Rapsodia per chimere alla galleria Société Interludio di Cambiano

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Se in Italia si sta affermando una nuova generazione di galleriste e curatrici, Stefania Margiacchi e Allegra Fantini si candidano a rappresentarla molto bene. Sessant’anni in due, le due giovani esperte d’arte hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo e, congiungendo in modo complementare e sovrapponibile le proprie competenze, hanno deciso di (ri)fondare una galleria d’arte contemporanea in un magazzino da archeologia post-industriale di Cambiano (cintura est di Torino).

“Campo Etrusco”, Mateo Revillo, ph Stefano Mattea

Société Interludio è il nome dato alla loro esperienza manageriale e artistica sin dagli inizi del 2018 in una sorta di home gallery nel cuore della capitale sabauda. Oggi, Société Interludio ha finalmente il respiro fisico per permettere alle due giovani donne di osare, condividere, fare ricerca, andare fuori dagli schemi, sperimentare e fare cultura senza per forza strizzare un occhio facile al mercato.

Rapsodia per chimere” denota sin dal titolo anche una sofisticata conoscenza culturale di più ampio raggio: la rapsodia è una composizione costituita da un solo movimento all’interno della quale ci sono movimenti musicali ibridi; la chimera è un simbolo dell’irraggiungibile e chimerico è l’aggettivo di uso quotidiano grazie al quale la chimera perde le sue sembianze.   

Callum Green, Andriu Deplazes, Struan Teague e Mateo Revillo sono i quattro (giovani) artisti ospitati in questa promenade nel cuore dell’ibrido artistico in cui “le frontiere si disciolgono, sguardi distanti si uniscono a rivelare il persistente bisogno umano di chimere”. (Allegra Fantini e Stefania Margiacchi).

Installation view, ph Stefano Mattea

Il gesto pittorico dell’inglese Callum Green è basato su campiture larghe che solo apparentemente sembrano disegnare traiettorie cromatiche sulla tela: in verità, la potente azione che l’artista imprime sulla superficie è fatta di istinto ragionato e calcolato. Lo spazio, occupato molto intensamente mostra un tessuto geometrico regolare all’interno di un vibrante istinto che “produce caos gentile” (Allegra Fantini).

Lo svizzero (e marsigliese d’adozione) Andriu Deplazes riunisce dentro una raffinata composizione tecnica di olio, acquerello e inchiostro echi di numerose correnti artistiche novecentesche, rielaborandole con un proprio linguaggio dal forte impatto emotivo. C’è un senso di permeabilità tra le diverse componenti di un suo quadro: figura umana ed elemento naturale diventano ibridamente un tutt’uno facendo così sorgere una nuova figura chimericamente immaginaria eppure terrenamente reale.

Struan Teague_Untitled (2022)@courtesy_Annex 14

Lo scozzese Struan Teague, al contrario, sottrae creando distillati pittorici su tele di grandi dimensioni illudendo la visione dell’osservatore che potrebbe sentirsi spaesato di fronte a una grande tela mimeticamente ‘grezza’ e occupata di rado da pennellate minimali.  Poesia e leggero senso di mistero si fondono su tela creando un oggetto artistico armonico e armonioso, caratterizzato da una robusta sospensione tra realtà e immaginazione.

Con il madrileno (e parigino d’adozione) Mateo Revillo l’ibridazione – fil rouge costante di questa mostra – avviene soprattutto tra le forme d’arte: pittura e composizione architettonica convergono esaltando la sensibilità dell’artista e il suo bisogno di ordine formale. L’uso di materiali organici come la cera per rivestire le opere e, a volte, l’impressione sulla superficie di una lumaca (caracol in spagnolo) denota una strategia artistica di resistenza che trova origine nell’origine dei tempi e nella profonda e più umana sensibilità.

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