Gli “Ultimi” di Francesca Cesaroni a Roma per Emergency

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Scultrice e fotografa con alle spalle un background da psicologa e psicoanalista junghiana, Francesca Cesaroni presenta ora a Roma, a Palazzo Venier (Salita del Grillo 17) la sua ultima serie di opere dal titolo Ultimi. Composta da 33 teste in argilla cruda, che simboleggiano coloro che sono “senza voce” nella società contemporanea: gli ultimi, appunto. I poveri, i diseredati, i senza tetto, i migranti, sono dunque i modelli di questa “umanità senza voce” dell’artista.

In un periodo contrassegnato da pandemie, guerre e disastri naturali, l’artista vuole evidenziare la crescente durezza del mondo e l’allargarsi della distanza tra ricchezza e povertà, sottolineando l’individualismo e l’insensibilità prevalenti.

L’artista spiega come queste teste emergano dal basso, sottolineando il dilemma della nostra indifferenza e la costante violazione dei diritti umani, sia nella realtà che nella percezione dei media, troppo spesso indifferenti alle tragedie degli “ultimi” appunto.

L’installazione crea un impatto molto potente, con le teste appoggiate a terra, che, sembrando impossibilitate a muoversi ed emettendo un grido afono, richiamano il visitatore a un silenzio rispettoso. Il curatore Angelo Bucarelli sottolinea come l’arte di Cesaroni non sia solo ricerca interna al linguaggio plastico, ma rifletta profondamente sulla condizione umana attraverso l’espressività formale e la scelta “povera” della materia: simile, in questo, spiega il curatore, “a quella che Dio praticò per dare vita all’umanità, un’umanità che oggi sembra avere perso direzione e coscienza” (il riferimento è alla tradizione biblica, che, nella Genesi, racconta come “il Signore plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”, paragonando la sua azione a quella del vasaio che crea la vita attraverso l’argilla).

Il ricavato della Mostra, aperta dalle 18 alle 21 fino al 20 dicembre, sarà infatti interamente devoluto a favore di Emergency e l’artista, per questa ragione, ha voluto fissare valori di vendita sensibilmente al di sotto delle proprie quotazioni di mercato proprio per favorirne la rapida dispersione e accelerare al massimo l’aiuto a chi ne ha bisogno.

Questo gesto generoso enfatizza l’impegno dell’artista nel contribuire concretamente a fronteggiare le sfide umanitarie.

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