Paperino, 90 anni e non sentirli. Dieci artisti che hanno utilizzato il personaggio Disney nei loro quadri

Novant’anni fa, il 9 giugno 1934, faceva il suo ingresso nel mondo dei comics Paperino, per gli americani Donald Duck. Con la sua uniforme da marinaio, il suo carattere irascibile, la sua sfortunaccia nera e la sua immensa e inguaribile pigrizia, è diventato uno dei personaggi Disney più amati e più iconici, in cui chiunque può riconoscersi.

Apparso inizialmente nel cortometraggio The Wise Little Hen (La gallinella saggia) diretto da Wilfred Jackson, Paperino è passato da comparsa a protagonista di numerose avventure, diventando un personaggio longevo e di successo. Antieroe per eccellenza (l’esatto contrario del “saputello” Topolino), Paperino è ben presto diventato l’icona dell’uomo comune, furbo ma inconcludente, che sogna sempre di fare fortuna ma è incapace di darsi da fare per costruire alcunché.

Come è accaduto anche al suo “avversario” Topolino, anche Paperino, con l’avvento della cultura Pop, è diventato il soggetto privilegiato di molte opere d’arte. A cominciare, naturalmente, da quelle dei pià celebri tra gli artisti della Pop Art. Qui di seguito, ecco alcune delle pià celebri opere dedicate al Papero più famoso del mondo.

1. Andy Warhol

Andy Warhol, The New Spirit (Donald Duck), 1985.

Non poteva certo mancare nell’iconografia del padre della Pop Art l’icona di Donald Duck. Ecco allora una serigrafia del 1985, in cui il papero, trattato nella classica maniera “à la Warhol“, marciare con passo baldanzoso con una scopa sulle spalle, la cui imamgine è moltiplicata numerose volte in uno specchio alle sue spalle. “The New Spirit (Donald Duck)” è una serigrafia dalla serie Ads, ed è ispirata a un fotogramma del cortometraggio propagandistico della Seconda Guerra Mondiale, The New Spirit, prodotto dalla Disney, che incoraggiava gli americani a pagare le tasse per sostenere lo sforzo bellico: nominato per un Academy Award come miglior documentario nel 1943, il documentario descrive Paperino come un cittadino americano della classe media con l’entusiasmo di sostenere lo sforzo della Seconda Guerra Mondiale con il pagamento rapido e allegro delle sue tasse.

Un frame del cartone originale da cui Warhol ha tratto la serigrafia.

La serie Ads fu commissionata da Ronald Feldman di Feldman Fine Arts, collaboratore di Warhol negli anni Ottanta, ed è considerata una delle creazioni più celebri dell’ultimo decennio della vita dell’artista. Warhol ammirava Walt Disney, considerandolo un eroe personale, e la sua versione di The New Spirit riflette l’influenza dei mass media sulla società moderna. L’opera mostra Paperino in varie riflessioni, con un bastone da scopa, richiamando un altro cartone divenuto cult, Fantasia, del 1940. La serigrafia combina uno stile vintage con colori vivaci e linee morbide, simili a quelle di un pastello. Warhol, nella serie Ads, trasforma celebri pubblicità in arte, commentando ironicamente la cultura del consumo e il capitalismo.

2. Roy Lichtenstein


Roy Lichtenstein. Look Mickey, 1961.

Roy Lichtenstein aveva 38 anni ed esponeva a New York da un decennio quando realizzò Look Mickey, il suo dipinto rivoluzionario che annunciò l’avvento della Pop Art. Le origini del dipinto sono ormai leggendarie, con storie che includono una sfida di disegno da parte dei suoi figli, la scoperta casuale del materiale originale in un involucro di gomma da masticare e un dialogo con l’artista Allan Kaprow. Tuttavia, l’idea circolava da anni.

La tavola originale Disney da cui Lichtenstein prese l’idea per la sua opera.

L’impulso per Look Mickey iniziò quattro anni prima. Nel 1957, Lichtenstein utilizzò un proiettore opaco per tracciare una grande immagine di Topolino sulla parete della camera da letto di suo figlio Mitchell. Nello stesso anno, immagini di Topolino, Paperino e Bugs Bunny apparvero nei suoi dipinti ispirati all’espressionismo astratto, successivamente distrutti. Nel 1958, Lichtenstein creò una serie di cinque disegni raffiguranti Topolino, Paperino e Bugs mescolati con segni pennellati di pastello e inchiostro. Finalmente, nel 1961, realizzò completamente il dipinto basato sull’illustrazione del libro Donald Duck Lost and Found (Golden Press, 1960).

