Se anche Barbie (nuda) riesce a far scandalo

Barbie, la bambola giocattolo più famosa del mondo creata da Ruth Handler e commercializzata dal colosso Mattel a partire dal 1959, ha accompagnato milioni di persone in tutto il mondo durante l’infanzia, che fossero bambine o bambini. Oggetto anche di collezionismo da parte di più grandi, Barbie ha sempre avuto la caratteristica di possedere una vasta gamma di capi nel guardaroba, da scarpe coi tacchi a gonne e magliette, per essere sempre alla moda e pronta per ogni play time: quindi, almeno una volta nella vita, abbiamo visto tutti la bambola come Mattel l’ha fatta.

Ma questo non ha fermato molti passanti nella cittadina inglese di Cheltenham, nel Gloucestershire, che si sono sentiti urtati dal murales della Street artist Katie Scott che, per il Cheltenham Paint Festival, aveva dipinto la bambola supina, e nuda, sul muro esterno dello spogliatoio di un campo da calcio. L’evento annuale, che si tiene nel Pittville Park – il più vasto parco della città –, prevede che gli artisti invitati dipingano sui muri della città con il permesso dei proprietari.

Il ritratto nudo della Barbie, infatti, è stato oggetto di lamentele da parte di alcuni cittadini. Una persona, in particolare, ha scritto un reclamo al Cheltenham Borough Council (il Municipio), sostenendo che il murales “è inappropriato per un parco” e che “può essere visto come una giustificazione della violenza sessuale”. Altri ancora hanno affermato che “la Barbie non ha motivo di essere nuda” e che l’artista “avrebbe potuto scegliere un soggetto meno controverso. Perché dipingere una donna nuda quando avrebbe potuto scegliere un altro tema?”.

La maggior parte dei cittadini, tuttavia, non ha avuto niente da ridire sull’immagine: moltissimi, anzi, hanno apprezzato il lavoro dell’artista, che tra l’altro si era già cimentata in un lavoro dedicato alla celebre bambola pochi mesi prima, a Manchester.

Lei si è difesa affermando che “non c’è nessun intento sessualizzante dietro al murale”. In particolare, sul fatto che Barbie fosse nuda e che di fianco a lei vi fossero dipinte diverse scarpette, Katie ha spiegato che proprio le scarpine di plastica della celebre bambola erano “uno dei miei oggetti preferiti”, aggiungendo che il lavoro partiva da una foto che ha scattato lei stessa alle vere Barbie con cui giocava quando era piccola: “era una composizione che ho realizzato per ricreare il modo in cui spargevo con noncuranza i miei giocattoli dopo averci giocato nella mia stanza rosa brillante”. “È tutta una questione di nostalgia e un tuffo nell’infanzia”, ha aggiunto, dicendo che il suo unico scopo è stato quello di “portare gioia e felicità alle persone, cosa che sono abbastanza sicura sia successa. Molti bambini erano in giro nel parco mentre dipingevo, e a tutti è piaciuto molto. Dopotutto, è fatta solo di plastica”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Abbattere i confini tra umano e digitale. Ruby Rhizome e il progetto GENESIS

In questa intervista, Ruby ci guida attraverso il suo percorso artistico, dagli inizi legati alla scoperta della propria corporeità fino alle sue ricerche attuali, incentrate sull’abbattimento dei confini tra umano e digitale.

“I am blood di Jan Fabre è una mostra sulle ferite fisiche e mentali”. Parola alla curatrice Katerina Koskina

In questa intervista, Koskina ci racconta come è nata l’idea di portare un artista di fama internazionale come Jan Fabre in uno spazio così particolare, e il significato profondo dietro al dialogo tra le sue opere del 2005 e del 2023.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Free Love Chronicles: i giovani ribelli e sfrontati di Lin Zhipeng a Milano

Glenda Cinquegrana Art Consulting ospita la mostra personale "Free Love Chronicles" di Lin Zhipeng, immagini forti, che si servono del colore e della posa per costruire una poetica visivamente intrigante.

SalvArti: a Milano una mostra sui Capolavori ritrovati, l’arte contro la criminalità organizzata

SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche, a Palazzo Reale di Milano. Oltre 80 opere d’arte confiscate alla criminalità, una straordinaria collezione che spazia dal metafisico al surrealismo, passando per il pop e il contemporaneo.

Seguici su Instagram ogni giorno