Giuseppe Penone, maestro dell’Arte Povera in dialogo con la collezione della Galleria Borghese di Roma.
Dal 14 marzo al 28 maggio 2023, la mostra di Giuseppe Penone, Gesti universali, a cura di Francesco Stocchi conclude la serie di mostre sul tema Arte e Natura ospitate nello scorso biennio dalla galleria.
Le 31 opere di Penone, realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila, consolidano il rapporto della galleria con il linguaggio artistico contemporaneo. Gesti Universali elabora un dialogo tra le molte espressioni del mondo minerale presenti nelle sale (marmi, sculture e decorazioni) e le sculture organiche dell’artista.
Come già dimostrato lo scorso giugno, nel confronto con l’antica natatio delle Terme di Caracalla, la collaborazione tra l’artista e il curatore Francesco Stocchi valorizza la sinergia tra le opere e i luoghi, evitando ogni confronto formale, retorico o simbolico.
UN DIALOGO CON IL TEMPO E LA STORIA
Nel salone d’ingresso, sono disposti sei alberi di epoche diverse dai centri assiali esposti. Lo scortecciamento operato dell’artista rende visibile l’età dei tronchi portando il concetto di tempo al centro della riflessione artistica.
Nel salone Settecentesco di Mariano Rossi gli elementi vivi utilizzati da Penone sono in contrasto con l’ambiente e danno origine a un discorso estetico completo ed equilibrato.
Il dialogo tra opere d’arte di tempi differenti valorizza l’universalità del linguaggio artistico e il solido rapporto tra l’uomo e la materia che lo circonda, inspirando in chi osserva senso di appartenenza privo di retorica e sensazionalismo.
IL RESPIRO COME TECNICA SCULTOREA
L’incontro tra l’universo minerale e quello vegetale è particolarmente evidente nella Sala di Apollo e Dafne. Nella mitologia greca il nome Dafne è associato proprio all’alloro, pianta protagonista del dialogo estetico tra Penone e Bernini.
Gli elementi modulari che compongono Respirare l’ombra sono disposti sulle pareti: nove gabbie di foglie d’alloro con rami scultorei in bronzo dorato. Oltre a sembrare un’opera site-specific, a misura nelle nicchie preesistenti, le foglie d’alloro emanano profumo nell’ambiente. La presenza della pianta viva, introduce nell’opera di Penone la possibilità che ha la scultura di estendersi nello spazio tramite l’odore e di creare attraverso il respiro, ulteriori suggestioni oltre a quelle visive. Per citare l’artista: “La pianta d’alloro, se toccata emana un profumo gradevole per gli esseri umani, ma insopportabile per gli insetti. Credo che l’osservazione di questo fenomeno abbia generato il mito di Daphné e Apollo; le piante reagiscono a seconda di quanto accade loro.”
Il respiro, inteso come ciclo vitale che accomuna l’animale con il vegetale è inteso dall’artista come tecnica scultorea. Soffio di foglie, nella Sala degli Imperatori è una presenza autonoma rispetto allo spazio. L’artista sdraiato nel cumulo di foglie disposte sul pavimento, espira, scolpendo in questo modo l’elemento naturale. L’assenza di mitologia nei lavori di Penone consente la narrazione del rapporto del tempo naturale col passato storico e da vita a un nuovo presente ideale.
LA PELLE MINERALE E VEGETALE
Nella Sala di Enea e Anchise la riflessione è sulla pelle. Pelle di marmo e spine d’acacia pone il focus sulla resistenza, anche in questo caso l’artista crea un parallelismo tra i comportamenti umani e quelli vegetali: “Le spine più belle, più grandi e più forti provenivano da alberelli cresciuti sotto le linee elettriche […] perché la pianta veniva spesso tagliata e cresceva con maggior vigore.” Così come nel mito anche nei comportamenti degli animali e dei vegetali la sopravvivenza modifica l’aspetto superficiale sia in senso fisico che metaforico. C’è un ulteriore connessione tra l’opera di Bernini e l’opera in cuoio Pelle di cedro.
Penone come Bernini inserisce nello spazio tre tipologie di “pelle” creando un dialogo con le tre età degli uomini raffigurate in Enea e Anchise.
I GIARDINI E LA MERIDIANA
Nei Giardini, il dialogo delle sale interne prosegue concettualmente all’inverso negli spazi esterni. In questo caso l’integrazione al contesto naturale è data delle opere in bronzo: piante in vaso sorreggono le sculture antropomorfe che popolano il giardino. Gesti vegetali implica la partecipazione attiva dell’opera al contesto. Le piante di bambo, edera e betulla che abitano le opere crescono quotidianamente mutandone l’aspetto. Sono in divenire, anche nella loro struttura in bronzo, materiale destinato a cambiare nei prossimi mesi.
Gesti naturali conferma e assolve l’intento della Galleria Borghese di offrire ai suoi ospiti un discorso organico attraverso i secoli. Offe la possibilità di mettere a fuoco le relazioni fra la materia e il gesto dell’artista e come afferma la direttrice della galleria Francesca Cappelletti: “di riscoprire la potenziale alleanza fra l’essere umano e la natura nel ciclo del tempo.”
Immagine di copertina: Giuseppe Penone. Gesti universali, Installation view, Galleria Borghese, Roma – ph. S. Pellion © Galleria Borghese