Le donne conquistano Sotheby’s

La seconda edizione di (Women) Artists è stata un successo

Il 17 marzo si è tenuta la seconda edizione di (Women) Artists, l’asta di casa Sotheby’s che celebra le donne nel mese a loro dedicato; una proposta che si pone al centro di un lungo dibattito riguardo la scarsa rappresentanza femminile nel mondo dell’arte. Nell’arco dei secoli l’eredità delle artiste si deposita nella storia come una testimonianza stratificata, un percorso evolutivo sostenuto nonostante gli ostacoli sociali e culturali imposti con il coraggio che contraddistingue solo chi ha la ferma intenzione di fare la storia. 

Rebecca Solomon A young teacher 1832 1886 olio su tela 61×51 cm collezione privatata inglese

Le 504.000 sterline di Cecily Brown e di Leonor Fini, battute nell’ultima asta, non sono solo un indicatore economico del valore di un’opera, ma rappresenta una nuova oggettività, un cambiamento di rotta sulla valutazione dell’opera femminile. Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento delle vendite grazie ad una maggior sensibilizzazione del pubblico e degli acquirenti, un’azione nata dalla necessità di conoscere e promuovere una minoranza da sempre ignorata. Nonostante l’82% di venduto e un incasso di 3,6 milioni di sterline, il peso dell’arte femminile nel mercato globale è solo dell’8%. 

Françoise Gilot Paloma Pop 1968 olio su tela 73×60 cm Estate of Barbara Beretich Londra

In che modo il mercato dell’arte può migliorare e dimostrare una sincera apertura? Dal report di Artprice dello scorso anno le opere battute raggiungono i 2,7 bilioni di dollari, segnale di un’elevata dinamicità di vendite e circolazione di opere, dieci volte superiore rispetto a 20 anni fa. Siamo ancora lontano dal leggere molti nomi femminili nelle statistiche, si può notare che il maggior tasso di rivalutazione economica è rappresentato da artiste donne come Amy Sherald o Flora Yokhnovich entrambe battute da Phillips. 

Cecily Brown Summer Loving 1998 olio su tela 71×61 cm collezione privata New York

Non è ancora chiaro se siano operazioni in parte commerciali o se derivino da una reale rivoluzione e revisione culturale e sociale: rimane però viva la speranza di vedere generi differenti nei report delle vendite, sulle pareti dei musei e soprattutto nella memoria di tutti coloro che credono che la storia dell’arte sia una storia universale, paritaria ed inclusiva. 

Cover Photo Credits: Courtesy Sotheby’s

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Didatticarte: Il volto inclusivo del collezionismo didattico

Dopo quasi quindici anni dalla creazione del sito Didatticarte.it, Emanuela Pulvirenti continua ad essere attivissima nell’ambito della didattica della storia dell’arte, dedicandosi infaticabilmente alla divulgazione di contenuti specialistici attraverso i diversi canali social.

Artuu Newsletter

Scelti per te

La forma della luce. Beato Angelico e il tempo sospeso della pittura (pt.1)

Curata da Carl Brandon Strehlke, con Stefano Casciu e Angelo Tartuferi, l’esposizione si sviluppa come un pellegrinaggio laico attraverso più di 140 opere, tra pale dorate, crocifissioni, ritratti e miniature, fino a toccare i luoghi dove l’Angelico ha realmente vissuto e lavorato.

Nel salotto degli spiriti: Fata Morgana riporta in vita le visioni di Palazzo Morando

La contessa è Lydia Caprara di Montalba (1876-1945) insieme al marito Gian Giacomo Morando Attendolo Bolognini (1855-1919), ha vissuto a Palazzo Morando, oggi sede della collezione di Costume e Moda del Comune di Milano

L’intimità della scultura. Mani-Fattura: le ceramiche di Fontana alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Dall’11 ottobre fino al 26 marzo 2026, la Collezione Peggy Guggenheim ospita Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana, una mostra che riunisce circa settanta opere scultoree e racconta, con taglio cronologico e tematico, un artista che dialoga con la terra e il fuoco.

Dal filo al silicio: i Cyber Carpet di Matteo Mandelli in mostra a Parigi

Nelle sale della Galerie La La Lande di Parigi, a pochi passi dal Centre Pompidou, i tappeti di Matteo Mandelli (YOU) non si adagiano sul pavimento: si sollevano, diventano superfici sospese, mappe concettuali, diagrammi di un pensiero che intreccia tradizione e tecnologia.

Seguici su Instagram ogni giorno