Museo dell’Informatica di Paul Allen Chiude: la Collezione in Direzione Asta

Negli annali della storia del progresso umano, emerge una figura: Paul G. Allen, co-fondatore di Microsoft. La sua passione per il mondo digitale ha dato vita a un museo unico nel suo genere, il Living Computers: Museums + Labs di Seattle. Inaugurato nel 2012, questo luogo di incontro e scoperta ha dato la possibilità a tutti di toccare con mano l’evoluzione della tecnologia informatica, esplorando gli archivi storici dell’informatica fino alle più recenti innovazioni tecnologiche.

Dal 2020 però, a causa dei lockdown generati dall’emergenza pandemica, il museo non ha più riaperto le proprie porte e ora, la collezione che racchiude, si dirige verso il banco dell’asta. Allen, scomparso nel 2018, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della cultura e della beneficenza. La sua presenza si avverte ancora in numerose istituzioni ancora aperte, come il Museum of Pop Culture di Seattle. Anche l’azienda Vulcan, fondata da Allen, ha significanti crediti nella scena artistica della città, organizzando, tra le altre iniziative, la fiera d’arte di Seattle.

Un’operazione simile, orchestrata dagli eredi di Allen, ha avuto luogo nel novembre del 2022, quando sono state messe all’asta diverse opere d’arte di artisti del calibro di Paul Cézanne, Georges Seurat e Vincent van Gogh. La vendita ha raggiunto una cifra record di 1,5 miliardi di dollari, rendendola la singola vendita più grande della storia. Nel 2023, un altro pacchetto di opere di Allen ha fruttato un ulteriore ammontare di 88,8 milioni di dollari.

Il prossimo appuntamento all’asta, soprannominato “Gen One”, mette al centro le tecnologie di prima generazione e i loro inventori. L’asta si svolgerà in tre parti: due aste online, “Firsts: The History of Computing” e “Over the Horizon: Art of the Future”, attive fino al 12 settembre, e un evento dal vivo il 10 settembre, dal titolo “Pushing Boundaries: Ingenuity”.

Tra gli oggetti più significativi troviamo una lettera firmata da Albert Einstein nel 1932, indirizzata al Presidente Franklin Delano Roosevelt. In essa, il geniale fisico avvisa il leader americano che i tedeschi hanno scoperto un tipo di uranio fissile capace di alimentare un’arma di distruzione massiccia. La lettera, con una stima iniziale di 6 milioni di dollari, è considerata uno degli inneschi del Progetto Manhattan e quindi una delle più importanti del ventesimo secolo.

Altro pezzo forte dell’asta è la tuta spaziale dell’astronauta Ed White, che il 3 giugno 1965 divenne il primo americano a camminare nello spazio durante la missione Gemini 4. La tuta ha una stima iniziale di 120.000 dollari.
Non vi sono opere di Cézanne o Van Gogh in questa vendita; tuttavia, l’asta “Over the Horizon” presenta la Saturn as Seen from Titan (ca. 1952) di Chesley Bonestell, con una stima iniziale di 50.000 dollari. Bonestell è un artista di primo piano nell’ambito dell’esplorazione spaziale durante la Guerra Fredda.

La speranza è che questi manufatti, testimonianze tangibili della genialità e dell’ingegno dell’umanità, possano trovare casa in mani rispettose e appassionate. Ogni pezzo rappresenta un tassello, un mattone, un’evoluzione del percorso dell’uomo nel campo della scienza, dell’arte e della tecnologia, un eredità che ci lega al passato, ci illumina il presente e traccia la rotta per il futuro.

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