Festival dei due mondi di Spoleto, ecco le principali mostre della 67°edizione

“La città e il Festival, un connubio imprescindibile per gli artisti di tutto il mondo che a Spoleto giungono, o tornano, con il loro immaginario nutrito di creatività, di eticità, di speranza, di volontà di trasformazione. Il Festival è ancora una volta una vetrina di grandi artisti, un laboratorio in cui crescono idee, sinergie, collaborazioni, progetti artistici. Un palcoscenico per talenti giovani, proposte originali e nuove forme espressive”. Con queste parole della direttrice Monique Veaute, venerdì 28 giungo si è aperta la 67° edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, manifestazione di fama mondiale ideata e voluta dal maestro compositore Gian Carlo Menotti nel 1958 per celebrare arte, musica, teatro, danza e la cultura in generale e per essere  “terreno di incontro fra due culture e due mondi artistici, quello americano e quello europeo”, da qui il nome del Festival definito, appunto, “dei due mondi”, per celebrare le arti in tutte le loro forme. 

Piazza Duomo, foto di Andrea Veroni.

Fino a domenica 14 luglio, in 17 giorni e in 20 sedi, il Festival presenta più di 60 spettacoli tra opera, musica, danza e teatro, performance e installazioni artistiche, coinvolgendo 30 compagnie internazionali per un totale di oltre 600 artisti provenienti da 20 paesi. Il programma è all’insegna del dialogo interdisciplinare con il coinvolgimento dei migliori artisti della scena contemporanea attraverso una folta serie di appuntamenti, che per la maggior parte risultano già sold out

“È il mito a guidare la riflessione di questa edizione”, sdottolinea ancora la direttrice Veaute, “come elemento culturale che ci costringe al confronto con interrogativi per definizione irrisolti, come espressione del complesso rapporto tra gli individui e la società, delle esperienze che risuonano collettivamente e nelle quali ci si riconosce e che sono alla base della civiltà occidentale”. Per cogliere lo spessore di questa manifestazione è utile ricordare solo alcuni dei grandi nomi che nel tempo hanno onorato con i loro interventi la lunga storia del Festival: Luchino Visconti, Eduardo De FilippoRudolf Nurejev, Carla Fracci, Thomas Schippers (le cui ceneri sono tumulate nella piazza del duomo di Spoleto, dove lui diresse molti concerti di chiusura del Festival), Romolo Valli, Ken Russell, Nino Rota, Roman Polanski, Ezra Pound, Vittorio Gassman, Arnoldo Foà, Luciano Pavarotti, Joaquin Cortes, Kathleen Battle, Dario Fo e Franca Rame, Bartabas e, in anni più recenti sotto la direzione artistica di Giorgio Ferrara, Franca Valeri, Robert Wilson, Adriana Asti, Tim Robbins, Willem Dafoe, Gérard Depardieu, Luca Ronconi, Mikhail Baryshnikov, Riccardo Muti, Fernando Botero, Eleonora Abbagnato, Luis Bacalov, Juliette Gréco, Bernard-Henri Lévy.

Christo and Claude’sForst Wrappings, 1968, Photo by Carlo Bavagnoli/The LIFE Picture Collection © Meredith Corporation.
 

Lungo anche l’elenco degli artisti visivi di fama mondiale che con mostre collettive e personali hanno arricchito nel tempo le diverse edizioni, a partire dall’importantissima mostra “Sculture nella città“, ideata da Giovanni Carandente (direttore Artistico delle Art Visive del Festival), che nel 1962 invitò 53 tra i più noti scultori del Novecento a realizzare grandi sculture monumentali da donare alla città di Spoleto, evento ancora ricordato come uno degli episodi più salienti della scultura internazionale del XX secolo in cui, fra gli altri, parteciparono: Hans Arp, Alexander Calder, Pietro Consagra, Lucio Fontana, Leoncillo Leonardi, Giacomo Manzù, Marino Marini, Henry Moore, Beverly Pepper, Arnaldo Pomodoro, David Smith.

Chiara Camoni, manifesto della sessantasettesima edizione del Festival dei Due Mondi.

