Dal 15 marzo al 2 giugno 2025, le OGR Torino diventano il fulcro di un’esperienza immersiva che intreccia arte, scienza e tecnologia, portando il pubblico in un viaggio attraverso stelle, galassie, pianeti extrasolari e buchi neri. Macchine del Tempo. Il viaggio nell’Universo inizia da te, ideata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), progettata da Pleiadi e realizzata dalle OGR Torino con il contributo di Infini.to Planetario di Torino – Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari” e del MU-CH Museo della Chimica, è una mostra che rompe gli schemi della divulgazione scientifica tradizionale. Dopo il successo della prima edizione a Palazzo Esposizioni Roma, l’allestimento torinese potenzia ulteriormente il linguaggio espositivo, mescolando installazioni immersive, ambientazioni interattive e suggestioni visive che trasportano il visitatore in un viaggio nel tempo e nello spazio.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso un uso innovativo della luce, elemento chiave della nostra conoscenza dell’Universo, ma anche metafora della visione e della percezione, due concetti fondamentali nella storia dell’arte. Se per gli artisti del passato la luce era il mezzo con cui dare forma alla realtà, nella ricerca astrofisica diventa lo strumento attraverso cui misuriamo l’invisibile, decifriamo le profondità cosmiche e ricostruiamo il passato dell’Universo. Qui la luce non illumina soltanto, ma racconta: dai fotoni emessi dal Sole otto minuti prima di raggiungerci, alle radiazioni fossili che ci parlano di un tempo in cui le galassie ancora non esistevano, fino alle ombre estreme dei buchi neri, i luoghi dove la luce si piega e scompare.
L’interattività è un punto di forza dell’allestimento, che alterna spazi di sperimentazione digitale e scenari ispirati al design dei videogiochi anni Ottanta, portando il pubblico a confrontarsi con l’idea stessa di tempo, distanza e percezione della realtà. Le macchine del tempo futuristiche, progettate dall’INAF, permettono di attraversare epoche cosmiche remote, trasformando lo spazio espositivo in un laboratorio di immagini e sensazioni, in cui il visitatore diventa parte attiva del racconto. Non si osserva, si partecipa.
L’adesione di oltre cento scuole dimostra l’urgenza di rendere la scienza accessibile attraverso linguaggi in grado di stimolare la curiosità e il senso di meraviglia. Il 21 marzo, il Premio Nobel Michel Mayor, che ha rivoluzionato l’astrofisica con la scoperta del primo esopianeta, sarà protagonista di un incontro che segna uno dei momenti più attesi della programmazione. Attorno alla mostra orbitano eventi collaterali che ampliano l’esperienza: osservazioni astronomiche, incontri tra scienza, musica e poesia, attività pensate per avvicinare un pubblico eterogeneo al linguaggio dell’Universo.
Le OGR Torino, con il loro passato industriale e la loro vocazione alla sperimentazione, si confermano il luogo ideale per una mostra che unisce scoperta e innovazione culturale. Davide Canavesio, Presidente delle OGR, sottolinea come questa iniziativa testimoni il ruolo delle Officine come hub di ricerca e divulgazione, mentre Roberto Ragazzoni, Presidente dell’INAF, evidenzia il valore simbolico del progetto: “L’astronomia è la scienza del tempo e della luce, e con questa mostra vogliamo raccontare al pubblico come l’esplorazione del cosmo sia anche un viaggio nella nostra stessa storia”.
Guardare lontano nello spazio significa guardare lontano nel tempo. La mostra, nel suo mix di tecnologia, arte e racconto, riesce a rendere tangibile una verità spesso dimenticata: ogni immagine di una galassia distante è un frammento del passato, ogni sguardo rivolto al cielo è un dialogo con ciò che eravamo miliardi di anni fa. L’idea del viaggio, qui, non è solo metaforica: si attraversano epoche, si attraversa la luce, si attraversa la conoscenza stessa. E forse, nel riflesso di quelle stelle lontane, si scopre qualcosa di più su noi stessi.