Al Museo MAN di Nuoro prosegue il calendario di incontri pubblici dedicati al mondo dell’editoria.
Dopo l’apertura di uno spazio destinato alla consultazione della biblioteca del museo, continua il ciclo di appuntamenti in agenda fino alla fine di ottobre.
Prossimo appuntamento al Museo MAN di Nuoro il 20 ottobre ore 18:30 dove lo storico dell’arte Roberto Concas dialoga con Elisabetta Masala sulla sua ultima pubblicazione L’inganno dell’uomo vitruviano. L’algoritmo della divina proporzione per Giunti Editore.
Tra le centinaia di opere verificate, di grandissimi artisti, il famoso disegno dell’Uomo Vitruviano.
Esaminato con puntigliosa attenzione, svela gli enigmi di un possibile “inganno” ordito da Leonardo da Vinci e rimasto celato, a tutti, per cinque secoli.
Sull’uomo vitruviano si dimostra la presenza di due figure, la singolarità delle doppie gambe e braccia, le dimensioni diverse tra la parte destra e sinistra del corpo, il quadrato e il cerchio irregolari.
Con il disegno di Leonardo, improvvisamente e inaspettatamente, la ricerca si inoltra in un intricato “sistema d’insieme”, imperniato su formule aritmetiche e geometriche.
Queste sono organizzate sulle ragioni di un “ordine finalistico”, offrendo una possibile luce interpretativa sulla “Divina Proporzione”, indicata dal frate matematico Luca Pacioli come una “scienza segretissima” e “un’unica cosa con la Santissima Trinità”.
Nessuna trama, neppure di un thriller storico, avrebbe potuto comprendere tante e tali relazioni, seguendo il filo della soluzione intrecciato da Leonardo da Vinci.
Come molto raramente avviene nell’arte le prove per questa ricerca sono anche di ordine matematico.
L’ALGORITMO DELL’ARTE
L’individuazione di un algoritmo, inteso come una semplice sequenza di operazioni aritmetiche, applicato in tutte le opere d’arte occidentali, in età compresa tra il IV e il XVIII secolo.
Leonardo, conclusa la collaborazione con Luca Pacioli, temendo forse la scomparsa delle antichissime e segretissime regole della Divina Proporzione, sente di doverle tramandare ai posteri, ma in forma criptata.
Il perché è presto detto: la Chiesa e tutte le congregazioni delle arti e dei mestieri, non l’avrebbero certo perdonato!
Da qui “l’inganno” di Leonardo, che interviene nel “comune pensare” trovando plauso e stupore per il suo uomo vitruviano.
Universalmente considerato come un “trattato” sulle proporzioni ideali della figura umana, in omaggio al pensiero di uno dei maggiori teorici dell’architettura, l’architetto romano Marco Vitruvio Pollione.
È l’uomo l’oggetto di animate discussioni teoriche rinascimentali.
Leonardo, Luca Pacioli, Piero della Francesca e Francesco di Giorgio Martini ricercano sintesi concettuale nella visione antropomorfica e antropocentrica, nel tentativo di conciliare le idee dell’antichità – da Platone a Vitruvio – con l’attualità rinascimentale del cristocentrismo.
Leonardo interviene in questo dibattito, dove Vitruvio veniva assunto come simbolo e riferimento assoluto.
Ha fatto credere a tutti di magnificarlo, elaborando invece una condizione di percezione semantica, diventata e rimasta per 520 anni come: una soglia insuperabile di appagamento della conoscenza.
L’illustrazione era talmente palese ed esaudiente, che nessuno ha mai pensato ad altro!
Questa inedita scoperta viene presentata nella sua prima parte, quella matematicamente dimostrativa.
Alla seconda parte l’aspetto, estremamente delicato, legato alla rappresentazione del dogma trinitario quale mistero centrale delle fede cristiana.
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