The line between kimono and art vol. II: la storia del kimono

Il 4 luglio alle 17 alla Fondazione Luciana Matalon di Milano verrà presentato “The line between kimono and art vol. II”, una mostra che racconta la ricca storia e le numerose varianti del kimono, un abito che racchiude in sé secoli di tradizione e artigianato giapponese. La mostra si distingue per l’approccio innovativo di tre artisti: Mamiko Ikeda, Koji Fukumoto e Stella Bonasoni.

Il kimono, il cui nome significa letteralmente “cosa da indossare”, è un simbolo culturale che ha resistito alla prova del tempo, evolvendosi nei secoli pur mantenendo intatta la sua essenza. La mostra intende esaltare questa dualità, mettendo in luce l’utilizzo artistico del kimono e valorizzando la sua artigianalità.

Mamiko Ikeda, con il suo approccio artistico, trasforma il kimono in una tela tridimensionale. Le sue creazioni non sono solo abiti, ma opere d’arte che raccontano storie e tradizioni. Ikeda sfida i confini del design tradizionale, sperimentando con materiali e tecniche innovative per dare nuova vita a un antico simbolo.

Koji Fukumoto, stylist di fama, porta una visione contemporanea al kimono. Il suo lavoro si distingue per l’abilità di fondere elementi moderni con il classico, creando combinazioni che risultano fresche e al tempo stesso profondamente radicate nella tradizione. Fukumoto vede il kimono come un mezzo per esprimere identità e stile personali, rompendo con le convenzioni pur rispettandone le radici.

La fotografa Stella Bonasoni cattura l’essenza del kimono con la sua macchina fotografica. Le sue immagini raccontano storie di bellezza e cultura, mostrando il kimono in contesti sia tradizionali che moderni. Bonasoni riesce a immortalare la delicatezza e la complessità dell’abito, mettendo in evidenza la maestria degli artigiani e la grazia di chi lo indossa.

La mostra, sostenuta dalla Fukuoka Chamber of Commerce & Industry (FCCI) e patrocinata dal Consolato Generale del Giappone a Milano, non si limita a esporre kimono. Essa mira a trasmettere un messaggio più profondo: la continuità e l’innovazione nella tradizione. Gli artisti coinvolti cercano di permettere ai visitatori di conoscere l’arte del kimono non come semplice oggetto, ma come veicolo di cultura e tradizione.

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