Form Form SuperForm: Thomas Bayrle al Lingotto di Torino

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La retrospettiva Form Form SuperForm, curata da Sarah Cosulich e Saim Demircan, attualmente visitabile al Lingotto di Torino, al terzo piano della Pinacoteca Agnelli, rende omaggio alla pionieristica carriera di Thomas Bayrle (1937, Germania).

Fin dagli anni Sessanta, Bayrle osserva attentamente i processi di trasformazione della società di massa. Confrontandosi con i meccanismi tipici della produzione in serie e dell’economia capitalistica affronta le dinamiche sociali che definiscono il rapporto tra individuo e collettività. 

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THOMAS BAYRLE. FORM FORM SUPERFORM
PINACOTECA AGNELLI TORINO, 2023

IMAGE COURTESY PINACOTECA AGNELLI, TORINO
PH. CREDIT SEBASTIANO PELLION DI PERSANO

Il titolo Form Form SuperForm deriva dalle sue celebri “superforme”, termine coniato da lui stesso che fa riferimento a complesse composizioni, diventate emblematiche nella sua produzione artistica, in cui la ripetizione ossessiva di micro-immagini da origine a macro icone contemporanee. Negli anni Sessanta questi complessi pattern hanno senz’altro anticipato il linguaggio digitale e l’estetica del pixel. 

Attraverso l’uso di tecniche diverse, che vanno dalla stampa alla pittura, dalla scultura al film, l’artista reitera all’infinito minuscole forme, spalmandole ovunque. Le ritroviamo persino sulla carta da parati, sui pavimenti o sugli impermeabili plastificati da indossare.  

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THOMAS BAYRLE. FORM FORM SUPERFORM
PINACOTECA AGNELLI TORINO, 2023

IMAGE COURTESY PINACOTECA AGNELLI, TORINO
PH. CREDIT SEBASTIANO PELLION DI PERSANO

L’immaginario della fabbrica, le forme e i componenti della catena di montaggio, appaiono costantemente nella pratica artistica di Bayrle, la stessa ripetizione della parola Form nel titolo della mostra segue i ritmi della produzione in serie.

Il Lingotto è, quindi, il contenitore ideale per questa retrospettiva. Non a caso lo stabilimento-icona della Fiat, con la sua produzione in serie di automobili, è da sempre fonte d’ispirazione per l’artista, che nel corso della sua lunga carriera ha realizzato diverse volte il ritratto, o meglio la “superforma”, della figura carismatica di Gianni Agnelli.

Bayrle trae spunto indifferentemente sia dal mondo del capitalismo che da quello del consumismo e in questo contesto la ripetizione funziona come una sorta di equalizzatore visivo. Come spesso avviene c’è un tratto autobiografico nelle sue scelte artistiche. All’inizio della sua carriera egli conduce una “doppia vita”, lavorando per l’industria di giorno e come attivista politico di notte, senza che la sua clientela – aziendale o politica – ne sia a conoscenza. Infatuato dalla cultura di massa, rimane a lungo a cavallo tra Agit-Prop e pubblicità, critica delle merci e cultura delle merci, arte e industrial design.

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THOMAS BAYRLE. FORM FORM SUPERFORM
PINACOTECA AGNELLI TORINO, 2023

IMAGE COURTESY PINACOTECA AGNELLI, TORINO
PH. CREDIT SEBASTIANO PELLION DI PERSANO

Ossessionato non solo dagli aspetti della ripetizione e dell’accumulazione, ma anche dai movimenti di massa come le vacanze, lo shopping, le marce, le sfilate e gli eventi sportivi, Bayrle è capace di mescolare insieme i modelli e i simboli del comunismo con quelli della propaganda comunista. Per lui tutto è interconnesso – persone, società, prodotti, credenze-, infatti da sempre egli vede tutte le ideologie ruotare intorno agli stessi concetti di dedizione e devozione, che siano brand oppure no. 

Attento anche al mutamento del concetto di spiritualità, Bayrle realizza nel corso della sua carriera molte opere con soggetti provenienti dall’iconografia religiosa. Nell’opera Madonna Mercedes (1989) la tipica icona bizantina di “Madonna con Bambino” prende forma attraverso la ripetizione ossessiva dell’immagine di un’automobile di lusso.

Nella visione dell’artista religione e capitalismo condividono infatti una genetica simile: entrambi organizzano il modo in cui le persone vivono, professano il miglioramento dell’individuo e funzionano secondo un principio di adorazione e di fiducia incondizionata. Dunque tutte le immagini-icone che entrano a far parte dell’immaginario collettivo vengono indifferentemente riprese dall’artista e ripetute ossessivamente, fino a diventare espressioni figurative della contemporaneità. In definitiva per Bayrle non esiste una risposta semplice o univoca e schierarsi non è mai stato interessante per lui.

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