La memoria delle cose di Alfredo Casali a Piacenza

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di Giovanni Crotti

Con un titolo molto poetico (“La memoria delle cose”), la personale sul pittore piacentino Alfredo Casali centra in pieno l’obiettivo di mostrare all’osservatore un percorso artistico lungo un cinquantennio alla Galleria Volumnia di Piacenza, sino al 17 febbraio 2024. L’arte di Alfredo Casali è arte che si è nutrita nel tempo di elementi di non tempo: pittura diradata, rarefatta, discreta, molto interiore, ricca di suggestioni e competenze filosofiche (che appartengono in pieno al percorso culturale dell’artista). Con una ricchezza espressiva che sfiora (senza volutamente compenetrare mai in pieno) metafisica, figurativo e informale, le tele di Casali appartengono a un mondo sospeso, si agganciano a una interiorità silenziosa, positivamente solitaria, a una necessità (pacata e salda) di dare comunque ordine al magma interiore dell’artista. 

Alfredo Casali, La memoria delle cose, 2023, veduta della mostra, Courtesy Volumnia Space, Piacenza. Photo Fausto Salvi Studio

Nel paesaggio interiore di Alfredo Casali abitano gatti e venti montani, abitano nebbie albeggianti brezze della memoria e, appunto, oggetti e anche qualche volto mai figurato troppo espressivamente. Curata, con un allestimento di altissimo livello, da Massimo Ferrari, il viaggio nell’arte di Casali si dipana attraverso una serie di isole tematiche: “In bilico nel paesaggio”, “Geometrie famigliari”, “Lavagne”, “La grande casa”, “Modelli di case” e “Il grande vuoto”, singoli spazi introdotti da un pannello illuminante per chiarezza cronologica e contributi critici.

Alfredo Casali, il grande vuoto, 2020

L’arte di Alfredo Casali sembra davvero un insieme di tracce nella storia che l’artista ha voluto lasciare lungo un cammino che è iniziato all’alba degli anni ’70 e continua ancora oggi sempre con nuove tracce, riflessive e introspettive, come il carattere dell’artista. La sua creatività è sempre sfuggita alle logiche di mercato, ha sempre avuto piuttosto un ripiegamento verso l’interiorità dell’artista, un costante confronto con la memoria. Sulle tele sono riflesse idee e pensieri di un artista che traccia figure poco visibili eppure esistenti, linee molto labili eppure definite.

La sua è arte che non ha mai cercato l’immediato riconoscimento del pubblico, non ha mai voluto misurarsi con l’eclatante, ha sempre preferito piuttosto misurarsi con il paesaggio appenninico che gli è caro, con suoni e forme della natura che ci rimandano a nebbie mattutine, venti, gatti, alberi, poche presenze umane, case in bilico nei pendii.

Alfredo Casali, le nuvole nascondono il paesaggio, 2019

L’artista crea un legame lento e silenzioso con il fruitore, culla chi osserva le sue tele con lentezza e struggimento (che sembra invisibile ma emerge), in bilico tra figurazione e concettuale (Casali ha una formazione universitaria in filosofia): alla fine, l’alfabeto artistico che ne deriva è quello di un poeta e artigiano della memoria.

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