entusiasmante programma di eventi accompagnerà la mostra, tra cui numerose conferenze sul  tema e la première britannica del progetto di realtà aumentata Trinity Tarot Garden, sviluppato da Ugo Dossi. Lo spettacolo storico allestito al Warburg Institute si prospetta come un’occasione senza precedenti per ripercorrere gli oltre cinque secoli di esistenza delle “Carte de Trionphi” che, da gioco  popolare, a “tela” per gli artisti e a mezzo con cui predire il domani, si sono evolute ed adattate  alle correnti culturali dei diversi tempi, servendosi del linguaggio altamente espressivo e  comunicativo dell’arte, in un fil rouge destinato a stimolare la nostra parte animica.

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