La Caccia: Un Nuovo Capitolo Attende il Ritrovamento della Poesia Perduta di Saffo

Il solo nome evoca diverse sensazioni. Saffo, la poetessa della Grecia antica, proclamata decima musa da Platone, ha dato il nome all’aggettivo che descrive i media che rappresentano l’amore tra donne. Ha inventato un metro poetico eponimo, particolarmente apprezzato da Orazio. Nonostante la stima in cui è tenuta sia la stessa tributata ad Omero, a oggi si conservano molto meno opere di Saffo.

Quando emergono nuovi frammenti della sua poesia perduta, scatenano un entusiasmo frenetico tra archeologi, linguisti e appassionati lettori. A differenza del suo innegabile talento artistico, dettagli basilari della vita di Saffo sono avvolti nel mistero. Gli esperti concordano sul fatto che nacque nel 7° secolo A.C., sull’isola di Lesbo da genitori benestanti, nel pieno di un’epoca di grande fermento politico e culturale.

Il suo lavoro, tuttavia, si focalizzava sull’interiorità. Scrisse versi teneri ma intensi sulle rovine causate dall’amore, esprimendo frequentemente desiderio per altre donne. La stessa Saffo non fece mai riferimento a un marito, ma la Suda, un’enciclopedia bizantina del mondo antico, afferma che sposò un uomo di nome Kerkylas di Andros. Un suo poema menziona una figlia di nome Cleis, ma il termine potrebbe intendere anche “schiava”. La leggenda, priva di fondamento, dice che si gettò in mare per un traghettatore. Altri racconti sostengono che si rifugiò in Sicilia per un periodo, ma che morì in vecchiaia a casa, guidando il culto di Afrodite.

Saffo compose 10.000 versi di poesia durante la sua vita, raccolti in un certo momento in nove libri presso la biblioteca di Alessandria. Di questi, restano solamente 650 versi, sparsi tra strofe salvate, frasi e singole parole. Quando la sua fama era al culmine, il suo volto veniva rappresentato su vasi, statue e monete. Tuttavia, la nuova scuola comica dei scrittori greci la dipinse in una luce negativa, solo pochi secoli dopo la sua morte.

Anche senza le loro infamanti rappresentazioni, il suo lavoro avrebbe sofferto. Saffo non annotava la sua poesia, ma la cantava suonando l’arpa. E quando i manoscritti cominciarono a diffondersi, il suo dialetto eolico era ormai caduto nell’oblio, ostacolando ulteriormente la traduzione delle sue opere. Teorie popolari incolpano papa Gregorio VII per avere ordinato la distruzione di tutti i suoi lavori nel 1073, anche se uno studioso britannico sostiene: “Non è chiaro come un papa romano potesse ordinare la distruzione di testi a Costantinopoli dopo il grande scisma”.

Quello che gli archeologi sono riusciti a ricostruire, proviene in gran parte da citazioni di Saffo fatte da altri scrittori. Siamo in possesso di solo due poesie complete della poetessa: una grazie al retore Dionisio di Alicarnasso, che ha incluso “Ode ad Afrodite” di Saffo come modello eccelso nel suo trattato sulla composizione letteraria.

I pezzi di poesia di Saffo sono stati ritrovati principalmente su papiro, un materiale noto per la sua volatilità. Perfino i reperti in buono stato sono difficili da tradurre, data la scrittura compressa dell’epoca. Le sue parole sono state scoperte anche su altri materiali, ma le righe necessitano di accurata verifica e assemblaggio.

A fine Ottocento, Friedrich Blass ha pubblicato un frammento di pergamena rinvenuto a Crocodilopoli. Nel 1937, quattro strofe di un altro poema sono state trovate graffiate su un pezzo di ceramica. I più recenti frammenti sono apparsi non grazie agli scavi, ma in collezioni private. Nel 2002, la Collezione Papirologica di Colonia ha acquisito 20 papiri messi in vendita, che hanno permesso di completare quasi cinque versi di un altro poema. Nel 2014, sono comparsi due poemi precedentemente sconosciuti tra una collezione britannica anonima e contestata.

Per quanto riguarda il ritrovamento delle prossime opere di Saffo, gli studiosi confidano nell’ausilio dell’intelligenza artificiale.

“La Caccia” esplora l’arte e i reperti antichi che sono, purtroppo, perduti nel tempo. Dall’Arca dell’Alleanza al sepolcro di Cleopatra, questi tesori leggendari hanno da sempre catturato l’immaginazione di storici e archeologi, anche se rimangono sepolti sotto strati di sabbia, pietra e storia. Segui le notizie di Artnet per rimanere sempre aggiornato sul mondo dell’arte. Non perderti le ultime novità, le interviste più sorprendenti e gli approfondimenti critici che alimentano il dibattito.

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