Wolfs – Lupi solitari: il ritorno di Pitt e Clooney tra ironia e crimine. La recensione

Brad Pitt e George Clooney, dopo le iconiche avventure della trilogia diretta da Steven Soderbergh, nonché il gioiello dei Fratelli Coen Burn After Reading – A prova di spia, ci regalano un nuovo capitolo della loro collaborazione, un dialogo che trascende il semplice cinema. Ora, con qualche anno in più e i segni ineluttabili del tempo, i due attori si ritrovano in Wolfs – Lupi solitari, un’opera per Apple TV+ diretta da Jon Watts.

Questa volta, non sono più astuti ladri ma dei fixer, professionisti del crimine chiamati a ripulire le scene di reati, rievocando l’indimenticabile figura del Mr. Wolf interpretato da Harvey Keitel in Pulp Fiction. In un lussuoso hotel di New York si incrociano le loro strade, ignari dell’inattesa presenza dell’altro. Il compito è arduo: salvare la reputazione di una procuratrice, interpretata con brio da Amy Ryan, che si trova in preda al panico accanto a un giovane esanime, immerso in una pozza di sangue. Con riluttanza e un sottile gioco di provocazione, i due decidono di collaborare, ma la loro notte si trasforma rapidamente in un turbinio di imprevisti, misteri e insidie del crimine.

Brad Pitt e George Clooney danno vita a Wolfs – Lupi solitari con una chimica palpabile, un gioco di sguardi ironici e ammiccamenti che incanta. Non mancano momenti di autoironia che mettono in discussione i loro stessi miti, come quando si mostrano imbolsiti, affaticati e bisognosi di occhiali per leggere le piccole scritte. Con due icone di tale calibro, si potrebbe persino ritenere superflua la sceneggiatura, lasciando che le schermaglie verbali e la loro abilità nel tessere sfide surreali sostituiscano il fulcro narrativo, mescolando tensione a fragorose risate.

Jon Watts si lascia sedurre da un copione che si rivela eccessivamente complesso e ricco di strati, tentando di mescolare generi diversi: buddy movie e gangster movie. Dopo un avvio promettente, con i protagonisti rinchiusi in una stanza insieme alla voce fuori campo di Frances McDormand, Wolfs – Lupi solitari scivola in una notte newyorkese che, purtroppo, rimescola cliché già visti, limitandosi all’estro dei protagonisti, amici-nemici in balia di situazioni sempre più grottesche.

Nonostante le interpretazioni convincenti di Amy Ryan e del talentuoso Austin Abrams, già visto in Euphoria, Watts riesce a disperdere gran parte della magia cinematografica generata dalla presenza di Pitt e Clooney, intrappolati in un’opera che non riesce a mantenere un equilibrio convincente tra i generi. Coloro che nutrivano speranze di un ritorno ai fasti di Soderbergh o dei Coen dovranno accontentarsi di un film che, tra qualche sorriso e momenti di autentica ilarità, dilapida la nostalgia e l’affetto imperituro per questi due straordinari interpreti.

Non sono più i giovani ladri astuti e scaltro, ma due uomini che, con una certa dose di autoironia, affrontano i segni del tempo, come se cercassero di recuperare un passato che scivola sempre più lontano. Questa consapevolezza li rende umani, autentici, e, in definitiva, più vulnerabili. Nonostante le ambizioni del film, il talento di Pitt e Clooney, pur se magnifico, non riesce a sollevare Wolfs – Lupi solitari e a convincere. La mancanza di un equilibrio tra i vari elementi, la commedia, il noir e il crime, si traduce in un’esperienza visiva che, per quanto affascinante, fatica a trovare una sua identità.

Wolfs – Lupi solitari è disponibile in streaming dal 27 settembre su Apple TV+. Indipendentemente dal riscontro del pubblico, la storia dei due cleaner non è destinata a concludersi: è già in cantiere un sequel, con la riconferma di Brad Pitt e George Clooney.

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