“Paradisi proibiti: Storie di sesso, alcol e droga nelle opere d’arte”, scritto da Claudio Pescio e pubblicato da Giunti Editore, ripercorre la storia dell’arte dal Quattro-Cinquecento all’epoca moderna, selezionando una serie di opere d’arte, sia molto famose che meno conosciute, che al loro interno rappresentano scene curiose, scandalose e bizzarre legate ai temi della sessualità, dell’alcol e delle droghe. Un libro di facile e piacevole lettura, scritto da uno storico dell’arte e giornalista specializzato in arte fiamminga e olandese, che offre uno sguardo davvero particolare, divertito, un po’ pruriginoso e a tratti quasi morboso nel cercare le tante scene “piccanti” e “scandalose” nascoste nei capolavori della storia dell’arte occidentale, concentrandosi su iconografie e vicende biografiche meno note, oltre che sui problemi legati alla morale, alla censura, al desiderio di libertà alla volontà di infrangere le regole dei pittori nel corso dei secoli nonostante i rigidi precetti morali delle loro epoche. Le opere di cui il libro racconta presentano storie e personaggi tratti dalla mitologia greca, dalla Bibbia, da vicende storiche realmente accadute o immaginarie.
Tra gli altri, ecco ad esempio, nel capitolo “Bellezze al bagno”, le rappresentazioni di figure bibliche come Betsabea (ritratta tra gli altri da Artemisia Gentileschi), Susanna e i vecchioni (splendido quello di Rembrandt), poi Giuditta e Oloferne nei pittori rinascimentali e barocchi; ecco, ancora, il capitolo dedicato al vino e ai suoi “inventori”, che, tra rappresentazioni di Dioniso e dei baccanali, affronta il tema del piacere e del dolore associato all’alcolismo e alle festività.
Ecco il giudizio di Paride con le tre dee, con un’analisi sul potere dello sguardo maschile e sul tema della bellezza nell’arte; ecco i festini d’ogni tipo, da quelli divini a quelli terreni; ecco il modo di fare l’amore degli uomini paragonato a quello degli dei, e ancora corteggiamenti, inseguimenti, molestie, stupri, fughe, trasformazioni in alberi o in animali per sfuggire a ogni sorta di violenza, e ancora banchetti ed ebbrezze mitologiche, paradisi principeschi, e poi la moda del sedere nel Cinquecento, tra Tiziano che amava ritrarre le donne con la “contraria parte” al vento e Veronese che ritraeva le divinità dal di dietro per poterne meglio rappresentarne le terga, o, ancora, l’attenzione un po’ morbosa di pittori e scultori per i glutei degli eroi greci. Questi sono solo alcuni degli argomenti trattati nel libro, che offre una panoramica completa e curiosissima delle opere d’arte che affrontano temi considerati, a seconda delle epoche, controversi o addirittura “tabù”, ma che al contempo rappresentano una parte essenziale della storia dell’arte e dello sviluppo etico e culturale delle popolazioni, degli Stati e delle diverse comunità nel corso della storia.
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(A.R.)