Museion di Bolzano, fino all’1 settembre, ospiterà una mostra, intitolata The Weight of the Concrete, dedicata all’artista ed editore torinese Ezio Gribaudo (1929–2022). Il progetto è prodotto dal Grazer Kunstverein in collaborazione con l’Archivio Gribaudo di Torino e con Museion ed è curato da Leonie Radine.
Il titolo della mostra prende spunto da Il Peso del Concreto (1968), un libro che raccoglie i primi lavori grafici di Gribaudo, insieme a un’antologia poetica del poeta Adriano Spatola. Protagonista della pubblicazione è una serie di Logogrifi che l’artista ha sviluppato a partire dagli anni Sessanta, passando da rilievi su carta assorbente a rilievi in legno e polistirolo.
Basati su enigmi linguistici o visivi, i Logogrifi sono simili a puzzle o a rompicapo che prevedono la formazione di nuove parole cambiando la lettera iniziale. Nell’interpretazione di Gribaudo, un Logogrifo oscilla tra leggibilità e astrazione, a volte tendendo verso forme leggibili e altre volte andando verso quel mondo enigmatico in cui immagine e linguaggio si fondono. Comprendendo elementi tipografici (testuali, figurativi e topografici), The Weight of the Concrete propone una nuova grammatica e forme di lettura diverse dal consueto. Partendo da rilievi acromatici su carta assorbente, trasformandosi in rilievi in legno e polistirolo e culminando infine in pezzi cromatici con inchiostro tipografico, le opere in mostra interrogano i modi in cui forma, linguaggio e materia continuano a modellarsi e ridefinirsi a vicenda.
L’idea di sperimentare un’associazione dei suoi lavori con le moderne tecniche di stampa è nata grazie alla sua innata attenzione per la pubblicazione di monografie su artisti a lui contemporanei come Francis Bacon, Giorgio de Chirico, Jean Dubuffet, Marcel Duchamp e Lucio Fontana, nonché dal suo interesse per la stampa popolare, verso giornali, dizionari, atlanti e libri per bambini. Per evidenziare questa relazione tra la sua attività artistica e quella editoriale, la mostra presenta una selezione unica di pubblicazioni rare e materiali d’archivio di Gribaudo.
La scenografia della mostra è nata grazie al lavoro di Davide Stucchi, che opera nel campo delle arti visive, del design, della moda e della scenografia. L’approccio artistico e gli interventi di Stucchi sono sulla stessa lunghezza d’onda del modo di operare di Gribaudo, utilizzando oggetti ready-made e materiali prodotti industrialmente. La mostra comprende anche un programma sonoro che dà largo spazio alla vocalizzazione della poesia sperimentale: in questo modo tutti i linguaggi di Gribaudo (arte visiva, poesia, stampa e design) vengono valorizzati e visti da un’angolazione diversa.
![Immagine-WhatsApp-2024-07-09-ore-09.40.56_3bbf72ab](/cdn-cgi/image/width=741,height=486,fit=crop,quality=80,format=auto,onerror=redirect,metadata=none/wp-content/uploads/2024/07/Immagine-WhatsApp-2024-07-09-ore-09.40.56_3bbf72ab.jpg)