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L’arte ha il potere di creare ponti tra culture distanti, di raccontare storie di vita e di esperienze intime che si intrecciano in un intreccio di forme e significati. È proprio questo il cuore pulsante della mostra “Il Tempo e la Memoria”, che celebra l’opera di Resmi Al Kajaji, artista iracheno che da anni vive in Italia, e che ora viene omaggiato a Prato in una personale, visitabile sino al 26 maggio alla Sala Campolmi, che esplora il dialogo tra due mondi attraverso la sua raffinata poetica artistica.
Curata e presentata dalla critica Ilaria Magni, la mostra si apre come un caleidoscopio di suggestioni visive, dove il bianco e il nero si fondono in un equilibrio perfetto tra pieni e vuoti, luce e ombra, notte e giorno. Resmi Al Kajaji fissa proporzioni geometriche che narrano di un’incontro tra l’anima araba dell’artista e quella legata all’Italia, paese che lo ha accolto e ispirato.
Attraverso una ricerca costante di armonia tra opposti complementari, Al Kajaji crea opere sottili ed ineffabili, dove ogni dettaglio è curato con maestria e ogni segno racconta una storia senza tempo. Le sue creazioni diventano un omaggio alla città di Prato, luogo che l’artista ha scelto come suo rifugio creativo, dove ha intessuto una rete di relazioni umane e professionali che si traducono in opere dal forte impatto emotivo.
La mostra diventa così uno specchio nel quale riflettere sulle connessioni tra tradizione e innovazione, tra passato e presente, tra Oriente e Occidente. Le opere di Resmi Al Kajaji ci invitano a esplorare mondi lontani e vicini, a scoprire quanto di universale si nasconda nell’intreccio di culture e memorie diverse, a lasciarci trasportare dalle armonie visive che emergono dal suo sguardo.
