A Venezia le Pittoriche contemplazioni di Giovanna Rigattieri

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Allo Spazio Thetis presso l’Arsenale Novissimo di Venezia, è aperta al pubblico fino al 3 aprile 2024 la mostra di Giovanna Rigattieri intitolata “Pittoriche contemplazioni”. L’esposizione, a cura di Saverio Simi de Burgis, narra l’evoluzione dell’artista veneziana attraverso un percorso a ritroso, a partire dalle opere più recenti fino a risalire a lavori dei primi anni del 2000, lasciando modo ai visitatori di poter individuare le caratteristiche immutate insieme ai nuovi percorsi di ricerca intrapresi dall’autrice. 

Entrati alla mostra, la sensazione al primo colpo d’occhio è quella di venire immersi in un mondo subacqueo, dove ricordi d’infanzia, stati onirici della mente e rivisitazioni della storia appaiono sovrapposti e sbiaditi nello spazio liquido e misterioso degli abissi. 

A Point in Space and Time, trittico, acrilico su tela, 290X100cm, 2024

 A Point in Space and Time, la grande opera acrilico su tela con la quale prende avvio l’allestimento, rivela nel titolo una sorta di nuovo manifesto dell’artista. Un’indagine nello spazio e nel tempo che vede la ricerca di Giovanna Rigattieri focalizzarsi sul rapporto con il passato, servendosi di rimandi spazio-temporali diversi, attraverso un approccio surrealista e giochi di pareidolia. 

L’artista si serve da tempo di vecchie foto risalenti soprattutto ai primi del Novecento e al periodo storico, culturale e artistico della Belle Époque. Nelle foto ricerca ritratti di bambine che poi raffigura nei suoi dipinti in un contesto surreale e magico, ulteriormente enfatizzato attraverso l’utilizzo di una palette di colori pastello che spaziano dal blu ai celesti, fino ad arrivare al fucsia e al rosa, colore che ha inserito nella sua tavolozza di recente. Pupazzi e raffigurazioni di animali sono sempre presenti, come le balene che appaiono in più punti dello spazio della tela e fluttuano silenziose come in un tempo sospeso.

È il mondo della purezza dell’infanzia, periodo della vita in cui si innestano le radici che fanno da fondamenta per il resto dell’esistenza umana che Rigattieri ha a cuore e tiene come riferimento della sua ricerca. 

I Wander All Night In My Vision, Walt Whitman 1855, acrilico su tela, 2023

Così come indispensabili sono le fotografie dei primi del Novecento, l’altro ambito caro all’autrice è quello della poesia e della letteratura europea ed internazionale rappresentata da scrittori come Walt Witman, Charles Baudelaire, T. S. Eliot, che la pittrice spesso omaggia attraverso i titoli che assegna alle sue opere come in I wander all night in my vision o in La terra desolata

Dai colori pastello, con tocchi cromatici più accesi qua e là, si passa a due grandi tele meno recenti, dove vengono sì ritratti bambini ma in un’atmosfera più cupa, dove il colore è quasi assente. Rigattieri ritrae, sempre a partire da vecchie fotografie, un ragazzino che gioca con un aeroplano (Before crashing) e una Oriana Fallaci bambina che pedala in bicicletta (Late). In entrambi i dipinti, in questo caso realizzati ad olio, è presente il coniglio bianco, simbolo dell’infanzia, dell’ingenuità e dell’inconsapevolezza del mondo. Le pennellate in questi lavori meno recenti sono più decise e pervase da una necessità quasi espressionista di fissare sulla tela i volti appena accennati e la composizione delle forme che, specialmente nella raffigurazione della bicicletta della bambina, si avvale di richiami futuristi e cubisti, nella segmentazione del volume e nella rappresentazione astratta del movimento. 

Before Crashing, olio su tela 100X150 cm, 2008

Nella parete opposta si passa all’allestimento di una piccola quadreria di carte realizzate tra il 2020 e il 2022 con la tecnica del collage, al fine di attuare una rielaborazione storica di eventi del passato e della storia recente. Si percepisce in questa sezione un’intenzione quasi dissacrante dell’autrice, volta a ribaltare i soggetti originari delle fotografie ed illustrazioni dalle quali trae i dettagli per il collage. Con interventi pittorici viene enfatizzata la decontestualizzazione e l’operazione di dissimulazione del soggetto originario, volte alla realizzazione di una nuova versione della realtà e dei fatti storici. 

In lavori come Friend, Orphanage, Subterranean Tides e Take Me Away, Rigattieri mantiene la rappresentazione di figure infantili calate all’interno di scenari onirici, quasi grevi, dall’atmosfera ambigua e a tratti ansiogena, dove compaiono ancora figure di animali come balene, pesci e animali marini, oltre che pupazzi ed entità fantastiche. La palette cromatica si mantiene sempre sulla base degli azzurri, dei grigi e dei rosa, con accenni più vivaci e saturati come le piccole pennellate fucsia e arancioni in Take me Away. L’accostamento dei colori non è mai casuale anzi, è il risultato di uno studio meticoloso ereditato dalle influenze delle opere dell’amato Gauguin e dalla sua formazione accademica. 

Autoritratto, tecnica mista su tela , 150 cm x 200 , anno 2004

Nei lavori meno recenti, come in Autoritratto e Nudo, rispettivamente del 2004 e del 2007, si percepisce un’impostazione formale meno onirica e introspettiva, anche se, ad esempio nell’autoritratto, la scelta cromatica ristretta ai colori freddi e la rappresentazione caratterizzata da un forte contrasto di luci e ombre, rivela già una volontà di ricerca intimista fortemente presente ma ancora non mediata dalle riflessioni più spirituali che scaturiscono proprio grazie alla lunga pausa dalla pittura che Rigattieri ha dal 2008 al 2019.  Uno stop intenzionale dal mezzo pittorico e dal mondo dell’arte, per dedicarsi pienamente alla ricerca spirituale attraverso lo yoga e la meditazione oltre che alla sperimentazione di altre forme d’arte come la scrittura, la poesia, la musica sperimentale e la performance. 

Una pausa che genera una profonda trasformazione e un notevole arricchimento personale ed artistico che si rivela nelle opere più recenti. I lavori dal 2019 ad oggi oltre che essere caratterizzati da un’aurea surrealista, presentano anche un’impostazione fortemente simbolista che nella selezione e modalità dell’accostamento dei colori ricordano alcune opere di Odilon Redon. Attraverso queste riflessioni, frutto di un’introspezione autentica e profonda, Rigattieri rivela inconsapevolmente sulla tela mondi che le appartengono, in uno spazio e in un tempo connessi. Una volta abbandonata finalmente la struttura costituita dal dualismo di pensiero e icona, Giovanna Rigattieri sente una maggiore libertà nel dedicarsi al flusso della pittura che scorre fluida come in una sessione di meditazione. 

Una mostra che diventa un’occasione di contemplazione sia per l’artista attraverso il proprio excursus mediato dall’esterno, sia per gli spettatori che possono accedere a zone recondite del sé altrimenti difficilmente accessibili e sconosciute, poiché immerse nelle oscurità degli abissi.

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