Viaggiando oltre il perimetro dell’immagine: l’ironia pop di scena a Torino

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Il Palazzo Saluzzo Paesana, situato nel cuore di Torino, è un’esempio pregevole di barocco torinese, progettato dall’architetto Gian Giacomo Plantery e commissionato dal il marchese di Saluzzo, Michele Antonio, nel 1713. I suoi interni sono adornati con stucchi dorati, affreschi, grandi specchiere e mobili d’epoca che creano un’atmosfera ricca e maestosa, contorno ideale per una mostra di arte contemporanea che vuole suggerire al visitatore un’esperienza sinestetica.

Dal 4 al 26 maggio 2024, le sale opulente del palazzo accolgono infatti la mostra “Viaggiando oltre il perimetro dell’immagine”, curata da Lorenzo Bruni, con opere di Corrado Bonomi, Gianni Cella, Piero Gilardi, il collettivo Plumcake (Cella, Pallotta, Ragni) e Aldo Spoldi, sostenuto dal gruppo Zenit. Questi artisti dialogano attraverso un corpus di opere esplora temi quali la critica ai mass media e la società dello spettacolo, ma anche l’ambiente, la tecnologia, e persino la storia dell’arte, impiegando un linguaggio che oscilla tra l’ironia e il sarcasmo, seppure con media e stile diversi. E’ infatti l’ironia che viene utilizzata come mezzo rivelatore, strumento utile ad andare “oltre il perimetro dell’immagine”, superando il tradizionale confine del quadro per attivare un dibattito socio-politico. Ogni sala di Palazzo Saluzzo Paesana rappresenta ritmi temporali diversi, dall’irrompente fervore del ’68, evidenziato da Gilardi e Spoldi, attraverso il boom mediatico degli anni ’80 con Plumcake e Cella, fino ai linguaggi artistici degli anni ’90 esplorati da Bonomi.

Se l’homo ludens contemporaneo sorride davanti a queste pratiche, la narrazione curatoriale lo accompagna attraverso delle stanze “critiche”, atte a sfaldare le fibre del racconto preimpostato. Proviamo dunque a muoverci all’interno di questa splendida mostra attraverso un percorso critico.

La Riflessione Ambientale e Sociale

Le opere di Corrado Bonomi con i “Totem” e Piero Gilardi con “Poiesis” affrontano la critica alla società di consumo e la connessione con la natura. I Totem infatti, con la loro struttura verticale e l’accumulo di oggetti industriali, (le taniche sono elementi utilizzati per contenere e trasportare liquidi vitali, come l’acqua o il carburante) sono delle stratigrafie estreme che sollevano questioni relative alla sostenibilità e alla precarietà delle risorse del nostro pianeta. Visivamente, i Totem sono colorati e dinamici. Le tracce pittoriche che li adornano esplorano ulteriori strati di significato, rappresentando forse le stratificazioni della terra o i flussi di energia che attraversano la natura e la società. Se Bonomi usa oggetti quotidiani in maniera non convenzionale per sollevare questioni sulla sostenibilità e la gestione delle risorse naturali, Gilardi con “Poiesis” simboleggia un ritorno alla natura e propone un’interazione che unisce diverse culture e religioni, evidenziando la possibilità di nuove crescita e sviluppi culturali e spirituali. L’opera consiste infatti in una scultura di tre alberi realizzata in gommapiuma, un materiale comunemente utilizzato da Gilardi per la sua capacità di trasformazione e la sua leggerezza. Questa scelta materica non solo permette una maggiore interazione con il pubblico ma simboleggia anche una sorta di ritorno alla natura, un tema ricorrente nel lavoro dell’artista.

La particolarità di “Poiesis” sta nel suo aspetto interattivo: toccando gli alberi, questi emettono suoni, aggiungendo un ulteriore livello di esperienza sensoriale alla visione estetica. Gli alberi rappresentano le tre grandi religioni monoteiste, e le radici comuni da cui emergono simbolizzano le origini condivise e la potenziale unità tra diverse fedi e culture. Questo nuovo virgulto che emerge e che reagisce al tocco umano esprime la possibilità di nuove crescite e nuove direzioni nello sviluppo culturale e spirituale umano.