Look Mickey segna il primo esperimento di Lichtenstein nell’adottare una scena e uno stile direttamente dai comics e dalla cultura popolare. Nell’opera, Paperino e Topolino sono su un molo. Paperino, credendo di aver pescato un grosso pesce, solleva la canna da pesca sopra la testa, ma in realtà ha impigliato la coda della sua giacca. Dietro di lui, Topolino ride silenziosamente per l’errore del suo amico. Sopra la scena, campeggia la scritta “Look Mickey, I’ve hooked a big one!!” (Guarda Topolino, ne ho pescato uno bello grande!”).

Roy Lichtenstein, Moonscape (C. 212), from Landscapes, 1985, Lithograph, woodcut and screenprint in colors, on Arches 88 paper, cm 94×139.7.

Lichtenstein cominciava così la sua rivoluzione dell’arte del suo tempo, appropriandosi di una scena di un fumetto e includendo anche il balloon. Per trasporla sulla tela, però, modificò l’originale eliminando le figure di sfondo, ruotando il punto di vista di 90 gradi, organizzando i colori in fasce di giallo e blu, e semplificando le caratteristiche dei personaggi. Stilisticamente, imitava la stampa su carta con contorni neri pesanti, colori primari e i puntini del retino, tipico delle stampe a fumetti popolari dell’epoca. Più avanti, come nella serie Landscapes, Lichtenstein si allomntanò dal suo stile più strettamente fumettistico, ma la memoria della cultura popolare vi faceva ancora capolino.

3. Ronnie Cutrone

Ronnie Cutrone, Duck Star, 2005.

Nato a New York City nel 1948, Ronnie Cutrone, è stato un artista della Pop Art che ha contribuito in modo significativo alla scena artistica americana. Dopo aver studiato alla School of Visual Art di New York negli anni Sessanta, ha lavorato come assistente di Andy Warhol alla Factory dal 1972, esperienza che ha influenzato profondamente il suo lavoro successivo.

Appartenente alla prima generazione di artisti americani che hanno cresciuto la propria educazione visiva con la televisione, i fumetti e la cultura dei mass media, Cutrone ha iniziato a esplorare il linguaggio della Pop Art negli anni Ottanta. Le sue opere, caratterizzate da vivaci raffigurazioni dei personaggi dei cartoni animati, rappresentano il suo modo personale di esaminare la natura umana e le implicazioni sociali e politiche della società americana. Tra i molti personaggi dei fumetti e dei cartoni animati che Cutrone ha rappresentato, spesso sulla bandiera americana come simboli della nuova cultura del consumo culturale, c’è stato anche Donald Duck.

4. Matt Gondek

Matt Gondek, Anger Issues, 2019.

Matt Gondek è un artista americano che sfida le convenzioni artistiche con uno stile graffiante che guarda al mondo dei comics, trasfigurati e in uno stile underground che deve molto alla cultura punk. Nato nel 1982 a Pittsburgh, Pennsylvania, il suo lavoro riflette l’estetica e il gusto degli anni Novanta, combinando una vivace tavolozza di colori pop con un tono punk-rock ribelle.

Matt Gondek, Donald Duck exploder in Atlanta for @outerspaceproject.

La sua arte, che prende di mira gli idoli dei cartoni animati contemporanei, si distingue per il suo umorismo implacabile e la sua critica sottile della natura umana. Attraverso le sue opere, Gondek deride la propensione umana alla violenza offrendo una visione satirica della società contemporanea. La sua arte può essere interpretata come una finestra su un mondo caotico e senza freni, dove ogni individuo è vulnerabile alla follia circostante, ed è imploso nelle sue stesse contraddizioni e nelle proprie nevrosi.

Matt Gondek, Donald Duck in Pittsburgh, Pennsylvania, USA, 2019.

Donald Duck è stato spesso uno dei suoi soggetti privilegiati: trasformato in un individuo antisociale, ribelle, stralunato, violento e probabilmente sempre fatto di qualche sostanza, il Donald Duck di Matt Gondek, riprodotto in forma di quadri, di sculture o di murales, è diventato a sua volta un’icona che rimane fisso indelebilmente nella nostra testa.

5. Fidia Falaschetti

Originario di Civitanova, in Italia, Fidia Falaschetti è cresciuto in una famiglia dalla forte impronta artistica ed è stato ispirato dalla street art e dalla scena hip hop degli anni Novanta, ha iniziato il suo percorso studiando Design. Dopo aver lavorato come designer grafico, illustratore e fotografo per diverse marche internazionali, nel 2007 Fidia ha deciso di concentrarsi esclusivamente sull’arte. Si definisce un artista pop, utilizzando icone contemporanee, soprattutto tratte dal fumetto popolare, per esplorare le idiosincrasie della società moderna e trasformarle in una critica dei comportamenti sociali.

