Un’installazione di arte pubblica, ma non solo. Urban Project di Stefano Simontacchi, alias The Prism, è un dialogo introspettivo, un momento intimo di riflessione e di (ri)scoperta della propria leggenda personale. Un’arte contemporanea nei mezzi ma atemporale nei concetti. La spiritualità rivendica il ruolo di vate nel percorso dell’esistenza umana e indica che la consapevolezza del proprio mondo interiore è il più potente atto di creazione che si possa compiere.
Urban Project, ideato da The Prism, invita il pubblico milanese ad alzare gli occhi, riflettere consapevolmente sulla propria esistenza e sul momento presente. Il cielo, l’angolo di un palazzo, un albero, l’orizzonte al di là della strada: connettersi con l’ambiente vuol dire riconnettersi con se stessi, ascoltare il proprio io e dare voce ai suoi segnali.
Venerdì 15 novembre alle 18 è stata ufficialmente proiettata la prima opera del percorso “The Prism Way” sul ledwall di piazza San Fedele a Milano. A fare da cornice all’evento un aperitivo in stile cocktail party intervallato dalla presentazione dei protagonisti della serata e del progetto. L’artista Stefano Simontacchi, avvocato e manager con una vocazione per l’arte contemporanea e la dimensione spirituale, ha chiarito visione e pensiero. Al suo fianco il curatore e critico d’arte Marco Senaldi.
Il canale di accesso al momento spirituale è rappresentato da opere d’arte emozionali. Sono delle installazioni rotonde, luminose, policromatiche e riflessive che fungono da portale di accesso alla pratica spirituale. È un lavoro innovativo, che fa i conti con il passato, tra optical ed espressionismo astratto, ma ha una forza espressiva assolutamente autonoma. Quei cerchi concentrici luminosi hanno un seducente potere ipnotico, ma sono soprattutto espressione di un target, di un bersaglio da raggiungere.
L’artista invita lo spettatore a entrare dentro il vortice dell’opera, a perdersi in nuovi orizzonti colorati e a farsi condurre per mano in un trascendente percorso fatto di “illuminazioni”. È un’arte pubblica che cattura, che parla al mondo, che dialoga con il passante come con lo spettatore volontario. Tutti possono essere “illuminati”, basta volgere lo sguardo verso il giusto “bersaglio”.
Fino al primo dicembre le proiezioni appariranno sugli schermi di viale Papiniano, corso Buenos Aires, via De Amicis, porta Lodovica, corso Como e piazza San Babila. “The Prism Way” è un percorso strutturato in sette passi: Unveil your Purpose, Develop a Vision, Manifest the Intention with Love, Take the Decision, Choose the Emotion and live it, Undertake the action e Be Grateful.
Scansionando il QR Code visualizzato sui ledwall di lato alle opere, le persone potranno accedere alle sette meditazioni guidate dalla voce dell’artista. Ognuna dura venti minuti e attinge alla specifica energia di un’opera di arte sciamanica realizzata da The Prism. Dalla scoperta della propria missione allo sviluppo di una visione chiara, il percorso ispira a manifestare le proprie intenzioni con amore, a prendere decisioni consapevoli, a scegliere e vivere le emozioni in modo autentico e ad agire con determinazione e gratitudine.
Nel corso di queste settimane il The Prism Core Center, lo spazio permanente inaugurato lo scorso marzo in piazza Napoli 22 a Milano, ospiterà un ricco programma di freeclass, talk e seminari con la presenza di insegnanti, maestri e relatori. Apertura e inclusività sembrano le parole d’ordine dell’ecosistema messo in piedi dall’artista e dal curatore. Un’idea divenuta realtà il 18 aprile 2023 durante la Design Week, registrando più di cinquemila visitatori.
Il progetto è stato finanziato dal mecenate Vincenzo Acone, che ha sostenuto la causa con la propria azienda e ha messo a disposizione diversi impianti pubblicitari, disseminati nei punti strategici di Milano.
A definire ulteriormente la personalità di Stefano Simontacchi è il suo impegno etico, culturale e umanitario. È, infatti, presidente della Fondazione dell’Ospedale dei Bambini Buzzi, cui sarà possibile devolvere una quota di beneficenza tramite il link generato dal QR Code dell’opera digitale.