The Ornate Tiara—and Fabulous Fake—That Fooled Even the Louvre

La Majestuosa Tiara Saitaphernes: un’eccellente falsificazione che ingannò persino il Museo del Louvre

Può una replica d’arte essere talmente raffinata da diventare parte degli annali della storia dell’arte? La storia della Tiara di Saitaphernes – l’oggetto record nella storia della truffa nell’oreficeria – ci mostra l’affermativo riscontro

La Tiara Saitaphernes era una volta considerata uno dei pezzi più preziosi presenti nella collezione del rinomato Museo del Louvre di Parigi. Oggi, quella stessa corona mantiene il record per la più grande truffa in oreficeria di tutti i tempi.

Nel 1896, la notizia della scoperta di una preziosissima corona in oro che presumibilmente sarebbe appartenuta ad un antico re scita generò un’immensa euforia tra gli esperti di storia dell’arte. L’oggetto venne acquistato dal Louvre da due commercianti, i fratelli Gokhman, che rivendicavano di possedere un tale reperto. Ma era davvero autentico?

Il presunto oggetto di re Saitaphernes, vissuto nel III secolo a.C., borebbe un’iscrizione in greco che coincideva con un’altra trovata su un artefatto verificato, conferendo un senso di autenticità. Tuttavia, vi erano diversi dettagli che avrebbero dovuto dare un campanello d’allarme ai curatori del Museo.

Dapprima, le figure raffigurate sulla corona provenivano da periodi e nazioni diversi, piuttosto che dai presupposti antichi Sciti. In secondo luogo, lo stato di conservazione perfetto dell’oggetto avrebbe dovuto sollevare qualche sospetto. E infatti, a solo due mesi dall’esposizione inaugurale, uno studioso russo, Alexander Veselovsky, dichiarò pubblicamente che l’oggetto era un falso.

La verità venne fuori nel 1903, quando un orafo russo di nome Lifschitz pubblicò un articolo in cui asseriva di aver assistito alla creazione dell’oggetto da parte di un suo conoscente, l’orafo ucraino Israel Rouchomovsky. Quest’ultimo, un eccellente maestro orafo irreprensibile, confessa di esser stato inconsapevolmente coinvolto nella truffa da parte dei due fraudolenti antiquari, i fratelli Gokhman.

Rouchomovsky, senza alcuna intenzione truffaldina, si dedicò alla creazione della corona richiesta dai fratelli Gokhman, ritenendo si trattasse di un regalo per un amico archeologo. Per garantirne la fedeltà antica, studiò con attenzione i testi sugli artefatti Greco-Sciti prima di dedicasi alla sua realizzazione.

Una volta consegnato ai fratelli, i Gokhman, non solo vendettero l’oggetto falsificato al Louvre, ma scomparvero senza lasciare traccia subito dopo aver incassato una somma astronomica per il loro “reperto”.

Dopo lo scandalo, il Louvre ritirò l’oggetto in questione dalla loro collezione, che fece la sua ricomparsa solo nel 1954 in occasione della mostra “Salone delle contraffazioni” del Louvre.

Con questo episodio, la Tiara Saitaphernes risalta la sottile linea tra autenticità e artificio in storia dell’arte. Nonostante sia una falsificazione, rimane un oggetto di grande bellezza e un autentico capolavoro dell’oreficeria. Sebbene possa essere un falso, si tratta di un bellissimo falso, entrato di diritto nella storia dell’arte.

Questa vicenda dimostra che la passione per l’arte e la creazione artistica possono a volte sconfinare in territori ambigui. Ricorda a tutti noi che il mondo dell’arte è densamente popolato da eccezionali artisti e abili falsificatori. Tutto ciò che luccica non è oro, e persino gli esperti più attenti possono essere ingannati.

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