Fidia Falaschetti, Melting Donald Fuck (Gold), 2020.

Celebri, e di grande successo, le opere che hanno stravolto l’iconografia rispettivamente di Topolino e di Paperino per creare personaggi ibridi, coi pezzi del corpo staccati e riattaccati in modo inaspettato, dal sapore vagamente disturbante: Freaky Mouse (che prende di mira e decostruisce la figura di Topolino) e Donald Fuck, incentrato invece su quella di Paperino, Falaschetti incarna alla perfezione la fusione tra cultura pop e critica sociale.

Fidia Falaschetti, Lazy Freaky Mouse 4/8, 2018

Utilizzando una varietà di materiali, tra cui legno, alluminio e cemento, Falaschetti crea sculture che esplorano temi come il consumismo, la celebrità, la cultura ossessiva dei social media e dell’immagine. Donald Duck è infatti ripreso mentre si fa un selfie, ma la sua stessa testa è diventata un enorme dito medio alzato. Una presa in giro della cultura di massa, e un chiaro “vaffa” all’egocentrismo di massa.

6. Max Papeschi

Max Papeschi, Make America Great Again.

Ex regista teatrale e televisivo, Max Papeschi è diventato nel giro di non più di dieci anni uno degli artisti di punta del nuovo corso artistico, che unisce neopop e impegno politico, citazione colta, satira di costume e sottile gioco di rimandi concettuali. La sua arte è caratterizzata da un approccio costantemente irriverente e ironico nei confronti della società, dei costumi e dei media, in cui figure iconiche come Minnie, Topolino e altri personaggi Disney vengono messe in contrasto con simboli dei regimi totalitari e dei loro dittatori (celeberrimo il suo Topolino nazista), ma anche a confronto con la violenza e il desiderio purtroppo neanche più nascosto sotterraneo di guerra di molti governi, non solo quelli apertamente totalitari. La sua è una critica irriverente e colta, attraverso il filtro dell’ironia pop, all’insensatezza dei comportamenti di chi ha il compito di governare (qua e qua due articoli sul suo ultimo progetto).

Max Papeschi, Welcome to the jungle, 2011.

Tra le sue opere più iconiche, non è mancato il riferimento a Paperino: fin dai suoi primi lavori, del 2011, ecco infatti comparire, tra abbinamenti surreali e sconcertanti come Ronald Mc Donald in azione a Baghdad col mitra in mano e il simbolo di Mc Donald’s sul braccio, Hello Kitty imprigionata in un carcere messicano, boccette di profumo Hitler N°5 e Gatto Silvestro che difende a colpi di Kalashnikov una Disneyland sotto attacco nemico, anche un Paperino stralunato nella jungla vietnamita, con tanto di elicotteri a supporto, si immagina con tanto di cavalcata delle Valchirie sparata a tutto volume per volontà di potenza, come nella scena cult di Apocalypse Now. In seguito, invece, Paperino è tornato a fare la sua comparsa nei lavori di Papeschi, soprattutto grazie all’abbinamento del suo nome originale – Donald – con quello del più irresponsabile e inaffidabile tra gli ex presidenti degli Stati Uniti: Donald Trump, appunto. Il titolo? Non poteva che essere Make America Great Again, dove un Donald impazzito, il corpo di papero e il volto di Trump, dà libero sfogo al suo delirio di onnipotenza.

7. TvBoy

Tvboy, Angry Donald – Graffiti.

Anche TvBoy, lo street artist italiano, da molti anni ormai di stanza a Barcellona, che scandisce gli avvenimenti della cronaca politica sui muri delle città europee col suo stile ironico, pungente e divertito, guadagandosi copertine e prime pagine di molti giornali del mondo, ha associato l’immagine di Paperino a quella di Trump. Nell’opera Angry Donald – Graffiti, lo street artist rappresenta l’ex presidente degli Stati Uniti con un’espressione di rabbia e il dito medio alzato, mentre indossa abiti simili a quelli del personaggio Disney. L’ironico parallelismo tra i nomi dei due, Donald Trump e Donald Duck, è evidenziato dallo sfondo colorato e dalle colature di vernice che richiamano lo stile dei graffiti. L’opera fa parte delle molte rivisitazioni ironiche e pungenti dei personaggi della politica contemporanea da parte di TvBoy, che in parte dissemina sui muri delle città un po’ in tutt’Europa, e in parte realizza come veri e propri quadri, come una sorta di critica diffusa alle follie e alle acrobazie verbali dei potenti.

