Il senso dell’arte secondo Leonida De Filippi

Leonida De Filippi milanese, classe 1969, inizialmente si dedica alla pittura informale, successivamente utilizza diverse tecniche, tra cui la serigrafia. Attualmente la sua ricerca tiene conto del rapporto tra arte e tecnologia, tra uomo e macchina, creando nuovi modelli di percezione con una visione alterata, sgranata. Nel 2008 ha fondato con Paola Ferrario The Sense of Art, un’associazione no profit che si ripropone di essere di aiuto in vari progetti sociali nel mondo.

In questa intervista esclusiva abbiamo cercato di capire come nascono i suoi progetti e quali sono gli obbiettivi.

Leonida De Filippi in Marocco con alcuni bambini di un villaggio

Come è nata The Sense of Art?

Io ho sempre viaggiato in Africa da solo, in moto, spesso stando via anche più di un mese. E in questi viaggi mi sono imbattuto in una povertà vera. In un primo momento l’idea era quella di devolvere il ricavato della vendita delle opere d’arte a favore di iniziative meritevoli di un sostegno.

E poi cosa è cambiato?

Nel tempo è mutato l’obiettivo e la definizione dell’impegno.

E quindi, come si colloca l’arte in questo progetto?

Io sono un artista, insegno a Brera e nel 2008 quando abbiamo fondato l’associazione ritenemmo giusto che ci fosse un nuovo senso dell’arte più puro e meno legato al mercanteggiare, che potesse tornare a un’idea di azione purificata, occupandosi come nel nostro caso dell’altro. La ricerca dell’idea pura dell’arte come momento che genera benessere collettivo, per non fermarsi ad un cliché artistico tradizionale, volevamo impegnarci, sul campo, in prima persona.

Leonida De Filippi

Quali sono i nuovi progetti a cui state lavorando?

Sarà  un autunno caldo, abbiamo diverse cose in cantiere. In ottobre andremo in Egitto a sud del Cairo per costruire un pozzo, e garantire le spese per l’elettricità che servirà per farlo funzionare,  in un  villaggio poverissimo, che dovrà servire anche  i villaggi limitrofi, lì l’acqua è scadente e razionata, arriva tipo quattro  ore al giorno, poi, non si sa come mai non viene più erogata.

Come scegli i tuoi progetti?

Come ti dicevo, io viaggio spesso in moto, in lande desolate, nell’ultimo viaggio che abbiamo fatto ad aprile, in Marocco, insieme ad un amico scendendo da un passo da 3 mila metri, abbiamo trovato sulla strada una casa, era piena di bambini, senza elettricità, senza nulla. Un asino era l’unico avere. E così abbiamo raccolto dei fondi per poter fare allacciare l’elettricità, in modo che possano conservare  il cibo quel poco che hanno. Con dieci bambini in casa abbiamo mandato anche dei soldi per acquistare beni di prima necessità. E insomma lavoriamo in modo capillare, cioè, proprio sulle piccole realtà.

Leonida De Filippi

Quindi, vi occupate di portare beni di prima necessità?

Certo, ma anche medicine viaggiamo spesso con il nostro medico e facciamo una media di cento, centocinquanta visite a viaggio. Anche a novembre quando andremo in Tunisia, visiteremo i villaggi più sperduti sempre con il medico al seguito. Per curare soprattutto le popolazioni nomadi.

Come finanziate questi progetti?

Sia con vendite in asta, ma soprattutto attraverso finanziatori privati, che hanno la massima fiducia, perché noi non deleghiamo nessuno, gli aiuti vengono portati da noi direttamente.

Le vostre azioni vengono documentate?

Con video e fotografie che vengono poi pubblicate sui social e sul nostro sito, e quindi è tutto molto trasparente.

Le storie che ci ha raccontato Leonida De Filippi sono storie vere, storie di vita vissuta, The Sense of Art è un’associazione non lucrativa di utilità sociale che si finanzia esclusivamente con donazioni libere. Qundi, se sei interessato a sostenere i programmi dell’associazione, ecco come puoi fare:

Wire transfer:
The Sense of Art
Banca Popolare Etica
IBAN: IT21G0359901899050188533628

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