Sanremo 2024: “Il Festival si Mostra” al Forte di Santa Tecla

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Fino a domenica 10 febbraio l’esposizione dedicata agli anniversari Rai è visitabile gratuitamente 

E proprio di molteplici ricorrenze si parla: non solo la 74esima edizione del festival della canzone italiana, ma anche i 100 anni della Radio e i 70 anni della Televisione. Insomma, il 2024 si preannuncia un anno ricchissimo per la RAI, che sarà la protagonista di molti approfondimenti in giro per l’Italia, tra cui uno in estate a Palazzo Reale, Milano. 

Si comincia così dal polo museale ligure, non molto distante dal Teatro Ariston in zona passeggiata a mare, dove, in occasione della kermesse canora, è stato organizzato un percorso di visita in cinque sale che ripercorre la storia del Festival dal 1951 ai giorni nostri. Abiti di scena e proiezioni di spezzoni cult delle varie edizioni si accompagnano a tv e radio d’epoca, arrivate direttamente dal Museo della Radio e Televisione Rai di Torino. Un’istituzione che raccoglie scenografie, apparecchi di trasmissione e molti altri oggetti, visitabile tutto l’anno gratuitamente. 

“Il Festival si Mostra” presenta anche esperienze immersive, suggestioni e ologrammi che coinvolgono direttamente i visitatori, chiamati a diventare parte attiva nella maggioranza delle sezioni. 

Come nella seconda sala dove si può replicare lo storico annuncio del 1924 di Ines Viviani Donarelli, che inaugurò da Roma la prima trasmissione radiofonica italiana. L’appellativo “RAI” arriverà solo con la fine della Seconda guerra mondiale, nel 1944. Nel decennio precedente la radio era diventata un vero e proprio mezzo di comunicazione di massa, grazie a programmi quali “I quattro moschettieri”: un format articolato in canzoni, voci narranti e dialoghi sulla base del romanzo “I tre moschettieri” di Alexandre Dumas, riscritto da Angelo Nizza e Riccardo Morbelli con intenti comici. La musica rimane la protagonista indiscussa almeno fino al 3 gennaio 1954 quando, sulle note del Guglielmo Tell di Giacchino Rossini, Fulvia Colombo comunica agli spettatori che la RAI-Radiotelevisione italiana inizia il suo regolare servizio di trasmissioni televisive. In quei momenti si calcola che gli utenti attivi fossero circa 24.000, ma la cifra sarà destinata presto a triplicare: nel 1958 i televisori venduti sono più di un milione. 

Intanto il Festival aveva iniziato il suo cammino già da sette anni, come testimonia un annuncio sul Corriere della Sera del 1951 in cui, tra le attrazioni del territorio sanremese, si annovera anche un concorso canoro. Il periodo in cui viene organizzato non è casuale: siamo a fine gennaio e l’idea è quella di trovare nuove canzoni da ballare durante le festività di carnevale. La kermesse otterrà sempre più successo e le prime quattro edizioni saranno trasmesse in radio. E così, nel salone delle feste del Casinò municipale, risuonerà la voce di Nunzio Filogamo e del suo celebre saluto di benvenuto: “Cari amici vicini e lontani buonasera…”, assieme alle prove canore di Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano. Saranno solo loro tre, nella prima edizione del Festival, ad interpretare i venti brani finalisti. Il pubblico assiste alla competizione in un’atmosfera che ricorda un caffè chantant: accomodati a dei tavolini esprimono le loro preferenze con un foglietto depositato in un’apposita urna. A trionfare sarà Nilla Pizzi, con l’indimenticabile brano “Grazie dei Fiori”. 

A partire dal 1952 gli autori e gli editori faranno a gara per essere ammessi alla manifestazione.

Il resto è storia, conosciuta da tutti noi: l’era di Mike Bongiorno dagli Anni Sessanta, le esibizioni di cantanti e cantautori che hanno fatto la storia della musica come, tra gli altri, Mina, Celentano, Umberto Bindi, Gino Paoli e Giorgio Gaber.

Dopo ben ventisei edizioni il Festival si sposterà e approderà alla sua sede attuale nel 1977: il Teatro Ariston. Un nuovo inizio a tutti gli effetti, segnato dalla trasmissione a colori delle immagini. Da lì la storia di Sanremo, come affettuosamente viene chiamato dal grande pubblico in maniera abbreviata, sarà un via vai di salite e discese, di polemiche, colpi di scena, star internazionali, soubrette e co-conduttrici che si intrecceranno, a volte, alla storia dell’Italia tutta e non solo a quella dello show biz. Insomma, saranno i festival a “firma” di Pippo Baudo, Claudio Baglioni, Morandi fino ad arrivare all’era di Amadeus e alla cosiddetta svolta “social”. 

Non a caso la sigla del 1995 della kermesse, cantata da Rudy Neri dei Prefisso e diventata iconica, terminava con la profetica frase: “Perché Sanremo è Sanremo”.  

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