Per questa 67° edizione la direttrice Monique Veaute ha affidato a Chiara Camoni – fra le artiste italiane di maggior rilievo della sua generazione – la realizzazione del manifesto ufficiale dal titolo “Burning Sister, immagine fotografica dell’opera appositamente realizzata su una piccola isola greca dove l’artista ha trascorso un periodo in residenza: “per giorni e giorni ho raccolto fiori, foglie, semi e alghe”, spiega Chiara Camoni. “Le ho infilate in lunghe collane, che tutte insieme hanno dato forma a una figura misteriosa. L’ultima sera, in un tramonto mozzafiato, le abbiamo dato fuoco. La Burning Sister non si sacrifica nel fuoco, ma al contrario trova la sua massima realizzazione nel fuoco stesso. Nell’attimo della distruzione, raggiunge la sua forma. In questa coesistenza di opposti, di contraddizioni, spesso si collocano le mie opere. Belle e terribili allo stesso tempo”.

Piazza Duomo, foto di Andrea Veroni.

Prosegue, inoltre, il lavoro di enti e istituzioni che partecipano alla realizzazione della kermesse, come la Fondazione Carla Fendi, con una mostra del fotografo Luis Alberto Rodriguez che reinterpreta alcuni preziosi costumi provenienti dall’archivio storico del Festival dei Due Mondi e la Fondazione Monini con le iniziative di Casa Menotti. 

Ecco un focus sulle principali mostre da non perdere:

Stefano Di Stasio, “Agata eterna” (Chiesa di Sant’Agata, Spoleto)

L’artista Stefano Di Stasio presenta il suo Agata eterna nell’ambito della manifestazione “La sottile linea d’Umbria”, promossa dai Musei nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei Umbria. Di Stasio ha inserito l’iconografia della Santa a cui è dedicata la piccola chiesa – parte integrante del Museo Archeologico Nazionale di Spoleto – all’interno del suo immaginario onirico: l’opera, un dipinto su carta, prenderà il posto dell’antica pala d’altare nell’abside della chiesa, diventando lo sfondo per le iniziative e i concerti che saranno accolti nella struttura. A metà tra spazio liturgico e civile, la Chiesa di Sant’Agata diventa una finestra sull’opera di Di Stasio, autore di una moderna sacralità

Gli anni Ferrara 2008 – 2020 (Via Aurelio Saffi 12)

Il percorso di valorizzazione del patrimonio artistico avviato dalla Fondazione Festival dei Due Mondi si arricchisce di una nuova tappa espositiva con la mostra dedicata a Giorgio Ferrara, direttore artistico del Festival dal 2008 al 2020. Attraverso un’accurata selezione di costumi, materiale d’archivio e fotografie, l’esposizione curata da Piero Maccarinelli ripercorre i momenti salienti delle produzioni di quegli anni, un’immersione nel suo mondo creativo e in quello dei suoi compagni di viaggio che offre un ritratto della sua straordinaria eredità artistica.

Chiara Camoni, mostra personale (Palazzo Collicola Art Visive)

La mostra personale di Chiara Camoni – autrice del manifesto di Spoleto67 – è un percorso espositivo che si snoda attraverso le stanze del Piano Nobile di Palazzo Collicola. Richiami al mondo naturale e vegetale, fortemente presenti nella pratica dell’artista, si incrociano con gli spazi, in un dialogo inedito che vede anche la presenza di opere realizzate per l’occasione. L’esposizione, a cura del direttore dei Musei Civici di Spoleto Saverio Verini, è realizzata grazie alla collaborazione fra Festival dei Due Mondi e Palazzo Collicola.

Jonathan Monk: Mahler & LeWitt Studios (Torre Bonomo)

Jonathan Monk, Waiting for famous people (1995-1997). Courtesy the artist.

La Torre Bonomo ospita le opere dell’artista Jonathan Monk, fra cui alcune sculture in ceramica realizzate a Deruta durante la sua residenza presso i Mahler & LeWitt Studios. Il lavoro di Monk – un omaggio a figure come Sol LeWitt, Ed Ruscha, Bruce Nauman e Lawrence Weiner – richiama le strategie procedurali tipiche dell’arte concettuale e minimalista degli anni Sessanta e Settanta e le arricchisce con un tocco personale o ludico. La mostra include la proiezione di A Cube Sol LeWitt photographed by Carol Huebner using nine different light sources and all their combinations front to back back to front forever (2001). Un progetto Mahler & LeWitt Studios con Valentina Bonomo e Torre Bonomo a cura di Vittoria Bonifati.

