Stanza segreta di Michelangelo, un’apertura prolungata per i tesori nascosti di Firenze

Firenze, come una sirena incantevole, continua a richiamare visitatori provenienti da ogni parte del mondo con il melodioso canto della sua storia millenaria. Questa estate, la città rinascimentale estende l’invito agli amanti dell’arte, prolungando l’accesso alla famigerata “Stanza segreta di Michelangelo”, situata nelle viscere della Sagrestia Nuova del Museo delle Cappelle medicee.

Questo ambiente riservato, un tesoro nascosto pressoché inalterato nel tempo, ospita una importante raccolta di disegni attribuiti al grandioso Michelangelo Buonarroti. Si avrà così l’opportunità di visitare questo santuario dell’arte anche dal 1° agosto in poi. Una disponibilità che risponde alle risultanze degli accurati controlli ambientali condotti nei primi sette mesi e mezzo di apertura continuativa della preziosa stanza, inaugurata per la prima volta ai visitatori nel 2023, dopo quasi mezzo secolo dalla scoperta.

Le prenotazioni – già accese dal 2 luglio – svelano le peculiarità di accesso a questo spazio, distribuendo gruppi di massimo 4 persone alla volta. Si tratta di un rarefatto accesso che permette di apprezzare in tutta tranquillità l’opulenza artistica di questo angolo intimo, un tempo rifugio del sommo artista. Il contenuto principale di questa stanza segreta sono i disegni scoperti nel 1975 dall’allora direttore, Paolo Dal Poggetto.

Poggetto mise in luce l’ipotesi che Michelangelo si fosse ritirato in questi ambienti nel 1530, rifugiandosi dalla vendetta papale veicolata da Clemente VII. Dai suoi studi emerge un Michelangelo forse politicamente impegnato, un supervisore delle fortificazioni durante il breve intervento governativo nel triennio 1527-1530, un periodo di tumulto in cui i Medici furono cacciati da Firenze.

Libero solo dopo due mesi di asilo e grazie alla clemenza della famiglia Medici, Michelangelo riprese le sue attività fiorentine, prima di partire definitivamente per Roma nel 1534. In questa incisiva cavità del suo passato, secondo Dal Poggetto, l’artista avrebbe lasciato traccia di se stesso attraverso questi disegni, come se i muri stessi fossero diventati un luogo di meditazione e un quaderno su cui abbozzare le sue idee.

Con determinazione, Massimo Osanna, direttore generale dei musei del Mic e direttore avocante dei Musei del Bargello di cui fanno parte le Cappelle medicee, persiste nell’offerta di questa esperienza al pubblico, convinto che “Il patrimonio dei musei statali deve essere accessibile”.

Osanna, incoraggiato sia dalle rassicurazioni dei restauratori dell’Opificio delle Pietre dure che dal vasto interesse mostrato dai visitatori in questi mesi, mantiene la speranza di continuare a mettere a disposizione di tutti questo piccolo gioiello della storia dell’arte. Un invito a tuffarsi nel cuore pulsante di una Firenze ancora piena di segrete meraviglie da scoprire.

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