Esplorando il confine tra finzione e realtà: Rinus Van de Velde a Roma

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Qual è il confine tra finzione e realtà nell’arte?

“I am done singing about the past”, l’ottava mostra personale di Rinus Van de Velde presso la Tim Van Laere Gallery, inaugura il 4 maggio 2024, proponendo una riflessione su questa tematica attraverso i nuovi lavori dell’artista belga. La mostra, che segna la prima personale di Van de Velde nel nuovo spazio romano della galleria, rimarrà aperta fino al 6 luglio 2024.

Rinus Van de Velde è noto per il suo approccio multidisciplinare che include disegni, installazioni, ceramiche e film. Al centro della sua pratica artistica vi sono i disegni, attraverso i quali costruisce un multiverso di storie e un’autobiografia fittizia, intrecciando realtà e finzione in modo tale da esplorare liberamente identità e mondi non ancora appartenuti. L’artista si serve di alter ego per esplorare queste dimensioni alternative, usando l’arte come strumento per avvicinarsi alla verità sulla propria identità e sulla propria arte.

Iniziando con disegni in carboncino, caratterizzati da un marcato contrasto bianco e nero, Van de Velde ha gradualmente introdotto il colore nelle sue opere. Questa transizione è avvenuta attraverso l’uso di matite colorate e, più recentemente, di pastelli a olio, trovando in quest’ultimo materiale la stessa intensità e fluidità espressiva del carboncino ma con una gamma cromatica più ampia.

La nuova serie esposta a Roma include lavori a carboncino, matita colorata e pastello a olio, offrendo un’esplorazione più profonda delle sue narrative fittizie. Van de Velde sostiene che “dire una bugia è molto più interessante che dire la verità”, una dichiarazione che rispecchia la libertà creativa che persegue nei suoi viaggi immaginari. Attraverso questi, l’artista può incontrare chiunque, conversare su qualsiasi argomento e trasformarsi in qualsiasi entità, visualizzando queste esperienze in opere che celano verità interiori dietro un velo di finzioni artisticamente orchestrato.

I testi scritti a mano, che accompagnano i disegni, offrono una finestra sui monologhi interiori di Van de Velde, rivelando le sue paure, aspirazioni e desideri, nonché il suo stato d’animo. Questi elementi narrativi aggiungono uno strato di intimità e complessità alle sue opere, invitando lo spettatore a un viaggio personale e riflessivo nel labirinto di realtà e finzione che l’artista continua a esplorare.

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