Luis Alberto Rodriguez, Afra Zamara, “Legàmi” (Ex Battistero della Manna d’Oro, Piazza Duomo)

Il fotografo Luis Alberto Rodriguez con la set designer Afra Zamara ha realizzato una serie di immagini con alcuni preziosi costumi provenienti dall’archivio storico del Festival dei Due Mondi, recentemente costituito. Circa 3.800 costumi illustrano la storia delle performance del festival dagli anni Sessanta fino agli anni 2000, in parallelo all’evoluzione della cultura e della moda. Attingendo al loro background, l’uno nella danza e l’altra nella scenografia, Rodriguez e Zamara hanno reinterpretato alcuni costumi, legandoli, annodandoli, sovrapponendoli, al tempo stesso catturando il fascino e i dettagli dei modelli originali, ma ponendoli in nuove situazioni da cui esplorare le relazioni tra performance, abito e espressione di identità. Rodriguez si è formato come ballerino e si è esibito in tutto il mondo per quindici anni prima di dedicarsi alla fotografia. Oggi continua a studiare forma e movimento corporeo, spesso utilizzando il corpo e gli abiti del soggetto in modo scultoreo e astratto. Un progetto Mahler & LeWitt Studios e Fondazione Carla Fendi in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi.

Cecilia Ceccherini & Alberto Valz Gris Umru: Racconti da un paesaggio idrosociale” (Museo del Tessuto e del Costume)

Dalla collaborazione fra l’artista Cecilia Ceccherini e il geografo Alberto Valz Gris nasce questo progetto che trova concreta espressione nella realizzazione di un grande arazzo di simboli interconnessi e un’installazione sonora con narrazioni multiple. Al centro del lavoro si trova il concetto di paesaggio idrosociale, termine che descrive l’acqua come un insieme multiforme di esseri umani e non umani, di trasformazioni storiche e futuri imprevedibili. Prendendo il territorio di Spoleto come punto di partenza, il progetto intreccia le storie del paesaggio idrosociale della Valle Umbra e delinea le relazioni tra l’uomo e l’ambiente attraverso l’elemento acqua. In collaborazione con Musei Civici di Spoleto, a cura di Guy Robertson.

SCENICsPACE (Casa Menotti)

La mostra prende posto negli spazi espositivi di Casa Menotti, storica dimora di Gian Carlo Menotti acquisita nel 2010 dalla Fondazione Monini e oggi sede del Centro di documentazione del Festival dei Due MondiPer celebrare la storia del Festival e del suo fondatore, l’artista David Pompili propone una serie di lavori ispirati alla reinterpretazione di elementi classici in chiave contemporanea, ricalcando quanto di geniale intuì Gian Carlo Menotti nel rendere contemporanei generi appartenenti alla cultura classica quali la prosa, la lirica, la danza e il balletto, dandogli nuova linfa attraverso una kermesse di risonanza internazionale all’insegna della classe e dell’eleganza, ma anche della mondanità.

ADD-art, “10 anni di interferenze” (Palazzo Due Mondi, Corso Mazzini 42/46)

Dal 29 al 14 luglio 2024 la galleria ADD-art festeggia 10 anni di attività con la mostra “ADD-art, 10 anni di interferenze”. L’esposizione sarà ospitata all’interno di Palazzo Tordelli nel cuore della città, che in occasione del Festival si trasforma in Palazzo Due Mondi, polo culturale sede di eventi e convegni, in collaborazione con l’associazione culturale Fish&Chic. L’esposizione, inaugurata il 29 giugno con una nuova performance di Sandford&Gosti, vedrà le sale allestite con le opere degli artisti contemporanei: Sergio Baldassini, Alessandra Baldoni, Silvia Beccaria, Jacopo Benci, Nicola Boccini, Andrea Ceddia, Danilo Fiorucci, Benedetta Galli, Saverio Mercati, Vincenzo Merola, Chiara Montenero, Gianluca Murasecchi, Andrea Pinchi, David Pompili, Diego Randazzo, Géza Ricz, Paolo Scarfone, Valeria Scuteri.

Musei Civici di Spoleto ospitano, inoltre, una serie di interventi di artisti contemporanei in sedi diverse in un circuito d’arte all’interno della città.

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