Lincoln Townley e la Rappresentazione Pittorica del Capitalismo Contemporaneo a Venezia

In un mondo in cui gli artisti vengono letteralmente sommersi da migliaia di nuove opere messe quotidianamente a disposizione da centinaia di gallerie grazie alla piattaforma Artnet Gallery Network, l”artista britannico Lincoln Townley spicca con una nuova produzione artistica che non ha lasciato indifferente il mondo dell’arte. Coincidendo con la 60° edizione della Biennale di Venezia, Townley ha debuttato in Aprile con una mostra personale presso il Palazzo Bembo, affacciato sullo storico Canal Grande.

Per celebrare i dieci anni di successo della sua celebre “Collezione dei Banchieri”, l’esposizione si compone di 24 opere pittoriche figurative astratte a olio, ad ognuna delle quali l’artista ha impresso una precisa tematica legata all’universo dei banchieri e del sistema bancario: l’ossessione per il denaro e la ricchezza, la cupidigia e il potere. L’esibizione, prevista per otto mesi fino al 24 Novembre 2024, ha suscitato immediatamente talmente tanto interesse da esaurire tutte le opere in vista, portando ad un imprevisto cambio di rotazione delle opere esposte.

Il lavoro di Townley – caratterizzato da una scala di grandezze varia, comprese alcune opere che raggiungono gli otto metri quadri – riflette il suo distintivo stile artistico, lasciando ai visitatori l’opportunità di osservare da vicino il suo icastico “Bankers collection”.

Townley (1972), artista britannico in gran parte autodidatta, viene riconosciuto in ambito internazionale per il suo pittoricismo esplosivo e frequentemente drammatico. Townley porta alla luce i lati oscuri e più sottili della vita contemporanea, attraversando gli abissi del suo subconscio e rifacendosi alla propria esperienza working class, passata a gestire l’ufficio marketing di vari night club. Come Townley stesso racconta, la sua “Collezione dei Banchieri” si alimenta di queste molteplici correnti artistiche. Le sue opere appaiono come un complexum di elementi sorprendenti che, combinati tra loro, generano un senso di straniamento nelle sue composizioni.

“Guardo sempre all’avidità come a un’energia molto positiva” dichiara l’artista “Nel caso della mia mostra sold-out alla Biennale di Venezia, si tratta di potere che consuma potere, del dio selvaggio che i miei acquirenti venerano! È il dio che vediamo solo quando abbiamo il coraggio e l’onesta di guardare oltre il bene e il male, di sospendere il nostro giudizio e di vedere la nostra specie vorace per quello che è. I miei collezionisti si riconoscono nel mio lavoro, appese queste opere a olio con orgoglio e celebrano il fatto che spingono i confini per assicurarsi il 100% degli affari su cui stanno lavorando nel loro mondo finanziario. C’è gloria nell’avidità e la gloria può essere acquisita solo attraverso il rischio.”

Astutamente astratte, le sue composizioni celano figure che si distinguono attraverso la mescolanza di colori e le pennellate che incitano lo spettatore ad uno sguardo più attento e duraturo, con l’illusione di poter svelare altri segreti dell’opera man mano che l’immagine si fa più chiara. Nonostante l’iconografia dell’uomo d’affari in completo sia un simbolo diffuso, Townley lo rivoluziona con interventi compositivi audaci e sfrontati. A rivelarsi come uno specchio dei tempi attuali, la “Collezione dei Banchieri” porta una testimonianza tangibile dell’approccio di Townley e della sua irrefrenabile passione per la pittura volta a catturare quel sentimento elusive che aleggia nel nostro contesto contemporaneo.

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