Critica Economica e Finanziaria

Il “Banco di Oklahoma” è un’installazione artistica ideata da Aldo Spoldi che si serve di elementi visivi e concettuali per commentare e criticare l’influenza crescente delle istituzioni finanziarie a partire dagli anni ’80. Essa comprende una serie di oggetti che evocano il mondo della finanza e del commercio bancario: un assegno gigante appeso alla parete, una bicicletta rossa che simboleggia il movimento e il cambiamento, e delle monete giganti con le effigi dei vari artisti coinvolti nel progetto. Questi elementi sono strategicamente posizionati per creare una narrativa visiva che interpella direttamente lo spettatore sulla natura e l’impatto delle operazioni finanziarie nella vita quotidiana. L’assegno gigante, per esempio, porta scritto un valore economico molto elevato, suggerendo ironicamente l’idea di una transazione finanziaria di dimensioni straordinarie, quasi surreale. Le monete, dal canto loro, trasformano in oggetti d’arte quelli che sono normalmente strumenti di scambio economico.

Interazione Culturale e Storica

L’opera “America prima dell’immigrazione” di Gianni Cella offre una narrazione visuale delle culture indigene nordamericane attraverso maschere colorate e espressive che riflettono vari aspetti delle culture indigene nordamericane, rappresentando le diverse tribù e le loro uniche identità culturali prima dell’arrivo degli europei in America. Le maschere sono disposte in modo tale da creare un muro di volti, ciascuno dei quali porta una coroncina di foglie, simbolo di connessione con la natura. I colori vivaci e le espressioni variate delle maschere catturano l’attenzione e provocano una riflessione sulle storie non raccontate e spesso dimenticate delle popolazioni indigene: un promemoria critico delle trasformazioni radicali che queste società hanno subito a seguito dell’immigrazione e della colonizzazione.

Ironia Umana e Esistenziale

L’installazione “La risata di Dio”, di Aldo Spoldi diventa l’apoteosi dell’ironia: attraverso l’uso sagome e figure tridimensionali, Soldi costruisce un’ambientazione che appare quasi come una danza teatrale congelata nel tempo. Queste figure, disposte strategicamente nello spazio espositivo, sono realizzate in materiali scuri che evocano un senso di mistero e di antichità, forse per simboleggiare la longevità delle questioni umane e spirituali che l’artista intende esplorare. Il titolo stesso, “La risata di Dio”, suggerisce una riflessione sull’ironia della condizione umana vista da una prospettiva divina o cosmica, dove le ansie e le tragedie umane possono assumere un aspetto meno gravoso. In questa luce, l’installazione invita i visitatori a considerare una visione più ampia dell’esistenza, che ridimensiona le preoccupazioni quotidiane e sollecita una riflessione sulle grandi domande dell’esistenza e del significato.

+ 1: ovvero i Plumcake e Met Levi

Mentre il collettivo Plumcake presenta delle sculture che interagiscono con lo spazio del Palazzo Saluzzo Paesana in modi inaspettati, stimolando il pubblico a vedere oltre le apparenze e a riflettere su aspetti più profondi della cultura pop e della società, ma anche accompagnandolo nel percorso espositivo, Met Lev, personaggio virtuale, ovvero alter-ego artistico di Aldo Spoldi, presenta una serie di opere fotografico-surreali che sfidano la percezione del tempo e della storia, mescolando il passato con il presente in modi che sollecitano il visitatore a interrogarsi sulla veridicità e sul significato degli eventi storici. Le opere di Met Levi offrono una riflessione sulla natura della realtà e della finzione e sul modo in cui la storia viene raccontata e percepita.

Difficile contenere spunti, riflessioni e sensazioni di questa mostra in qualche migliaio di battute: “Viaggiando oltre il perimetro dell’immagine” è un tripudio pop-ironico di citazioni e prese di posizione, una distruzione sistematica nel quale soltanto lo spettatore può mettere (e trovare) il suo ordine.

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