La Collectors Night torna a Pietrasanta: ecco le gallerie che partecipano (pt2)

Pietrasanta d’estate si anima di eventi e diventa catalizzatore di veri e propri pellegrinaggi degli amanti dell’arte, la città diventa una galleria e le mostre da gustare sono tantissime. Tra le iniziative più interessanti c’è sicuramente la  “Collectors Night” che è arrivata alla nona edizione con mostre aperte dal tardo pomeriggio alla notte, promossa da nove gallerie d’eccellenza, offre a collezionisti, appassionati d’arte e operatori di settore un’ampia panoramica sulle ricerche del presente, attraverso opere selezionate di autori italiani ed internazionali, grandi fotografi, e giovani artisti in dialogo con maestri storicizzati. 

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle gallerie e gli artisti che parteciperanno alla prossima Collectors Night di Pietrasanta, in programma il prossimo sabato, 6 luglio, dalle 18 alle 22. Nella prima parte vi abbiamo di parlato di cinque delle nove gallerie che partecipano all’evento: oggi vediamo insieme le altre quattro.

Ecco le altre quattro delle nove gallerie che hanno aderito alla Collectors Night 9.

Galleria Susanna Orlando

In occasione della Collectors Night la Galleria Susanna Orlando inaugura per l’estate “Corrispondenze. Barlumi, Angeli e altre storie”, con testo critico curato da Tiziana Tommei, e un’opera site-specific realizzata e curata da Pietro Bologna e Pino Deodato per lo spazio di via Garibaldi 30. Il progetto è nato da una conversazione dei due artisti che unisce fotografia, scultura e pittura, sfociato in un lavoro a quattro mani di pittura e gum print.

Corrispondenze Bologna Deodato courtesy Galleria Susanna Orlando

In mostra anche le creazioni in terracotta policroma a ingobbio di Pino Deodato tra le quali “Angeli”, “Deposizione” e “Porto Salvo”, e l’intervento pittorico site-specific di Deodato, eseguito sulle mura della galleria. Il percorso artistico  di Deodato è caratterizzato da un realismo magico, che trova ispirazione nella sua memoria. L’artista narra attraverso la pittura e la scultura la storia dell’uomo, con acutezza e poesia.

Corrispondenze Bologna Deodato courtesy Galleria Susanna Orlando

Pietro Bologna esporrà le sue opere fotografiche in edizione unica, dal titolo “Barlumi”, autodidatta, nei primi anni Novanta si è trasferito in Germania e successivamente in Argentina lavorando come modellista, assistente fotografo, fotogiornalista e docente di camera oscura. Oggi affianca alla sua ricerca in ambito artistico la professione di designer. Bologna, ha da sempre cercato di indagare le fragilità e le limitazioni dei mezzi fotografici, utilizzando tecniche originali ed empiriche.

Continua, poi, in via Stagi sempre a cura della Galleria Susanna Orlando, l’esposizione dedicata a Girolamo Ciulla (aperta fino al 10 agosto), intitolata “Girolamo Ciulla. “Respiri oltre il tempo”, e con sottotitolo: “L’amuri è comu u ventu, nun si po vìdiri, ma si po sentiri” (l’amore è come il vento, non si può vedere ma si può sentire). Curatore della mostra Antonio D’Amico, che così descrive l’arte dello scultore (scomparso i primi di dicembre dello scorso anno): “L’arte per Girolamo ha questo medesimo dono, che di fatto è un potere, cattura i sensi e rapisce gli sguardi e spesso ci fa interrogare su ciò che stiamo guardando, ma davanti alla bellezza dipanare ogni cosa può apparire persino superfluo. Il proverbio siciliano è avvicinabile a un antico assunto oraziano, in quanto affronta il tema della presenza–assenza”.  E ancora “Così come per Orazio, anche per Girolamo la sua arte non ha bisogno del commento dell’artista perché essa parlerà da sé da ora e per sempre e questa mostra ne è testimonianza”.

