Gli Stati Uniti d’America con la fotografia virtuale di Yuri Catania

Intervista al fotografo Yuri Catania che si è infiltrato in un videogame per raccontare gli Stati Uniti d’America con la fotografia virtuale

Nella biografia ufficiale il fotografo italo svizzero Yuri Catania ha scritto: “La sua mente è piena di CATTIVE IDEE”.

Cattive o meno, l’idea di infiltrarsi all’interno di uno dei videogiochi più noti nel mondo – GTA Grand Theft Auto – per “fotografare” ciò che accade in una realtà digitale vissuta come reale dai suoi giocatori, è stata vincente.

Tanto da far nascere una nuova installazione chiamata “American Flag IV-Videogame”, che è parte di una serie di grandissime bandiere americane attraverso le quali Catania racconta la sua America.

“American Flag IV-Videogame”, presentata all’ultima edizione della fiera d’arte VOLTA a Basilea da Silvia Torricelli CASAGALLERIA.ART, è un’unica grande installazione composta da 90 immagini scattate all’interno del videogioco: un grande album fotografico, a cavallo tra virtuale e reale, che assume le caratteristiche di una bandiera americana.

Yuri Catania American Flag VideoGame 2022 courtesy CasaGalleriaArt

L’installazione ha una particolare struttura interattiva, che permette allo spettatore di modificare la posizione di ogni fotografia che può scorrere e muoversi su diverse tracce e di entrare a far parte del processo creativo dell’opera, rigenerandola ogni volta in qualcosa di nuovo e irripetibile. 

Yuri Catania dice: “Da assiduo giocatore di videogame, col tempo mi sono disinteressato allo scopo violento e criminale del gioco e ho iniziato a girovagare, a piedi o con una bicicletta “presa in prestito”, per gli ambienti virtuali della città di Los Angeles. Cosi, da oltre 4 anni ho iniziato un percorso progettuale come “street photographer” dentro il videogame, per raccontare un mondo virtuale così ben realizzato che è stato in grado di restituirmi le stesse sensazioni e le stesse pulsioni dei luoghi a me familiari e che fotografo abitualmente della città di Los Angeles e del deserto del Moave. È un qualcosa che, da fotografo e amante della tecnologia, mi affascina e mi attira, ma che da un altro versante mi suscita anche degli interrogativi e delle preoccupazioni sulle implicazioni che questa sovrapposizione ormai perfetta tra reale e virtuale potrà avere nelle nostre vite”.

Chi è Yuri Catania

Yuri Catania è un artista italo-svizzero. Ha iniziato la sua carriera come fotografo nel campo della moda e del lusso. Ha viaggiato per il mondo per oltre 15 anni con la sua casa di produzione fotografica con sede a New York. 

Yuri Catania

Allo stesso tempo, le soddisfazioni e le emozioni più profonde del fotografo nascono dalla sua ricerca intima che coglie sensazioni nascoste tra i particolari, uno sguardo acuto che cattura i grandi messaggi delle piccole cose, lontano dalla raffinata scintilla del lusso.

La svolta avviene nel 2013 quando il curatore Rene Julien Praz nota la sua ricerca, invitandolo ad esporre a Parigi prima al Palais de Tokyo e poi, alla Perrotin Gallery nel 2015 in occasione di due mostre collettive “Art Is Hope”.

Oggi la fotografia per lui è un mezzo di espressione e non un fine.

In questa intervista il fotografo Yuri Catania racconta com’è cambiato il suo approccio al mondo della fotografia con l’arrivo degli NFT, quando e perché ha dato inizio alla serie delle “American Flag” insieme ai progetti futuri che lo aspettano.

Che ruolo hanno gli Stati Uniti d’America nella tua ricerca artistica?

Lavoro negli Stati Uniti con il mio studio creativo che ha sede a New York dal 2012 e da ormai cinque anni viaggio on the road dalla West alla East Coast a bordo di una Airstream che ho customizzato per lavorarci e vivere.

Questo mi ha permesso di entrare sempre più in relazione con questo paese e le sue peculiarità che per me, sono fonte di grande ispirazione e racconto sia in termini culturali che di lifestyle.

Puro alimento per la mia fantasia. Non amo tutto degli Stati Uniti, anzi. Però le sue dinamiche sociali, i suoi contrasti abbinati ai suoi paesaggi immensi e alla possibilità di sentirsi al centro del mondo come Time Square a New York oppure Marfa in Texas hanno generato in me quella grande passione che ho per questo paese che definisco unico al mondo.

Gli Stati Uniti li considero come il più grande parco dei divertimenti che puoi immaginare, perfetto da vivere intensamente per brevi periodi, ma dove in realtà non passerei la vita. Da qui la scelta di vivere invece stabilmente in Svizzera.

Com’è nata la serie delle American Flag?

Nasce da una sfida.

Nel 2016 ho conosciuto Fabio Castelli che oltre ad essere uno dei collezionisti di fotografia più importanti in Italia, è anche il fondatore del Mia Photo Fair di Milano. 

Nel nostro primo incontro davanti al mio lavoro di street photography sugli Stati Uniti, nell’impossibilità di poter esporre un grande numero di fotografie come progetto speciale a MIA, mi ha suggerito di pensare ad un formato più piccolo come a quello delle polaroid per poter portare in mostra uno storytelling che facesse da sintesi a una parte del mio enorme archivio fotografico.

Da lì la sua provocazione ha suscitato in me la necessità di poter creare qualcosa di diverso e che al tempo stesso parlasse in modo inequivocabile della mia America.

Mi ritengo un bravo artigiano, così dall’idea di creare una mega bandiera americana in legno che diventasse al suo interno un mega album dove poter inserire le mie fotografie, il passo è stato breve.

