AI, nuove frontiere per l’arte di domani

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L’AI sostituirà gli artisti?

Questo è stato l’anno dell’intelligenza artificiale. ChatGPT, Midjourney, DALL·E e PhotoShop sono stati sotto i riflettori, soprattutto negli ultimi mesi, per la loro capacità di eseguire in un batter d’occhio le richieste degli utenti in tutto il globo. Scrivere interi testi o articoli, conversare tranquillamente con le AI e chiedergli ogni cosa oppure creare un’immagine surreale o iperrealista in alta definizione, partendo da soli due aggettivi, non è mai stato così semplice ed efficace; basta solo un click! Su questo tema la popolazione si è suddivisa in due. Da una parte, c’è chi celebra queste piattaforme, definendole affascinanti e rivoluzionarie, e dall’altra, invece, c’è chi teme questa nuova tecnologia perché potrebbe letteralmente spazzare via interi settori di lavoro. Un esempio calzante è il settore dell’arte, destabilizzato dalla rapidissima diffusione degli NFT e dell’arte digitale, ma anche quello della musica (le AI sono in grado di creare testi di canzoni e riprodurre voci di persone) e quello del settore medicinale. Insomma, siamo a un passo dal mondo distopico e computerizzato di Ridley Scott senza, almeno per ora, i replicanti.

Non mancano anche le illusioni ottiche che, in passato e tutt’ora, hanno avuto un ruolo e un fascino sia nell’arte figurativa che attraverso sculture, installazioni o intere stanze prendendo piede in spazi pubblici: pensiamo solo ai lavori esposti a Palazzo Reale a Milano dell’artista Leandro Erlich, oppure le camere all’interno del museo delle illusioni. I surrealisti Salvador Dalì e Magritte o anche solo gli artisti contemporanei Oleg Shupliak, classe 1967, ucraino di origine e Octavio Ocampo, nato in Messico nel ‘43 che, in questo caso, costruiscono volti, busti o interi corpi dipingendo scene di paesaggio, animali, nature morte o composizioni architettoniche, hanno creato delle vere e proprie illusioni ottiche sorprendenti. Ma l’intelligenza artificiale si è superata e ha generato, attraverso fotografie o “dipinti”, dei veri e propri messaggi subliminali.

Octavio Ocampo
Oleg Shuplyak

Un esempio perfetto è l’immagine (in basso) che sta girando in tutti i social, da Facebook a Instagram e TikTok ma soprattutto su X (il nuovo twitter). Guardando l’apparente foto creata dall’AI, si osservano sette persone camminare verso l’inquadratura in quella che sembrerebbe una via di New York. Apparentemente non c’è nulla di eclatante, se non che, allontanando l’occhio dall’immagine, i vestiti delle ragazze e il cappotto dell’uomo creano la scritta OBEY. Un’altra foto mostra una modella piegata col viso rivolto verso terra in una distesa d’acqua dopo una tempesta. I suoi capi e il riflesso dell’acqua piovana compongono il simbolo dei Bitcoin.

Obey

Un’altra immagine mostra quello che sembrerebbe un paesino nordico, probabilmente costruito nel Medioevo. Raffigura una strada in pavé con persone che passeggiano, diverse case contadine, una fila di alberi ai lati e, in lontananza, un castello. Strizzando gli occhi, però, vedremmo inaspettatamente un quadro molto famigliare: il dipinto La ragazza con l’orecchino di perle di Vermeer.

Un’altra immagine con vista mozzafiato, invece, raffigura una strada che porta verso il mare e, in lontananza, scogliere e montagne che si affacciano sull’acqua. Notate qualcosa di strano? Il mare e le nuvole che si ritirano, riportando a un cielo terso, e i rami degli alberi creano il famosissimo logo, ormai sostituito dallo stemma X del signor Musk, di Twitter.

Un’altra foto sembra invece sia stata scattata nella lontana Summer of Love del ‘67 a San Francisco. Ragazzi figli dei fiori che, con proteste pacifiche, concerti, l’uso di stupefacenti e ideali di amore e pace ripudiano e si contrappongono alla guerra del Vietnam. Anche questa volta, la posa delle persone, l’ombra, vestiti e il luogo circostante creano nell’insieme una parola: LOVE.

Che sia proprio questa l’ultima frontiera dell’arte? Come in una serie distopica su Netflix, un algoritmo rischia di spazzare via stili, correnti, creatività e immaginazione umana.

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