Sabato 25 maggio si è svolta la serata inaugurale della seconda edizione di Un/Veiled, un ciclo di eventi artistici progettato dalla Fondazione Nicola del Roscio in collaborazione con la Cy Twombly Foundation, mirato a scoprire i legami che collegano il lavoro di vari artisti all’opera di Twombly. Gli ambiti esplorati vanno dalla musica alle arti visive, con la presentazione di una mostra di opere dell’artista e musicista Devendra Banhart e una stazione d’ascolto dedicata a Morton Feldman, in particolare alla composizione Triadic Memories (1981).

Le influenze di Twombly, come spiega Eleonora Di Erasmo, curatrice della mostra in collaborazione con Nicola del Roscio, si possono riscontrare in diverse discipline afferenti al mondo dell’arte ed è proprio in quest’ottica che è stata organizzata una serie di incontri dal vivo, con artisti che hanno raccolto l’eredità di Twombly, declinandola secondo la propria sensibilità. Da qui deriva anche la scelta, osserva la curatrice, di intitolare l’intero progetto Un/Veiled: “Volevamo offrire uno sguardo inedito, utilizzando gli occhi degli artisti, i quali, a loro volta, diventano un filtro per guardare Twombly. Da qui nasce il titolo Un/Veiled, con lo slash, perchè corrisponde al vedere e al non vedere, al visibile e all’invisibile, cosa che fa parte del processo creativo di ogni artista, l’essere a metà tra questi due poli e ciò che è invisibile viene fuori ed emerge attraverso l’arte”.

Il primo dei cinque appuntamenti di Un/Veiled ha visto come protagonista Devendra Banhart: classe 1981, si forma inizialmente come artista visivo, frequentando l’Accademia di Belle Arti di San Francisco e solo in un secondo momento passa a dedicare la propria carriera artistica alla musica. Banhart ha dedicato un live acustico proprio negli spazi della Fondazione, dove fino al 5 luglio è possibile visitare la mostra Devendra Banhart. Total Pink Cosmos in Square White Cloud, realizzata in collaborazione con la Galleria Mazzoli (Modena). Attraverso un repertorio composto da alcuni dei suoi pezzi più iconici (Bad Girl, Mi negrita, Quedate Luna), fino ad arrivare alle ultime canzoni rilasciate negli album Ma (2019) e Flying Wig (2023) – con tanto di richieste dal pubblico – Banhart ha dato vita alle composizioni visive esposte all’interno della galleria.
La selezione di opere raccolta all’interno dell’esibizione riflette in che modo Banhart ha rielaborato le influenze di Cy Twombly nel proprio percorso artistico. La serie Sphinx Interiors, che recupera lo stesso procedimento di Twombly di lavorare e produrre opere attraverso un metodo seriale, è una rielaborazione del tema della Sfinge, creatura immaginaria, misteriosa ed enigmatica, la cui presenza affonda le proprie radici nella mitologia e nella grande tragedia classica greca. Non è solo il motivo della Sfinge che viene ripetuto nelle opere, ma la stessa concezione di serialità si riscontra nelle linee e nei motivi geometrici che riempiono agli “interni”, che danno il nome all’intero progetto e delimitano la silhouette della creatura.

La connessione con Twombly non si limita alle opere visive, ma si estende fino alla musica. Di Erasmo racconta che al momento di selezionare opere di Banhart per la mostra, la serie di disegni realizzati a inchiostro ha catturato la sua attenzione. Solo in un secondo momento è emerso il collegamento tra i disegni di Banhart e il lavoro del compositore statunitense Harold Budd: così come Budd ha tradotto in musica le opere di Twombly, allo stesso modo Banhart, ascoltando le composizioni di Budd, ha provato a riconvertire quest’ultime in disegni. Le composizioni di Budd saranno al centro della serata conclusiva di Un/Veiled, che si svolgerà il 29 giugno e vedrà un riarrangiamento live realizzato da Eraldo Bernocchi e Rita Marcotulli.



