Addio a Maurizio Pollini, maestro indiscusso della musica del Novecento

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Il pianista Maurizio Pollini, una delle punte di diamante  del secondo Novecento, ci ha lasciato oggi. Si è spento nella sua abitazione di Milano accanto alla moglie, la pianista Marilisa Marzotto. La camera ardente si terrà presso il Teatro alla Scala.

Maurizio Pollini, mostrando fin da giovanissimo indiscusso talento e doti artistiche, inizia lo studio del pianoforte sotto la guida di Carlo Lonati e di Carlo Vidusso. Nel 1957 vince il secondo premio al Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale di Ginevra e il secondo, nel 1959, al Concorso pianistico internazionale Ettore Pozzoli di Seregno. Si diploma al Conservatorio di Milano e, nel 1960, vince il Concorso Chopin a Varsavia. In quell’occasione il pianista Arthur Rubinstein, facente parte della giuria, dice agli altri membri: “Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi!”,  e afferma quanto la sua maturità interpretativa fosse “di gran lunga superiore a quella degli altri concorrenti.” In seguito, il critico musicale Piero Rattalino, dopo aver ascoltato i 4 Studi di Chopin eseguiti da Pollini, dice di lui: “Questo giovane, o diventerà il più grande pianista del mondo, o finirà in manicomio!”.

In seguito, il Maestro incide per EMI tutte musiche di Chopin: 2 notturni op.15, il concerto per pianoforte e orchestra op.11, gli Studi opp.10 e 25, la Polacca op.44 e l’Improvviso op. 51 no.3. Le registrazioni degli Studi, per suo volere, non vengono pubblicate, poichè aveva il terrore di essere etichettato come interprete esclusivamente chopiniano. Per questo motivo annulla tutte le date in programma per l’anno seguente e si dedica all’approfondimento di partiture classiche, romantiche e contemporanee. Le registrazioni degli Studi saranno rese pubbliche da Testament soltanto nel 2011.

Successivamente frequenta corsi di perfezionamento con Arturo Benedetti Michelangeli presso la sua villa vicino a Bolzano, dove il Maestro era solito ospitare i suoi studenti. Studiare con Michelangeli rappresenta per Pollini una svolta senza precedenti. Acquisisce e assorbe la tecnica del Maestro ma, ad un certo punto, il loro rapporto si interrompe. Pollini ha infatti dichiarato che continuare a studiare con lui avrebbe significato arrivare a suonare “come voleva Michelangeli” e, a Pollini, questo non andava bene. Michelangeli, dal canto suo, ammise “c’è poco altro da insegnare a Pollini”. Dalla metà degli Anni Sessanta la carriera di Pollini prende il via nel vero senso del termine. Collabora con le maggiori orchestre europee, americane e asiatiche, diventando, in breve tempo, uno dei pianisti più acclamati e applauditi del nostro tempo.

La sua improvvisa dipartita ci lascia attoniti e ci coglie impreparati considerando anche di averlo recentemente ascoltato e applaudito al Teatro alla Scala di Milano e all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Il maestro lascia l’amata moglie Marilisa, e un figlio, Daniele. Tutti e due pianisti, lei allieva di Arturo Benedetti Michelangeli.

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