La New York deserta e inquieta di Linda Fregni Nagler

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In una New York deserta, inquieta e abbandonata, Linda Fregni Nagler trasforma gli spazi di una città che non dorme mai in luoghi silenti. La mostra di Fregni Nagler si inserisce nell’industria della VI Biennale di Fotografia Dell’Industria e Del Lavoro promossa dalla Fondazione MAST.

GAME. L’industria del gioco in fotografia punta a portare gli spettatori oltre i confini della città di Bologna, pur restandovi all’interno. Gli storici edifici bolognesi isolano dalla frenesia contemporanea per offrire la dimensione senza tempo del gioco, combinandosi all’attualità della fotografia. La serie di immagini di Fregni Nagler, intitolata Playgrounds e realizzata a partire dal 2005, riprende parchi, architetture e quartieri durante la notte, quando perdono la loro funzione, la leggerezza e l’allegria che si è soliti associare a questi luoghi.

La fotografa svedese combina gli elementi base del mezzo fotografico, ai tempi, alla luce e ai divieti: entra in spazi inaccessibili e recintati per trasformare i suoi soggetti da luoghi sicuri a luoghi angoscianti, lasciandovi intravedere le tracce del giorno. 

I dettagli e la forma esatta dei soggetti emergono solamente dopo lo sviluppo del negativo, poiché spesso Linda Fregni Nagler fotografa in condizione di totale oscurità. 

Questo tentativo di dare una nuova interpretazione agli oggetti, che si nascondono dietro la loro apparenza, rappresenta la prospettiva personale dell’artista: trasformare gli oggetti in un qualcos’altro che, durante la notte, perde la sua funzionalità, rimanendo solitario e privo di scopo e di contesto, inerte davanti all’obiettivo della fotografa.

“Ho imparato a stampare prima ancora che a fotografare, è un processo che fa sempre molto parte del mio lavoro. Direi che in questo lavoro è anche funzionale al cambiamento d’atmosfera, al congelamento dei luoghi e alla loro messa in solitudine”[Linda Fregni Nagler].

I soggetti di Linda Fregni Nagler restituiscono, nella sala delle udienze papali di Palazzo Boncompagni, un senso di fuga e sospensione. Per l’artista la fotografia è gioco e artificio, ma anche consapevolezza della natura costruita della fotografia, oltre alla ricchezza e alla creatività che il mezzo stesso offre. L’artista gioca spesso con il prodotto fotografico, ricalca a mano i negativi, incide i dettagli, li sposta e li ricolloca in un triplo passaggio tecnico. 

In una serie realizzata appositamente per Foto/Industria, si concentra per giorni sugli stessi oggetti: i lunghi tempi di esposizione sono una costante per la fotografa che vuole soffermarsi sui dettagli per fuggire dall’istantaneità di uno scatto e non  far scivolare i suoi occhi sui contorni per una sola frazione di secondo.

Le dodici mostre di Foto/Industria 2023, visitabili fino al 26 Novembre, propongono la molteplicità del tempo del gioco a partire dalla fine dell’Ottocento per arrivare ai giorni nostri: Linda Fregni Nagler ha il merito di portare serenità e turbamento con i suoi giochi fotografici notturni.

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