Quando ho presentato da lì a poco il progetto a Castelli ne è rimasto entusiasta, vista la possibilità di interagire spostando le fotografie a piacimento come un grande gioco, diventando così il curatore della mia prima installazione “American Flag Anthology One” che era la raccolta dei miei scatti più significativi, adattabili al formato piccolo e quadrato, utile ad essere ospitato in 90 cornici all’interno di questo mega album interattivo a forma di bandiera americana.

Yuri Catania American Flag VideoGame 2022 courtesy CasaGalleriaArt

Nella quarta serie “American Flag IV – Videogame” entra in scena un’America fittizia, quella del metaverso di GTA Grand Theft Auto 5 . Perché ti sei focalizzato su questa tematica?

Dopo il successo della prima American Flag ne ho costruite altre, ognuna con un tema specifico che parlasse appunto di America.

Con la realizzazione della quarta bandiera che è appunto “Videogame”, ho fatto una scelta rivoluzionaria.

Da assiduo giocatore di videogame per me è stato quasi naturale pensare e quindi agire nella grande opportunità di utilizzare il metaverso di GTA 5 (open world virtuale con AI più grande mai creato fino ad oggi dove si trovano a giocare online e offline in veste di criminali/killer oltre 130.000.000 di videogiocatori di ogni età tutti i giorni da oltre 5 anni) per raccontare un’altra America che sembra in tutto e per tutto uguale a quella reale. 

Nel videogioco sono presenti i dettagli dell’intera città di Los Angeles, che nel gioco si chiama Los Santos, la sua suburbia fino ad estendersi al deserto del Moave e a Big Sur: solo per passare da un punto all’altro della mappa ci vuole a piedi quasi un giorno intero. 

L’opportunità di vivere digitalmente un’America virtualizzata, con una mappa così vasta e con un AI che dà vita ai PNG (personaggi non giocanti), a eventi atmosferici e allo scorrere del tempo (dal giorno alla notte) in modo così unico e irripetibile, ha scatenato dentro di me la necessità di dover raccontare che esiste un mondo virtuale dove le persone reali si perdono nel vivere una vita fatta di violenza e criminalità. 

Ogni avatar con cui si interagisce nel gioco è dotato di uno smartphone con tanto di fotocamera, motivo per il quale ho smesso di giocare e ho invece iniziato a esplorare a piedi o in bici per ore e ore ogni parte del videogioco, appostandomi agli incroci, pedinando le persone, sfruttando i cambiamenti della luce dal giorno alla notte. 

Per renderlo il progetto di virtual photography più grande mai realizzato nemmeno nella vita reale, da oltre 5 anni (ho cominciato nel 2017) passo diverse ore a settimana interpretando me stesso, come fotografo di strada e cercando di non commettere nessun atto di violenza – e soprattutto di non farmi ammazzare – per svolgere il mio viaggio fotografico in un mondo così verosimile e famigliare che al tempo stesso mette i brividi.“American Flag IV- Videogame” è il tributo a questa America “ludica” e virtuale, dove però ci vivono e “muoiono virtualmente” giocando ogni giorno il doppio dell’intera popolazione Italiana.

Da artista, in che modo stai affrontando il cambiamento degli NFT e dei Metaversi? Come sei riuscito a integrarli nella tua pratica artistica?

Gli NFT come i Metaversi in termini di opportunità tecnologica – blockchain e web3 – rappresentano una vera e propria rivoluzione per me e il mio modo di comunicare.

Tali sistemi li ho abbracciati istintivamente fin da subito per curiosità e interesse. Il rapporto con il mio fare arte è stato quello di vedere compiuta la possibilità di espandere la mia arte fisica in arte digitale, sfruttando elementi come la 3D graphic sia nella modellazione che nell’ animazione, dandomi l’opportunità di espandere il mio pensiero creativo, integrando ai progetti fisici la musica e la realtà aumentata.

Tutto questo certificandolo come un’unica opera d’arte in modo univoco e decentralizzato grazie alla blockchain.

In più il metaverso permette di poter generare in brevissimo tempo delle vere e proprie mostre dei propri lavori con un grande livello di confronto e immersione da parte del pubblico su scala mondiale.

Cose che nella realtà di una mostra tradizionale sono impossibili sia in termini di tempi, luoghi e costi.

Trovo tutto questo, aldilà dell’aspetto speculativo del mercato dovuto al trade delle piattaforme, un nuovo rinascimento creativo dove finalmente non ci sono più barriere di sorta per poter creare, vivere e parlare di arte con chiunque.

Yuri Catania American Flag VideoGame 2022 courtesy CasaGalleriaArt

Quali sono i prossimi progetti futuri?

In una sorta di istintivo percorso di crescita artistica, sono sempre mosso dalla voglia di sperimentare e innovare. Mi sono appassionato da un paio di anni alla creazione di mondi virtuali dove raccontare le mie visioni del mondo molto distopiche.

Lavoro con Blender e Unreal Engine 5 creando delle novelle sonorizzate e musicate in grafica 3D e animate come dei piccoli corti che vanno dai 30sec fino ai 2min.

Opere uniche che considero a tutti gli effetti una forma evoluta di videoarte che però ho legato anche all’opportunità di certificarli come NFT.

Questo di fatto permette al collezionista di possederli senza essere legato al device e quindi di usufruirne e “conservarli” in qualsiasi sistema di player dal cellulare al maxi schermo.

Le prime novelle grazie a CasaGalleria.Art le ho presentate a Volta Art Basel 2022 e sono state mostrate su degli schermi rivoluzionari forniti dall’azienda Macropix di Milano.

Tali schermi, oltre ad essere altamente professionali in termini di qualità e resa, possono rimanere accessibili H 24 per una vita e sono collegati direttamente al wallet del suo possessore NFT.

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