THEM e Holy Club tra mito, tecnologia e fragilità umana ad Art Dubai Digital 2025

Nella cornice della quarta edizione di Art Dubai Digital – la sezione della fiera interamente dedicata alla sperimentazione tra arte e tecnologie emergenti – lo stand di Holy Club rappresenta uno dei nuclei espositivi più densi di riflessioni contemporanee. 

La sezione Digital curata da Gonzalo Herrero Delicado è costruita attorno al tema After the Technological Sublime, una riflessione sull’impatto estetico, psicologico e sociale delle tecnologie avanzate, dall’intelligenza artificiale ai sistemi algoritmici.

In questo contesto, Holy Club, collettivo di artisti e professionisti specializzati nell’ibridazione tra creatività visiva e strategie di comunicazione digitale, presenta il nuovo lavoro del collettivo artistico THEM, protagonista di un percorso che fonde l’indagine mitologica con il linguaggio della new media art.

Holy Club: un laboratorio di sperimentazione tra arte e tecnologia

Fondato da Domenico Fragata, imprenditore ed esperto in intelligenza artificiale, filosofia contemporanea e arte digitale, Holy Club – con sede a Carnate, in provincia di Monza e Brianza – si configura come una piattaforma curatoriale e produttiva che opera nell’intersezione tra arte contemporanea e tecnologia con profonde ibridazioni e riflessioni sulla nostra società. Il collettivo si distingue per la capacità di coniugare ricerca artistica e innovazione tecnologica, attraverso soluzioni espositive inedite che integrano linguaggi visivi avanzati. Obiettivo di Holy Club? Rendere l’arte accessibile attraverso esperienze digitali coinvolgenti, permettendo ai visitatori di esplorare le opere.

THEM: il collettivo post-umano

THEM è un collettivo nato da una ricerca artistica e filosofica sui temi del cyberpunk e del postumanesimo. Il nome stesso – “THEM” – allude all’anonimato e alla molteplicità: non un’identità univoca ma una costellazione di soggetti che agiscono nel paesaggio digitale come entità fluide. Le loro opere riflettono su un mondo in cui il confine tra umano e tecnico si assottiglia, evocando allo stesso tempo meraviglia e inquietudine.

La pratica del collettivo si esprime attraverso lavori phygital – fisici e digitali – che combinano animazioni in realtà aumentata, stampa su materiali industriali, tag NFC e opere NFT. Due delle collezioni più significative di THEM sono The Codes of Beauty, incentrata sugli standard estetici nell’era della bellezza algoritmica, e Algorithm Monks, una riflessione visiva sulle “entità devote” del sistema di controllo digitale, rappresentate come monaci che tessono le trame del comportamento umano tramite la raccolta e l’elaborazione dei dati.

Archetypes: miti ed emozioni sotto la lente del presente

Per Art Dubai Digital 2025, THEM e Holy Club presentano l’inedito progetto Archetypes, dove mitologia, linguaggio tipografico e memoria digitale si intrecciano. La collezione esplora emozioni, contraddizioni e fragilità dell’essere umano attraverso la rievocazione di figure archetipiche: da Ulisse a Cassandra, da Achille a Io, le immagini emergono come frammenti di una memoria collettiva, rielaborata in chiave contemporanea.

Le opere sono realizzate su carta fine Takeo Yawaragami Rayon, stampate in mosaici tipografici e protette da plexiglass. L’uso del linguaggio testuale e visivo antico viene accuratamente e armoniosamente bilanciato da un’estetica digitale che invita a rallentare, osservare e contemplare, contrapponendosi volutamente alla velocità della cultura contemporanea algoritmica. Ogni archetipo si fa così simbolo di un’emozione universale e al tempo stesso riflesso della nostra condizione contemporanea, sospesa tra passato e presente, carne e codice.

Archetypes si distingue per la capacità di restituire il mito non come repertorio narrativo statico, ma come strumento critico per osservare le tensioni del nostro tempo: la nostalgia per ciò che sfuma, la difficoltà a comunicare nel rumore digitale, il desiderio di permanenza in un mondo fatto di dati volatili.

Gods of the Digital Age: divinità codificate per l’era algoritmica

Accanto al progetto Archetypes, lo stand di Holy Club ad Art Dubai Digital 2025 ospita anche la serie Gods of the Digital Age, un ciclo di opere in lightbox che mette in dialogo l’iconografia mitologica con la cultura digitale contemporanea. Le figure rappresentate – Apollo, Artemide, Marte – emergono da un’estetica che fonde la grazia ideale di Botticelli con i contrasti drammatici di Caravaggio, ma sono generate interamente attraverso codice HTML.

L’opera non è dipinta, bensì “programmata”: ogni immagine è frutto di un processo di costruzione algoritmica, in cui il linguaggio della rete diventa mezzo espressivo. I lightbox retroilluminati conferiscono alle divinità digitali un’aura sacrale e al contempo artificiale, accentuando la tensione tra l’origine mitologica dei soggetti e la loro reincarnazione informatica.

Questa serie riflette sull’attualità del mito come chiave di lettura delle dinamiche sociali, economiche e tecnologiche: le nuove divinità del nostro tempo non abitano più l’Olimpo, ma le infrastrutture digitali, i sistemi di sorveglianza e le architetture algoritmiche che regolano la vita quotidiana. Gods of the Digital Age ci invita così a interrogarci su chi (o cosa) detiene oggi il potere simbolico e operativo nelle nostre società connesse.

Con lo stand curato da Holy Club, THEM conferma la propria vocazione a trasformare la materia digitale in linguaggio artistico critico. I progetti presentati dialogano coerentemente con il tema curatoriale dell’edizione 2025, espandendo il concetto di sublime tecnologico verso una dimensione poetica e riflessiva. 

In un contesto come Art Dubai Digital che celebra l’innovazione, l’intervento di THEM rappresenta un invito alla profondità, alla consapevolezza e all’ascolto della nostra umanità, anche quando sembra dissolversi nella confusione dei dati.

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