Nitti Interprete del Novecento: Luci sulle Idee Democratiche dello Statista

Francesco Saverio Nitti è un personaggio noto agli studiosi di storia come protagonista attivo della politica italiana nei governi Giolitti e come presidente del Consiglio nei tempi tumultuosi tra giugno 1919 e giugno 1920. La sua visionaria preveggenza su eventi di portata internazionale, come le nefaste conseguenze della pace di Versailles o l’ineludibile necessità di integrazione degli Stati europei per affrontare la crisi del Vecchio Continente, è ampiamente riconosciuta. Nitti è però un personaggio complesso, la cui attività si estende ben oltre la sfera politica.

In un libro recentemente presentato all’Istituto dell’Enciclopedia italiana, il professor Massimo Crosti illumina un aspetto meno conosciuto, ma altrettanto importante, di Nitti: la sua grande influenza sulla democrazia del XX secolo e il suo contributo alla teoria politica.

Il volume si sofferma su due testi teorici fondamentali di Nitti: “La legislazione sociale in Italia e le sue difficoltà”, scritto nel periodo in cui Nitti era attivamente impegnato in politica, e “La Democrazia”, uno saggio scritto negli anni Trenta, durante il suo esilio.

Il primo testo è particolarmente emblematico dell’interesse di Nitti per l’expansionismo dei diritti: fece infatti promuovere un disegno di legge che mirava ad estendere il voto alle donne, ma che, a causa della caduta del suo governo, non fu mai approvato dal Senato.

Il secondo saggio, “La Democrazia”, esprime la sua convinzione della preminenza dei sistemi democratici: “si sono affermati e sono destinati ad estendersi sempre più largamente, in quanto rispondono a una necessità di esistenza delle società contemporanee”, scriveva Nitti, sottolineando l’importanza di intervenire sulle disuguaglianze di opportunità.

Nitti, come viene evidenziato nel lavoro di Crosti, attribuiva grande importanza ai diritti delle donne come indicatore di una democrazia sana e resiliente. Si tratta di una posizione che nasceva già dalla sua prima fase di attività politica e che trovava riscontro in due elementi che considerava fondamentali per la stabilità di un sistema democratico: l’essenziale uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, e la necessità di un’ampia fascia di popolazione di condizione media.

Il pericolo per la democrazia, secondo Nitti, emergeva nel momento in cui la società si divideva in una piccola élite di ricchi e una vasta massa di poveri. Tale visione, ampiamente discussa nel libro di Crosti, mantiene tuttora una sorprendente attualità.

Questo studio sui pensieri e visioni di Francesco Saverio Nitti è una lettura essenziale per comprendere l’evoluzione della democrazia italiana nel corso del XX secolo. La riscoperta del Nitti pensatore, oltre a quello di statista, arricchisce il nostro bagaglio storico e politico, portandoci a riflettere su temi di grande attualità, come la partecipazione politica, i diritti delle donne e la giustizia sociale. La penna del professor Massimo Crosti ci conduce con piacevolezza in questo viaggio, sulle tracce di un protagonista fondamentale della storia italiana.

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