Tomoko Nagao, un’installazione Pop a Taipei. Ispirata al Tiepolo

Oramai è un fenomeno comune in tutto il mondo trovare murales e graffiti, autorizzati o meno dal Comune, e che riscuotano più o meno un buon riscontro da parte dei residenti della zona, che decorano i muri spesso grigi e monotoni delle città, attirando l’attenzione del pubblico e destinati ad essere ammirati, fotografati e condivisi sulle piattaforme social.

Ma Tomoko Nagao, artista giapponese naturalizzata in Italia, ha voluto sradicare l’ormai consolidata metodologia “dell’imbrattare i muri” (come direbbero le persone che respingono e disprezzano queste opere d’arte effimere) con bombolette spray e colori, creando invece una vera e propria installazione artistica bidimensionale, in questo caso, sul pavimento.

Infatti Tomoko, in collaborazione con FunDesign.tv, ha voluto lasciare la propria impronta e il proprio stile, che deriva dall’apprendimento del cosiddetto Superflat di Murakami e Nara, all’interno della piazza dell’Arena di Taipei a Taiwan. L’opera, intitolata The Allegory of Taipei Dome (L’Allegoria della Cupola di Taipei), più che un murale collocato ai nostri piedi, richiama molto i mosaici, proprio come quelli presenti nella Basilica di San Vitale a Ravenna o quelli di Antoni Gaudí situati al Park Güell a Barcellona. È un’opera dalle dimensioni di circa undici metri per undici, realizzata in ferro e resina epossidica, che si ispira all’affresco di Giambattista Tiepolo l’Apoteosi della Famiglia Pisani del 1761 presente sul soffitto del bellissimo Salone da Ballo della Villa Pisani, sulla Riviera del Brenta a Stra, in provincia di Venezia (tra l’altro la sala più grande dell’edificio).

“Ho trovato Tiepolo molto piacevole perché i suoi dipinti sembrano una videoproiezione 3D contemporanea, con tante scene articolate e dinamiche”, ci racconta Tomoko.

È dunque una vera e propria rivisitazione in chiave contemporanea e Pop, quella di Tomoko e non è certamente la prima volta che l’artista riprende famosissime opere di artisti e le modella e trasforma usando il proprio linguaggio artistico: ricordiamo La nascita di Venere di Sandro Botticelli, Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo (di cui abbiamo parlato in Primo Maggio, il lavoro nell’arte, tra mitologia e alienazione. Dal Quarto Stato a Banksy), il Narciso di Michelangelo Merisi, l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e così via. “Utilizzo spesso le varie icone dell’arte”, dice ancora l’artista. “Poiché l’arte e la storia dell’arte provengono principalmente dall’Europa, è un modo per descrivere la società europea. Mi piace usare le icone usando il mio linguaggio, lo stile della mia terra (quella giapponese), il kawaii”. 

Ma ritorniamo all’installazione che, diversamente dai classici murales, i quali vengono cancellati o rovinati dai passanti o dai fenomeni metereologici, è permanente. “È un lavoro molto importante per me: è la mia prima installazione pubblica permanente come artista internazionale. La cosa mi piace, perché ho sempre desiderato portare la mia arte tra la gente e in girop per il mondo. Sono molto felice che le persone, anche i non addetti ai lavori, possano guardare ed apprezzare la mia arte all’interno della propria città, in questo caso Taipei. E mi sento molto appagata per tutto ciò. Ho iniziato a lavorare su questo progetto nel 2021 assieme al mio team”.

Putti che volano nel cielo, l’angelo al centro che suona la tromba, membri della famiglia Pisani sono ripresi nell’opera di Tomoko dall’affresco del Tiepolo, tutta pop e colorata: mazze, guanti e palline da baseball, stelline, coccinelle, piccole libellule, putti dai capelli dalle tinte più stravaganti e farfalline sono invece alcuni degli elementi aggiunti che spiccano nella rivisitazione contemporanea.

Ma non è finita qui, infatti sono stati edificati anche quattro pilastri sull’Art Plaza. Intitolati Fantasy Light Pillar, le installazioni sono veri e propri lampioni illuminati da luci LED al proprio interno: anche in questo caso, angeli, fiori, farfalline e coccinelle sono gli elementi che decorano il pilastro, illuminandosi di notte, come ad evocare la visione utopica dell’artista, una visione di arte per tutti, di arte che invade strade, piazze, parchi e città.

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