Il Viaggio Creativo di Kandinsky Rivive a Amsterdam

“La forma stessa, anche se completamente astratta”, affermava una volta Wassily Kandinsky, “possiede il suo suono interiore”. A tal proposito, la nuova mostra al Museo H’ART può essere paragonata a una sinfonia. L’istituzione di Amsterdam, in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi, ha riunito 60 opere del pittore per tracciare il suo percorso creativo che va dall’evocativa figurazione all’affascinante astrazione.

Tra i punti salienti della mostra, spicca “Mit dem Schwarzen Bogen”: un’opera del 1912 che rappresenta il culmine della ricerca di Kandinsky per una figurazione autonoma a discapito della rappresentazione naturalistica. Il quadro è costruito con spesse linee nere, connesse da forme organiche e un balletto di colori. Il suo movimento e la sua dissonanza erano intenzionali e ispirati dal lavoro musicale dell’amico di Kandinsky, Arnold Schönberg.

“’L’odierna’ dissonanza pittorica e musicale”, scrisse al compositore nel 1911, “non è altro che ‘la consonanza di domani'”.

Sono passati decenni prima che Kandinsky giungesse alla sua innovativa comprensione dell’astrazione. Nato a Mosca nel 1866, arrivò successivamente a Monaco di Baviera in Germania, dove, profondamente ispirato da Monet, abbandonò una carriera in diritto ed economia per dedicarsi all’arte all’età di 30 anni.

Mentre i suoi primi paesaggi, tra cui “The Blue Rider” (1903), presentavano una piega post-impressionista, cominciò ad accogliere una figurazione espressiva dopo aver trascorso la sua prima estate a Murnau. Lì, i colori della città, la luce e l’arte popolare locale hanno anche spinto Kandinsky a sviluppare le sue teorie artistiche, contenute nel libro del 1911 “Concerning the Spiritual in Art”.

Questo momento di svolta per Kandinsky è messo in evidenza nella mostra del Museo H’ART con dipinti come “Improvisation 3” (1909) e “Impression V (Parc)” (1911), che dimostrano i suoi esperimenti con forme ibride. Il periodo culmina con “Bild mit rotem Fleck” (1914), un’opera sorprendente in cui la dissonanza del pittore raggiunge un dinamismo vibrante.

Centrale alla mostra è anche l’associazione di Kandinsky con la Bauhaus dal 1922. Mentre insegnava alla scuola di Weimar, sviluppò il suo studio sui punti e sulle linee, scrivendo “Point and Line to Plane” (1926), un libro che sarebbe diventato molto influente nell’arte del 20° secolo. È durante questo periodo che l’arte di Kandinsky si orienta verso la geometria con una non meno cosmica leggerezza, come si vede nel 1923 in “On White II”.

In altre parole, la mostra “Kandinsky” al Museo H’ART non è solo un’opportunità per ammirare alcune tra le opere più significative del pittore russo, ma offre anche un viaggio emozionante e approfondito nel suo percorso creativo, dalla figurazione all’astrazione, un esempio lampante della continua evoluzione e rivoluzione del suo pensiero artistico. È una rara occasione per scoprire e rivivere l’intera carriera pittorica di Kandinsky, padrone indiscusso della pittura astratta del ventesimo secolo.

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