5 mostre da non perdere in Nord Est Italia

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Da molti anni, in Italia, le regioni del Nord Est vantano un’ottima e ampia offerta artistica e culturale. Molte le mostre museali e anche in galleria, e di ottimo livello. Per questa ragione, in questo inizio di primavera, abbiamo selezionato per voi le 5 mostre più belle e più interessanti da vedere nelle zone del Veneto e Trentino.

“Global Painting: La Nuova pittura cinese” al Mart di Rovereto

Fu Meijun, Wedding dress, 2021.

Al Mart Rovereto si tiene una mostra itinerante curata da Lü Peng e Paolo De Grandis, intitolata “Global Painting: La Nuova pittura cinese“. La mostra, aperta fino al 5 maggio, presenta il lavoro di 24 giovani artisti cinesi nati tra il 1980 e il 1995, rappresentando una nuova generazione che ritorna alla pittura come linguaggio artistico privilegiato. Questi artisti, cresciuti nella Cina del nuovo millennio, sono accomunati da una esuberante vitalità e rappresentano una stagione di grande rinnovamento. La mostra riflette infatti il nuovo atteggiamento nuovo delle giovani generazioni di pittori cinesi, la grande attenzione da parte loro alle espressioni individuali e alle differenze culturali, l’influenza della globalizzazione e delle rivoluzioni tecnologiche, e la grande libertà espressiva, dopo decenni di attenzione alla tecnica e al retaggio della pittura realista. I curatori sottolineano come questa nuova corrente artistica non sia confinata alla Cina, ma si inserisca in uno scenario globale, reinterpretando temi tipicamente cinesi alla luce di valori universali. Passata la sbornia del “Pop cinese”, ridimensionato l’impatto delle influenze occidentali e finita anche l’era dell’auto-ironia e auto-citazione dell’iconografia del Realismo socialista, oggi la nuova pittura cinese appare infatti fluida, fresca, libera da schemi idelogici, portatrice di una nuova fase di maturità e ricca di ottimi spunti innovativi dal punto di vista iconografico, stilistico e narrativo. Una bella mostra, da vedere.

“Sciamani. Comunicare con l’invisibile” al Palazzo delle Albere a Trento

Presso il Palazzo delle Albere a Trento e il Museo etnografico trentino San Michele, si svolge un grande progetto espositivo intitolato “Sciamani. Comunicare con l’invisibile”, aperto a tutti fino il 30 giugno. Questa collaborazione tra il MUSE, il Mart e il METS offre una visione multidisciplinare del sciamanismo, esplorando aspetti antropologici, psicologici, archeologici e artistici contemporanei. Il Mart presenta opere di artisti internazionali, tra cui Chiara Camoni, Marina Abramović, Alighiero Boetti e molti altri che riflettono sullo sciamanismo attraverso vari linguaggi artistici, con un’attenzione particolare alla questione ambientale. Il MUSE offre un approccio archeologico, antropologico e scientifico, con più di cento reperti associati a esperienze sensoriali immersive. La sezione finale al METS mette in dialogo artisti contemporanei con oggetti della collezione di arte sciamanica, esplorando le tecnologie popolari. Insieme, queste tre tappe offrono una prospettiva completa sullo sciamanismo, evidenziando il suo impatto su diversi aspetti della storia umana e contemporanea, intrecciando sociologia, storia culturale, e aerte contemporanea. Bella mostra, esaustiva, ricchissima di spunti, imperdibile per chi è interessato al tema.