TvBoy mescola incessantemente cronaca, storia dell’arte, icone della cultura popolare in un unico folle calderone lingusitico e visivo che diverte e sconcerta per i suoi accostamenti solo a prima vista bizzarri, che in realtà contengono sempre un sotofondo di profonda e disturbane verità. Molti e svariati i suoi riferimenti al mondo dei fumetti: da Mario Draghi trasformato in Super Mario Bros, a Jasmine di Aladdin che si taglia i capelli, in segno di protesta per l’omocidio di Mahsa Amini, a Papa Francesco trasformato in Supereroe. La cultura pop, in TvBoy, è stata acquisita e fatta propria in maniera inequivocabile.

8. Felipe Cardeña

L’artista di orgine spagnola e dall’identità ibrida Felipe Cardeña ha sempre mixato personaggi prelevati dalla cultura di massa, come personaggi dei fumetti e dei cartoons, con elementi tratti dalla contemporaneità, dalla vita quotidiana o dalla storia dell’arte. Sfondo dei suoi quadri, quasi sempre, è il caratteristico pattern composto da fiori, frutti ed altri elementi naturali, definito dal decano dei critici italiani, Gillo Dorfles, come simbolo del “kitsch elitario” tipico della contemporaneità più stretta.

Paperino (ma anche la sua dolce metà, Paperina, o il suo alter-ego Paperinik) sono stati spesso soggetti dei suoi quadri, antieroi di un mondo che ha perso per sempre i suoi punti di riferimento e i suoi valori, che si stagliano su sfondi sempre più folli, caotici e impazziti. Spesso, dietro le sue figure perse in un mare di fiori e di elementi disparati si può rintracciare una critica alla società di massa, o un riferimento ironico e divertito alle battaglie politiche o per i diritti civili, come nelle sequenze in cui si vedono Batman e Robin baciarsi, o figure della mitologia o della religione, come Cristo rapper o con la emoji del cuore al posto dell’ostia, il Super Sangennaro appeso sui muri di Napoli, o riferimenti alla storia, come la Paperina partigiana pubblicata sulla sua pagina Instragram per il 25 aprile.

Felipe Cardeña, Pk Pop Flower, 2015, cm100x70, collage su tela.

L’utilizzo di materiali diversi (dalla carta alla tela alle stoffe ai ricami provenienti dai paesi più disparati), assieme al convulso mescolamento di generi, stili, riferimenti e icone differenti, è una perfetta metafora dell’immensa confusione, estetica e concettuale, che governa il mondo contemporaneo, dove la cultura alta e bassa si mescolano e si intrecciano tra loro, in un melting pot ormai impossibile da districare. Fiori, frutti, colori, stoffe, ricami, icone pop, immagini pubblicitarie, cartoni animati, slogan, decorazioni: nelle opere di questo artista misterioso ed eccentrico le gerarchie saltano, il confine tra verità e finzione viene superato, la realtà è sempre più fluida e inafferrabile.

9. Laurina Paperina

Già il nome dice tutto: nata nel 1980 a Rovereto, Laurina Paperina descrive se stessa come “un’anatra con una testa umana” che non cerca di fare arte seria, ma al contrario, si diverte a ridicolizzare la spocchia che dilaga nell’arte, nella politica, nella società e nella cultura pop attraverso le sue caricature in stile cartone animato. Le sue opere sono fortemente influenzate dai fumetti e dai cartoni animati, tanto che nelle sue biografie si può leggere che vive e lavora sia a Mori, in Trentino, che a Paperopoli.

Specializzata nell’utilizzo dell’immaginario degli eroi contemporanei, Laurina Paperina crea dipinti, disegni, installazioni e animazioni dal tono morbosamente umoristico, in cui prende in giro l’arte e la società contemporanea: i suoi personaggi, manco a dirlo, sono sempre pazzi, violenti, stralunati, disperati, un po’ fuori di testa.

10. Chris Pegg

Chris Pegg, inglese, originario del Lancashire, è un ex writer e un pittore pop. “Il mio lavoro può spaziare da semplici schizzi a inchiostro ad arte astratta e street art, il tutto con un forte sentimento urbano”, dice l’artista. I mezzi utilizzati includono acrilici, oli, inchiostro, matite e vernice spray. Il soggetto delle sue opere riflette la visione dell’artista sulla società, la vita urbana e la cultura di strada. Chris è influenzato anche dalla sua condizione, essendo un lungo sofferente di ansia acuta, utilizza l’arte per canalizzare le sue emozioni e cerca di rappresentare paure, ansie, fraintendimenti e osservazioni che ritiene molte persone condividano. “Spero che il mio lavoro susciti un’emozione nelle persone, facendole riflettere, dibattere o semplicemente sorridere”. Tra i suoi personaggi nevrotici e distrubati, figura spesso anche Paperino. In uno dei suoi quadri più famosi, Paperino pronuncia una sola parola: “Riot!”, ribellione.

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