Accesso Galleria

Alla Accesso Galleria sino al 4 agosto la prima personale di Kelly Robert “Uplift”. Dodici sculture inedite dell’artista californiana che presenta per la prima volta dei lavori in bronzo, affiancati da sculture in marmo, e una scultura di grandi dimensioni in terracotta e smalto, caratteristici della sua produzione.

Kelly Robert Installation view courtesy Accesso Galleria

Ogni scultura è per lei un omaggio ai processi trasformativi e, afferma, “è la rappresentazione, in un certo senso, di quei momenti di transizione che trasformano per sempre la nostra vita”.

L’artista si concentra principalmente sul torso, considerato in grado di comunicare una potente energia senza bisogno di volto, mani o gambe, richiamando la grandezza e il fascino dei busti dell’arte greco-romana. La lavorazione delle sue sculture avviene a mano, partendo dall’argilla con il metodo a bobina e levigando le superfici fino a ottenere una finitura simile alla pietra. Successivamente, dipinge le opere con colori scelti con cura per enfatizzare la forza delle pose.

Kelly Robert

 “Uplift” (in italiano, sollevamento o elevazione) è la relazione che l’artista ha con i suoi lavori. Come le sue figure, anche i materiali organici che utilizza si sono un tempo fisicamente innalzati, sfidando la forza di gravità. Uplift – noto anche come sollevamento tettonico – infatti, è il processo geologico in cui la pressione dall’interno della terra costringe le rocce sotterranee a spostarsi verso la superficie. 

Kelly Robert Installation view courtesy Accesso Galleria

Per l’artista ha anche un significato emotivo, per lei ogni opera è destinata a “elevare” lo spettatore, e a rimettere in circolo parte della forza vitale e delle energie consumate per creare, evolvere, trasformare.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Accesso Galleria, con un contributo di Tara Keny.

Brad Brubaker ci racconta perché per lui è importante partecipare con Accesso Galleria ad eventi come la Collectors Night: “ Avvicinare i collezionisti e gli amanti dell’arte è importantissimo e in questo modo Pietrasanta diventa una galleria a cielo aperto, così che tutti esperti e non ne possono usufruire, la fortuna, poi, ha voluto che avessimo già in mente di fare un solo show di Kelly Robert un’artista tutta da scoprire in queste notti d’estate”.

Annalisa Bugliani Arte

Per la Collectors Night del 6 luglio Annalisa Bugliani Arte in collaborazione con la Fondazione tg residency presentano, nella sede espositiva in Via Garibaldi 46, la mostra dal titolo “La Banda Pietrasantina”.

L’esposizione raccoglie le opere di quattro giovani artisti internazionali che lavorano a Pietrasanta: Vladimir Kartashov, Apollinaria Broche, Victoria Kosheleva e Alise Yoffe. Questi artisti operano in diversi campi artistici sono venuti a Pietrasanta per trovare la loro fonte di ispirazione e utilizzare i laboratori locali.

Vladimir Kartashov, lavora principalmente con forme pittoriche, spesso integrate con installazioni, si concentra sulla trasformazione della memoria culturale su internet e sull’emergere di una nuova mitologia. Combinando le tradizioni del muralismo messicano e della nuova scuola di Lipsia, sviluppa un nuovo stile: il cyberbarocco.

Apollinaria Broche Flower courtesy Annalisa Bugliani Arte

Apollinaria Broche vive e lavora tra Parigi e Pietrasanta. Attraverso le sculture e le installazioni, crea luoghi di fuga tra il reale e l’immaginato. Nel suo ultimo lavoro grazie alla residenza a Pietrasanta ha inserito il bronzo. Broche mette in evidenza le dualità presenti nella sua pratica: forza e fragilità, incubo e sogno, personale e politico, fantasia e realtà.

