Ilario Rossi, allievo di Giorgio Morandi, in un unico movimento

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Ilario Rossi, con sette partecipazioni alla Biennale di Venezia, di cui una sala personale nel 1964, e alla Quadriennale di Roma, è considerato uno dei protagonisti indiscussi dell’arte italiana del Novecento e del panorama bolognese.

La mostra, dal titolo Unico movimento, è un’antologica dedicata a uno dei pittori più importanti della scena artistica della città felsinea dopo Giorgio Morandi. Curata da Mirko Nottoli, presenta circa settanta opere provenienti principalmente dalla collezione della famiglia Rossi che ha permesso di riscoprire la storia artistica e personale di un artista strettamente legato alla città di Bologna.

L’esposizione, che copre il periodo dal 1930 al 1994, anno della morte dell’artista, intende mettere in luce la tensione evolutiva che caratterizza costantemente la ricerca pittorica di Rossi, un processo che si trasforma costantemente, pur rimanendo fedele a se stesso. In questa panoramica della produzione artistica di Rossi si possono quindi individuare chiari segni che lo identificano come un pittore dell’esistente, un pittore della vita e della morte. 

Installation View, Photo Credits Elettra Bastoni

I visitatori hanno l’opportunità di esplorare le diverse fasi del percorso creativo di Rossi, passando dalle vivaci pennellate dei paesaggi all’intensa profondità emotiva delle nature morte e dei ritratti, seguendo l’evoluzione stilistica che unisce ogni opera all’altra in un unico movimento, in un’atmosfera suggestiva offerta dall’oratorio di Santa Maria della Vita. La maturità dell’artista che fu Rossi sta nella capacità di spaziare tra generi, stili, tendenze, figurativo, astrazione e rarefazione della pittura. 

Dopo gli esordi figurativi influenzati da Morandi, suo maestro all’Accademia di Belle Arti, Rossi si unisce al clima di rinascita nazionale seguito alla caduta del regime fascista, inizialmente ispirato agli ultimi sviluppi del naturalismo e successivamente aderendo al movimento Informale, ma l’astrattismo non era probabilmente la sua vera vocazione.

Installation View, Photo Credits Elettra Bastoni

L’artista sente il bisogno di ancorare l’opera ad una struttura sentita e reale. Infatti, a  partire dagli anni Sessanta, la figura inizia gradualmente a riemergere nelle sue opere, tra materia ribollente e pennellate dense di colore, diventando sempre più definita nei decenni successivi. Il paesaggio è lo spazio dove Rossi esprime al meglio la sua poetica: impossibile non riconoscere l’inconfondibile profilo del Colle della Guardia e del santuario della Beata Vergine di San Luca, che il pittore poteva osservare dalla finestra di casa sua. La vista dalla finestra trasposta sulle tele era sempre la stessa, ma di fatto sempre nuova, avvolta da una luminosità impressionista differente .

Nelle tele di paesaggio della maturità spunta anche una certa ironia, poiché talvolta quel profilo del Colle  assume l’aspetto del seno di una donna. Ma il Rossi identificato come solo paesaggista è un mito da sfatare; l’artista si dedica anche alle nature morte, con una straordinaria qualità pittorica e una vena intimistica molto personale, tra astrattismo e finzione. Mentre i paesaggi sembrano più spontanei e realizzati d’impulso, le nature morte sono più meditate e strutturate. Quasi tutte le opere presentano bouquet di fiori, un sottogenere che Rossi rivisita periodicamente lungo tutta la sua carriera, e che la mostra non manca di valorizzare.

Installation View, Photo Credits Elettra Bastoni

Quello di Rossi è stato un percorso in sviluppo continuo, ogni singola opera fu tappa pioniera per la successiva, a dimostrazione di un’idea di arte vissuta come ricerca costante, senza mai ritornare e guardare indietro. Secondo Mirko Nottoli una singola opera di Rossi diventa il lavoro artistico inteso nella sua totalità.

Sono le stesse parole dell’artista a rendere al meglio il significato della sua arte e dei suoi dipinti: 

La pittura è la cosa più bella in assoluto, e a me fa provare l’emozione più grande che un uomo possa provare. Soprattutto dopo qualche anno che ho dipinto un quadro mi piace riguardarlo e capire che con la pittura ci ho preso! [Ilario Rossi]

L’esposizione avrà luogo fino al 4 Febbraio 2024 in Santa Maria della Vita a Bologna. 

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