Si tratta di un’opera permanente commissionata dall’Unesco all’architetto svedese che si integra nel paesaggio della Groenlandia.
Sorge poco sopra il Circolo Polare Artico, a un’ora di navigazione dalla città di Sisimiut in Groenlandia, l’ultima opera dell’architetto svedese di origine greca Konstantin Ikonomidis.
Con le sue due grandi pareti ondulate formate da circa 5 tonnellate di mattoni in vetro opaco prodotto in Italia, Quaammat è il padiglione permanente commissionato all’architetto dall’Unesco per celebrare il legame del paesaggio groenlandese con la cultura Inuit. Il territorio circostante Sarfannguit è stato infatti dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2018.
La solida costruzione, che vede i mattoni di vetro fissati a pali metallici affondati nella roccia, è frutto di un’approfondita ricerca condotta dallo stesso Konstantin Ikonomidis in collaborazione con Faidra Oikonomopoulou e Telesilla Bristogianni della TU Delft University.
Ikonomidis, da sempre affascinato dalle tecniche edilizie e dai climi ostili, è stato scelto per il progetto dopo che l’Unesco ha visionato Qamutit, progetto da lui realizzato nel 2017: si tratta di una casa mobile – o casa-slitta – in legno posizionata su due grandi sci, concepita per accogliere i visitatori e invitarli a riflettere sul significato di “abitare”.
“Questa volta volevo che l’opera fosse permanente – afferma Ikonomidis riguardo il nuovo progetto commissionato – Volevo scoprire cosa volevano. Ho chiesto loro di parlare della natura, di cosa significasse per loro e di quale fosse il loro rapporto con essa. Qui c’è una traccia molto tangibile del suo potere, perché tutto è sovradimensionato rispetto all’essere umano. C’è un rispetto, una sensibilità nei suoi confronti ma si sente anche la consapevolezza della sua vulnerabilità. È presente nella mitologia locale. E poi mi è venuta l’idea di usare il vetro. Ha quella sensibilità e fragilità che crea contrasto con la roccia mentre i riflessi e i giochi di luce ricordano il ghiaccio.”
Cover Photo Credits: Konstantin Ikonomidis, Quaammat Pavillon, courtesy of Unesco World Heritage Aasivissuit – Nipisat, ph @ Julien Lanoo