“POP/BEAT Italia 1960-1979” alla Basilica Palladiana a Vicenza

Il progetto ideato e curato da Roberto Floreani per il Comune di Vicenza e Silvana Editoriale propone la mostra “POP/BEAT Italia 1960-1979” che riflette l’atmosfera ottimistica e movimentista degli anni Sessanta in Italia, con un’attenzione particolare alla libertà di sognare. Questa esposizione multidisciplinare, ospitata nella Basilica Palladiana e anche questa aperta al pubblico fino al 30 giugno, riunisce opere provenienti dai principali musei, gallerie e collezioni private nazionali, offrendo una visione complessiva delle generazioni Pop e Beat italiane. Si sottolinea l’autonomia e l’originalità di queste correnti rispetto alle influenze americane, evidenziando il loro contributo alla cultura europea. La sezione Pop presenta una rassegna molto vasta, ben documetata e rigorosissima dal punto di vista scientifico, di opere di molti dei protagonisti dell’avanguardia italiana degli anni Sessanta e Settanta: come Valerio Adami, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Segio Sarri, Fernando De Filippi, Umberto Mariani, Enrico Baj, Renato Mambor, Piero Gilardi, solo per fare alcuni dei molti nomi presenti; mentre la sezione Beat include documenti originali e opere dell’Antigruppo siciliano, vera chicca della mostra, per la ricchezza dei materiali e la “riscoperta” di un gruppo di grande originalità e radicalità, di cui rischiavano di perdersi le tracce. Floreani contestualizza la natura della Pop e della Beat italiane, seguendo un percorso che va dalla libertà di sognare alla fine degli anni di piombo. La mostra si estende anche a una serie molto nutrita di eventi collaterali in città con il coinvolgimento attivo delle scuole, ed è accompagnata da un ricco catalogo curato da Roberto Floreani, Gaspare Luigi Marcone e Alessandro Manca, edito da Silvana Editoriale. Una mostra davvero imperdibile, per chi voglia ripercorrere una fetta di storia importantissima per il rinnovamento della cultura nel nostro paese, ma anche per i più giovani, che vogliano avvicinarvisi a un periodo ancora poco approfondito a livello storico-artistico.

“Amalgama”. Il viaggio alchemico di Ozmo allo Studio Raffaelli a Trento

Lo Studio d’Arte Raffaelli di Trento accoglie per la prima volta l’artista poliedrico Gionata Gesi, in arte OZMO, con la mostra “Amalgama. Un viaggio alchemico“. Ispirandosi ai miti iconografici del Rinascimento, OZMO crea un dialogo con la volta affrescata della galleria, presentando un’installazione monumentale che evoca oniricamente la montagna come Athanor alchemico. Elementi contemporanei si mescolano all’ambientazione alpina di Trento, mentre opere di grande formato mettono in scena simboli alchemici e richiamano l’atmosfera delle Wunderkammern. Mascheroni arcimboldeschi e tele con lettere tratte da opere del sedicesimo secolo arricchiscono l’ambiente, mentre i simboli alchemici celebrano la trasmutazione come metafora del tempo circolare e del conflitto tra principi opposti. “Amalgama” offre una visione alchemica della società contemporanea, mescolando il mistero alchemico con l’immediatezza delle icone pop. La mostra rimarrà aperta fino al 7 aprile 2024. Accompagnata da un catalogo curato da Cristina Boschetti, l’esposizione include anche opere recenti che reinterpretano il passato in chiave contemporanea.

Adolf Vallazza 100 al Museion di Bolzano

Adolf Vallazza ritratto da Gianni Berengo Gardin, 2024.

Museion di Bolzano celebra il centenario dell’artista Adolf Vallazza, nato ad Ortisei. La mostra, allestita presso Museion Passage e aperta fino il 2 giugno 2024, presenta una selezione di disegni dagli anni Sessanta a oggi e dieci grandi sculture lignee astratte, alcune delle quali della collezione di Museion. L’esposizione offre al pubblico un’ampia visione del lavoro grafico di Vallazza, accostandolo alle sue sculture. I disegni, esposti a parete e in vetrina, testimoniano la ricerca formale e le relazioni spaziali e simboliche delle sue opere. Per Vallazza, la scultura assume molteplici significati, da composizione estetica a oggetto di scena in performance di danza. Utilizzando legno proveniente da antichi fienili della Val Gardena, l’artista trasforma l’effimero in eterno, creando imponenti opere scultoree. Durante la mostra, nell’Infolounge di Museion, sono proiettati due documentari sull’artista: uno della Rai Südtirol in tedesco e l’altro di Lucio Rosa in italiano, in memoria del fotografo e documentarista recentemente scomparso.

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