Victoria Kosheleva, nata a Mosca, vive e lavora a Parigi. Nei suoi lavori, Kosheleva combina immagini contemporanee e classiche, descrivendo il suo lavoro come un “cyberespressionismo”. L’artista  crea un mondo surreale composto da ricordi e fantasie, immagini e paesaggi che sono spesso portati fuori dal loro contesto abituale. Kosheleva utilizza spesso immagini di schermi telefonici o schermi cinematografici, che fungono tutti da portali verso il teatro dell’inconscio.

Alisa Yoffe Venus courtesy Annalisa Bugliani Art

Alisa Yoffe, nata nel 1987 a Tashkent, nella SSR uzbeka, allieva di Anatolij Osmolovskij, una delle figure chiave dell’Azionismo di Mosca. Yoffe, dopo l’inizio della guerra in Ucraina si è trasferita in Georgia, usa l’iPhone come taccuino per appunti ma poi riporta quei disegni su enormi rotoli di carta dando vita a un dialogo fecondo tra analogico e digitale.

The Project Space

Nella galleria The Project Space, ex Marmi Via Nazario Sauro 52, è di scena  “The Space in Between: Evolution of Consciousness”, le sculture di luce di Stefano Russo dialogano con le sculture in marmo e bronzo dell’artista ivoriano Brice Esso e le video installazioni dell’artista americana Rachel Lee Hovnanian.

Stefano Russo Dancing Photon courtesy The Project Space

Stefano Russo vive tra Milano e Parigi. Il suo lavoro si basa sull’essere umano, sul corpo, ma soprattutto sui processi percettivi. Artista e designer poliedrico, utilizza diversi linguaggi, dal disegno alla scultura, dalla fotografia alle installazioni. Nell’esposizione pietrasantina presenta le sue sculture di luce, capaci di  creare atmosfere eteree e spazi immateriali, sono portali  verso dimensioni intuitive e spirituali. Utilizzando materiali come acciaio e marmo, che interagiscono con fotoni danzanti, le opere di Russo sono concepite come strumenti per l’elevazione della coscienza, caratterizzate da una forte potenza energetica.

Le opere in mostra interagiscono  con l’ambiente e con il pubblico, e  invitano a una riflessione sulla luce da sempre simbolo di conoscenza e illuminazione.

Brice Esso Migrant courtesy The Project Space

Le sculture in marmo e bronzo di Brice Esso portano una dimensione di solidità e permanenza. Forme eleganti e le texture ricche, nelle opere di Esso che evocano la potenza della terra e la resilienza della natura umana. Le sue sculture  esplorano temi di identità, memoria e trasformazione.

Le opere di Esso sono, infatti, il singolare frutto di una commistione di influssi che spaziano dall’arte africana (le sculture Ife sono un riferimento spesso presente) al Rinascimento.

Rachel Lee Hovnanian Installation view courtesy The Project Space

Rachel Lee Hovnanian, attraverso le sue opere focalizza l’attenzione sull’essere umano nelle sue varie declinazioni e sulle interazioni umane e le minacce di alterazioni del concetto di identità, di relazione e sullo stesso principio di realtà e verità, esercitate dalle tecnologie contemporanee. I suoi lavori invitano il visitatore a riflettere sulle derive del narcisismo contemporaneo, un’indagine che l’artista indirizza sulla nostra  società basata sulla comunicazione e che non genera comunità, connessioni digitali senza relazioni.

Con le sue opere Hovnanian crea un ponte tra il mondo fisico e quello digitale, invitando a riflettere sulle influenze della tecnologia sulla nostra coscienza e percezione.

Nell’esposizione alla Galleria The Project Space è stato creato un  vero e proprio dialogo tra le opere dei tre artisti in mostra.

La mostra “The Space in Between: Evolution of Consciousness” diventa così un potente strumento per l’elevazione della coscienza e un invito a scoprire la bellezza e l’armonia presenti nella fusione tra luce, materia e tecnologia.

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