Varese Design Week: chiusa l’ottava edizione all’insegna delle connessioni

Dal 9 al 13 ottobre Varese ha ospitato la Varese Design Week, evento giunto all’ottava edizione sotto la curatela tutta al femminile di Nicoletta Romano, Silvana Barbato, Silvia Giacometti e Laura Sangiorgi, che ogni anno coinvolge il pubblico locale e non in panel tematici e tavoli di lavoro con il design come protagonista. Tra i principali obiettivi che si pone la rassegna c’è quello di creare valore per la comunità, coinvolgendo attivamente istituzioni e nuove generazioni per trovare una chiave interpretativa a concetti che spesso vengono generalizzati. 

Il tema scelto quest’anno è Design Connections a suggerire una riflessione sulle relazioni interpersonali, dettate e scardinate dalla diffusione sempre più virale dei nuovi medium, a favore di un recupero dell’uso di mezzi più concreti, come lo sguardo e il dialogo.

Questa edizione sceglie di stringere una partnership con la Scuola Europea di Varese che accoglie positivamente l’invito rivolto agli allievi di guidare il pubblico alla scoperta delle location dislocate per la città e delle esposizioni curate al loro interno. Classi internazionali e interculturali si misurano con un’esperienza formativa che uscendo dagli schermi delle consuete attività scolastiche invita i giovani studenti a rapportarsi con ambienti e riferimenti stimolanti, ma soprattutto a mettersi in gioco sperimentando una comunicazione giovane e diretta. 

Il digitale è parte del nostro quotidiano ed è fondamentale trasmettere la nuova cultura con gli strumenti e i linguaggi adatti: la Varese Design Week investe nella qualità e nella trasversalità del suo programma chiamando a partecipare professionisti che ogni giorno vivono in prima persona la transazione tecnologica, in un contesto di apertura e fluidità che rende accessibili e fruibili contenuti altrimenti dedicati agli addetti ai lavori. 

Dalla neuroscienza, alla psicologia fino ad arrivare alla musica, le discipline interessate allo sviluppo dell’IA sono numerose e ognuna di esse si rapporta costantemente con l’analisi e la valutazione dell’impatto che l’innovazione ha sul futuro e sulle relazioni umane che inevitabilmente si evolvono. Da questa consapevolezza la VDW si pone come tramite e punto di incontro per sviluppare un dibattito costruttivo intorno ai temi trattati: il dialogo che si instaura ha quindi un duplice valore, da un lato la sensibilizzazione del pubblico su vantaggi e rischi di un’epoca di transizione che interessa la comunità in senso lato, dall’altro lo stimolo a utilizzare la tecnologia per promuovere la ricerca e la creatività umana.

La scelta delle location segue un criterio coerente con la manifestazione, individuando luoghi della tradizioni affiancati a centri di design e nuovi hub creativi: Villa Panza, collezione di arte contemporanea rinomata in tutto il mondo, ospita illustri designer con la partecipazione della curatrice dott.ssa Gabriella Belli, la villa novecentesca che oggi ospita lo Spazio Lyceum è teatro di incontri e talk di approfondimento con scienziati e designer, Studio in mostra, sede dello studio di Max Laudadio e della moglie anch’essa artista Loredana Bonora, a sua volta diventa sede di diversi panel, il Gran Cinema Vittoria accoglie la mostra Il design del computer_tra storia e intelligenza artificiale dedicata alla storia e all’evoluzione del computer. Infine Base Blu Bar, il concept store nato da uno storico bar del centro oggi palcoscenico di eventi legati all’arte e alla moda e il flagship store dell’azienda di serramenti e infissi di design ERCO, si affermano come spazi collaterali dell’iniziativa e show-room di design di alto livello visitabili comodamente tra gli appuntamenti del palinsesto.

La mostra interattiva Il design del computer_tra storia e intelligenza artificiale, curata da Cristian Visentin e realizzata in collaborazione con l’Associazione Varese Retrocomputing e l’Associazione Lavori in Corso, è pensata per tutte le fasce di etá, per chi i primi computer li ha visti o acquistati e per chi utilizza ogni giorno gli ultimi modelli. Il gap cronologico viene riempito dall’accostamento dei modelli storici, provenienti da diverse collezioni private e non, alla dinamicità dei giovani studenti della Scuola Europea che guidano i visitatori in questo viaggio nel tempo.

Sono otto gli esemplari esposti che ripercorrono la storia e le trasformazione del computer, dal primo Apple Macintosh Plus(1986), al primo esempio italiano Olivetti M240 (1987), fino agli ultimi modelli di Mac che riaffiorano alla memoria di tutti: i pannelli che accompagnano ogni dispositivo utilizzano il supporto dell’intelligenza artificiale per immaginare prospettive, variazioni e dettagli a partire dai computer originali, per spingere al limite la fantasia del pubblico e per comprendere meglio il funzionamento e i particolari di ogni pezzo in mostra. 

L’esposizione è resa ulteriormente immersiva grazie alla possibilità di interagire in prima persona con i computer, ad esempio provando i primi videogames tra pixel coloratissimi e avventure dal sapore vintage; l’opera di Laura Branca Idolo troneggia al centro della vecchia sala di proiezione, illuminata ad hoc per risaltare il senso di libertà e leggerezza suggerito dalle forme contemporanee.

Anche Ufficio in mostra ha la duplice valenza di location dedicata ai talk e di spazio espositivo per due progetti ideati dai proprietari e fondatori Max Laudadio e Loredana Bonora, entrambi promotori attivi di arte contemporanea. Quattr’occhi sul mondo presenta gli scatti di un progetto fotografico di Max Laudadio che inquadra nuove prospettive colorate e personali di quello che ci circonda ogni giorno, mentre la mostra permanente degli oggetti di design creati da Loredana Bonora invade l’appartamento e dona un tocco di luce e giocosità attraverso veri e proprio capolavori di crochet e pezzi unici.  

Il Centro di Ricerca Tecnologie Avanzate per la Salute e il Ben-Essere dell’Ospedale San Raffaele collabora con ICONE – Centro Europeo di Ricerca in Storia e Teoria dell’Immagine dell’Università Vita-Salute San Raffaele in un processo di sperimentazione all’avanguardia che concretizza lo stretto legame che intercorre tra la nostra attività celebrale e l’arte; la misurazione dei parametri biologici e delle reazioni emotivo-cognitive del nostro cervello si sposa con il relativismo della bellezza in un’esperienza immersiva che trova nuove risposte a teorie fino ad ora non dimostrabili. 

La Varese Design Week propone ogni anno focus che non solo dialogano con la contemporaneità e con le sue sfide, ma che animano la città suggerendo connessioni inaspettate tra gli attori del cambiamento. La progettualità e la collaborazione sono i valori che guidano questa rassegna che declina il presente nelle sue diverse sfaccettature con un approccio proattivo e ispirato verso il futuro.

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